Un romano a Wimbledon: la storia di Marco Mosciatti | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Un romano a Wimbledon: la storia di Marco Mosciatti

mosciatti18 anni appena compiuti, tre quarti di mondo visitati e un grande obiettivo raggiunto: giocare Wimbledon.
Potrebbe essere riassunta così, in due righe, la giovanissima carriera di Marco Mosciatti, tennista romano classe ’97. Attuale numero 69 del mondo ITF Junior e 2030 ATP, è appena rientrato dalla trasferta più elettrizzante della sua vita, primo coronamento di un percorso tutt’altro che semplice iniziato 14 anni fa.
Il primo diritto, Marco, lo colpisce pochi giorni dopo il suo quarto compleanno al Club Nomentano, storico circolo capitolino dei Umberto Pillot. La passione per il tennis è di famiglia, con entrambi i genitori praticanti a livello amatoriale ed il fratello compagno di allenamento e, a volte, al suo fianco durante i tornei. Alla tenera età di 6 anni arriva la “coppetta” numero uno, grazie alla vittoria del torneo sociale under 8 che, a sua detta, ricorda sempre con una certa emozione.
Nel passaggio alla categoria under 12, ovvero l’ingresso nel cosiddetto “agonismo”, la decisione di lasciare il calcio, l’altra grande passione, portato avanti parallelamente al tennis sino a quel momento. Giusto così: Marco è tra i primi 3 tennisti d’Italia della sua età, ha un rovescio formidabile fornitogli direttamente da Madre Natura e vuole continuare il percorso iniziato qualche anno prima con Fabrizio Zeppieri, Tecnico Nazionale e suo allenatore da sempre.
Convocato costantemente in Nazionale, con la quale vince la Nation Cup 2009, arriva in finale ai Campionati Italiani under 11 e si aggiudica i prestigiosi titoli internazionali di Porto San Giorgio (battendo in finale il russo Andrey Rublev, ora 194 ATP) e Le Passage, in Francia. Arriva a Caserta il primo trofeo under 14, accompagnato dalle finali a Pescara e al Parioli di Roma, mentre a 15 anni parte con l’attività ITF under 18, costellata da diverse vittorie in doppio e dal singolare a Timisoara la scorsa estate. Poi, raggiunto il best ranking di numero 64 del mondo, gli Slam: a un passo dal superare le qualificazioni agli Australian Open e al Roland Garros, ottiene il pass per il Main Draw a Wimbledon, il torneo più importante.
L’esperienza ai Championships di Mosciatti non parte benissimo, con il peso di un play-off di Serie B andato male, un viaggio tribolato assieme al Maestro Federico Lucchetti e l’impossibilità di allenarsi sui campi delle Qualificazioni di Wimbledon prima dell’inizio delle stesse. Tuttavia, il suo impatto con l’erba, superficie congeniale alle sue caratteristiche ma sulla quale non ha mai giocato, è ottimo.
Primo turno superato in tre set, secondo match vinto facile contro un buon giocatore israeliano: è fatta, si va in tabellone, al leggendario All England Club. La parità di diritti degli Juniores rispetto ai “grandi” nei tornei dello Slam gli permette di vivere una settimana fantastica, condita dalla condivisione della panchina dello spogliatoio con Novak Djokovic, dalla foto con Roger Federer e dall’estrema educazione del pubblico inglese.
Poi il match, l’esordio nel Tempio del tennis sul campo 19, a pochi passi dall’1 occupato in quel momento da Maria Sharapova. Troppo forte l’avversario, lo slovacco Klein autore di un gran match con percentuali incredibili al servizio, ma il doppio permette a Marco di essere l’ultimo italiano rimasto in gara, essendo presente nell’order of play del giovedì assieme al suo compagno svizzero Osmakcic.
Ora, con gli US Open nel mirino, si ricominciano gli allenamenti, si torna agli ordini del preparatore atletico Alessandro Cesario e si programma un’attività estiva che comprenderà soprattutto tornei ATP da 10.000 dollari. Il tutto con la speranza che quello dato a Wimbledon sia soltanto un arrivederci.
Matteo Mosciatti

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