Punti verde qualità, 11 strutture tornano al Comune. Marino. "Idea brillante trasformata in baratro" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Punti verde qualità, 11 strutture tornano al Comune. Marino: “Idea brillante trasformata in baratro”

Strappare il verde al malaffare. Anche così il sindaco di Roma Ignazio Marino combatte il degrado, proprio come invocato ieri dal premier Matteo Renzi. I Punti Verde Qualità sono l’ultima scommessa di Ignazio Marino. «Li restituisco alla città», ha detto oggi il sindaco che con l’assessore alla Legalità Alfonso Sabella ha presentato un piano per riprendere il controllo di 11 Punti Verdi, situati soprattutto in periferia, per toglierli ai concessionari inadempienti e rimetterli a bando di gara. Sale scommesse e fast food in aree verdi che dovevano essere attrezzate per lo sport e le famiglie. Concessioni garantite dal Comune di Roma con fideiussioni per centinaia di milioni e concessionari che non hanno pagato le rate dei mutui per anni. Tra loro, parenti di personaggi poi finiti nelle inchieste sul malaffare romano come Gennaro Mokbel e Antonio Lucarelli. È la storia dei Punti Verdi Qualità, un progetto del 1995 quando era sindaco Francesco Rutelli, passato in 20 anni sotto Walter Veltroni e Gianni Alemanno e che ora il Campidoglio prova a recuperare. «Abbiamo cominciato oggi con il Punto Verde del Torraccio – ha detto Sabella in conferenza stampa – che con l’intervento della polizia municipale è tornato sotto il nostro controllo, lasciando aperte le attività». In particolare nell’area del IV Municipio opera un asilo nido convenzionato, che diventerà pubblico. Domani toccherà al Punto Verde Nomentano-San Basilio, sempre in IV, anch’esso privilegiato per la presenza di un nido. In totale i Punti Verdi Qualità sono costati al Campidoglio circa 600 milioni di fideiussioni alla banche per garantire i mutui dei concessionari, ha riferito l’assessore. Attualmente il Campidoglio è esposto per 121 milioni. «L’idea era che alcune aree verdi dell’agro romano andassero ad associazioni sportive per renderle fruibili ai cittadini – ha detto Sabella -. Invece le associazioni sono state sostituite da imprese che hanno fatto sub concessioni e in molti casi non hanno mai pagato le rate dei mutui». Nelle zone verdi di zone come Ponte di Nona, Spinaceto, Olgiata, Bufalotta, Oletta e Parco della Madonnetta hanno aperto anche fast food e sale scommesse. Sette concessioni sono decadute per inadempienza. Sabella ha parlato di «autotruffa dell’amministrazione» capitolina negli ultimi due decenni, con mancanza di controlli e perfino di collaudi. «Ci vorranno anni per sistemare tutto», ha affermato l’assessore, che intanto entro l’estate conta di riportare i Punti Verdi sotto controllo. Secondo Sabella con Gianni Alemanno sindaco, dal 2009 le fideiussioni sono aumentate in modo esponenziale. E nell’area di Torraccio la concessione è passata negli anni dai parenti di Antonio Lucarelli – poi capo segreteria di Alemanno – a quelli di Gennaro Mokbel, faccendiere ‘nerò indagato. «Abbiamo trasmesso gli atti alla Corte dei Conti per i reati amministrativi e alla procura per quelli penali – ha detto Marino – Un’imprenditoria ladrona ha trasformato un’idea buona in un baratro di debiti per la città senza servizi per i cittadini. Dopo 20 anni cerchiamo di riportare tutto in ordine». Anche così si persegue il decoro della Capitale invocato ieri dal premier Matteo Renzi, è la risposta del sindaco di Roma.

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