Mafia capitale, Buzzi accusa: "Tutti a libro paga". Ma partono le querele. Il 27 agosto la relazione Alfano | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Mafia capitale, Buzzi accusa: “Tutti a libro paga”. Ma partono le querele. Il 27 agosto la relazione Alfano

«Ho già dato mandato al mio avvocato di querelare Buzzi e di avviare tutte le iniziative legali contro la sua azione diffamatoria». È quanto dichiara, in una nota, l’ex vicesindaco di Roma Luigi Nieri. «Siamo di fronte a una meschina strategia difensiva che ha chiaramente l’obiettivo di colpire la parte sana della città nel tentativo di apparire vittima di un sistema e non uno dei principali protagonisti di una storia di corruzione e criminalità. Evidentemente Buzzi deve aver pensato che, in un momento come questo, fosse facile scaricare sulla politica le responsabilità di quanto accaduto, magari scegliendo ad arte le persone da proteggere e quelle da diffamare. Un tentativo che respingo con forza anche per difendere la mia storia, fatta di impegno e lotte contro malaffare e mafie. Ho chiesto inoltre ai miei legali di avviare tutte le iniziavate legali nei confronti di quegli organi di stampa che continuano e continueranno a trattare questo argomento in maniera irresponsabile, nella speranza che, prima o poi, si possa tornare ad affrontare le vicende riguardanti la giustizia in modo equilibrato e non più sensazionalistico», ha aggiunto Luigi Nieri.«Sono deluso ed amareggiato per le presunte dichiarazioni di un »signore«, di nome Buzzi, che millanta rapporti con il sottoscritto. Ma lo sono ancor di più per il censurabile comportamento di un quotidiano, Il Messaggero, che titola un proprio articolo con il chiaro intento di cercare di evidenziare un fatto assolutamente grave (lesivo dell’onorabilità di una persona che fa politica, da sempre con passione ed onestà) adducendolo a verità senza che lo stesso trovi conferma nelle dichiarazioni – riportate nel testo dell’articolo – che il delirante »signore« sembra aver fatto. Prima di »sbattere« qualcuno in prima pagina, lo ricordo ai più, è compito del professionista verificare la notizia e, quindi, riportare la stessa fedelmente per come è stata acquisita. Ciò non si è verificato nel mio caso e per questo sarò costretto a querelare il giornale e tutti coloro che, con il proprio contributo, hanno evidentemente la finalità – e di questo verificheró le ragioni – di gettare fango nei confronti del sottoscritto». Lo dichiara, in una nota, Marco Pomarici, consigliere dell’Assemblea capitolina. «Questo non è giornalismo – prosegue – Ha il sapore della commedia. Ma questa volta non fa ridere, neanche un pò. Per altro verso e sotto altro profilo, il sottoscritto non è mai stato a libro paga di nessuno. Sono assolutamente sereno con me stesso e con il mio operato di sempre e certamente sono rispettoso del lavoro di coloro che stanno indagando sulla faccenda, ma, debbo dire, anche le stesse dichiarazioni del Buzzi – se confermate – saranno oggetto di denuncia per calunnia. Non è mio costume esercitare tale diritto, ma questa volta c’è di mezzo l’onorabilità del sottoscritto e della propria attività politica.

– Il «pacchetto Roma» arriverà in Consiglio dei ministri il prossimo 27 agosto, alla prima riunione dopo la pausa estiva. E non riguarderà soltanto le misure relative al Campidoglio dopo quanto emerso dall’inchiesta su ‘mafia capitalè, che prevedono una sorta di tutoraggio di ampi settori dell’amministrazione, ma tutta una serie di provvedimenti ad hoc per la città. Bisognerà dunque aspettare ancora una ventina di giorni per capire quale strada prenderà il governo anche se, è stato lo stesso Matteo Renzi ad annunciarlo durante la conferenza stampa al termine del Cdm di oggi, «non ci saranno sorprese». E, dunque, il Comune di Roma non verrà sciolto per infiltrazioni mafiose, come avevano suggerito sia il prefetto Franco Gabrielli nella sua relazione al Viminale sia il procuratore di Roma Giuseppe Pignatone in audizione all’Antimafia, andando controcorrente rispetto alla relazione prefettizia che, invece, aveva indicato come unica strada quella dello scioglimento. Sia palazzo Chigi sia il Viminale sottolineano che dietro la scelta di rinviare la decisione su Roma – era stato lo stesso ministero dell’Interno a far filtrare nelle settimane scorse che il provvedimento sarebbe stato affrontato nell’ultima riunione del Cdm prima della pausa – non c’è alcuno scontro tra Alfano e il premier. Il rinvio, si sostiene, è stato concordato ieri tra i due. Tecnicamente, dicono dal Viminale, Alfano era pronto a presentare la relazione anche oggi, e lo ha ripetuto anche poco prima del Cdm quando gli è stato chiesto. Ma, vista la delicatezza della vicenda, è stato deciso di lasciare un margine più ampio per un ulteriore approfondimento. Una scelta fatta «collegialmente», già ieri e ribadita oggi. La decisione ci sarà dunque il 27 e farà parte di un pacchetto più ampio. «Il ministro Alfano – dice Renzi – presenterà la propria relazione nella riunione del 27 agosto alle 12. Una riunione nella quale approveremo una serie di pacchetti che vanno dal commissario per il debito del Comune di Roma al decreto sul Giubileo e alle iniziative richieste dal Campidoglio». Il premier ha anche risposto a chi gli chiedeva se le dichiarazioni messe a verbale da Buzzi – il ras delle cooperative che, secondo gli inquirenti, era con Massimo Carminati al vertice dell’organizzazione che aveva infiltrato il comune di Roma – avessero cambiato in qualche modo il quadro della situazione, spingendo il ministro Alfano e il governo a rivedere la propria posizione. «Le parole del ministro, del prefetto Gabrielli e del procuratore Pignatone – sostiene Renzi – si allineano perfettamente alla nostra posizione. Mi pare di capire che c’è una strategia processuale del tutto rispettabile da parte di alcuni imputati, ma come è ovvio questa cosa non cambia nè il nostro approccio nè una relazione fatta dal personale molto qualificato del ministero dell’Interno». Ecco perchè, è la conclusione del presidente del Consiglio, «non cambia qualcosa per i nostri provvedimenti, se vi aspettate sorprese non ci saranno». Salvo ripensamenti, dunque, il 27 il titolare del Viminale porterà la sua relazione in Cdm, nella quale si sostiene che non è necessario lo scioglimento del Comune, vista anche la «discontinuità» tra l’amministrazione Alemanno e quella di Marino. Ciò non significa che il ministro non segnalerà i «gravissimi episodi» che hanno caratterizzato anche la gestione del sindaco-chirurgo e della sua Giunta, indicando una serie di misure necessarie per affrontare e risolvere la situazione. Sul come, però, è probabile che questi giorni serviranno per limare la relazione. Il commissariamento del municipio di Ostia per mafia sembrerebbe ormai deciso, ma la linea su cui ci si sta muovendo è quella di prevedere anche una forma di controllo e tutoraggio di ampi settori dell’amministrazione capitolina per un periodo ben definito. Gli uffici tecnici stanno studiando come ‘blindarè il provvedimento per evitare possibili ricorsi. Si tratterebbe in sostanza di una sorta di periodo di prova per verificare se le indicazioni provenienti dal Viminale verranno recepite dal Campidoglio. Se così sarà, non scatteranno le sanzioni. In caso contrario le posizioni verranno riviste e verranno decisi provvedimenti più duri.

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