Casamonica, dopo "lo sfregio" non si placa la bufera. M5s all'attacco, cresce l'attesa per il cdm del 27 sul caso Roma | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Casamonica, dopo “lo sfregio” non si placa la bufera M5s all’attacco, attesa per il cdm sul caso Roma

Il commissario dem Orfini per sanare la ferita ha annunciato un presidio il 3 settembre proprio nella piazza del funerale-choc. Il leghista Matteo Salvini coglie l'occasione per attaccare la Chiesa: "L'8 per mille di un boss fa più gola"

casamonicaNon si placa la bufera seguita al funerale-Show del boss Casamonica, «inaccettabile sfida» alla Capitale ma anche alla Chiesa e alle istituzioni tutte. Lo sdegno è stato corale e il Governo non potrà non affrontare questa ulteriore grana «romana». L’imperativo categorico, delle istituzioni capitoline e della politica, è sanare la ferita, ricucire lo sfregio inferto a Roma ma anche alla Chiesa, sotto gli occhi del mondo (filmati e foto hanno inondato il web). Mentre ancora è grande la confusione sotto il cielo di Roma, e si cerca di individuare responsabilità (e capri espiatori), è partito, come accusa Forza Italia con Giovanni Toti lo scaricabarile, il tutti contro tutti. Con le opposizioni all’attacco del sindaco Ignazio Marino, del prefetto Franco Gabrielli e del ministro dell’Interno Angelino Alfano entrato nel mirino anche di qualche Pd che come Federico Gelli che si è unito a Lega Fi e M5s nel chiedere al titolare del Viminale di presentarsi in Parlamento per fornire spiegazioni. Nella capitale non potevano non sapere – è il loro ragionamento – e se non sapevano, è ancora più grave. Quindi, come continuano a incalzare dai social network i grillini Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista, è meglio sciogliere il comune e mandarli a casa perchè ieri è stato celebrato il «funerale della legalità». Sotto accusa anche il prefetto Gabrielli che si è cosparso il capo di cenere: sì – ha riconosciuto – sono stati commessi degli errori, ma guai a parlare di connivenza. Connivenza no ma certo delle grosse responsabilità emergono, insinuano tra gli altri Maurizio Gasparri e Fratelli d’Italia quando osservano che quell’elicottero poteva essere pilotato da terroristi e invece di petali di rosa sganciare bombe. Tutto questo fa riflettere alla vigilia del Giubileo. E cresce l’attesa per il consiglio dei ministri già convocato per il 27 agosto con all’ordine del giorno proprio il caso Roma (slittato, prima della pausa estiva, già un paio di volte). Lo stesso sindaco Marino ha detto di attendersi molto dalla riunione di palazzo Chigi: in quella sede Alfano terrà la sua relazione e spero che il governo indichi quali azioni ulteriori intraprendere contro la mafia. Nel frattempo il Pd si è messo in moto: riprendiamoci la «Don Bosco» , è il messaggio del commissario Matteo Orfini che per sanare la ferita ha annunciato un presidio Dem e una manifestazione il 3 settembre proprio nella piazza del funerale-choc (titolo della iniziativa: «Per la legalità e contro le mafie»). Con l’occasione, Orfini ha attaccato quegli «sciacalli senza scrupoli» al lavoro anche quando le circostanze richiederebbero alla politica di «essere unita», di fare fronte comune. In solitaria continua a veleggiare il leghista Matteo Salvini che ha trovato nuovi argomenti per attaccare la Chiesa («l’8 per mille di un boss fa più gola»). Che però il sistema della sicurezza e dell’intelligence nella Capitale abbiano mostrato una incredibile defaillance lo hanno pensato, e denunciato, un pò tutti. Ed è soprattutto questo che ha mosso i componenti Pd della commissione parlamentare Antimafia i quali hanno chiesto alla presidente Rosy Bindi (che si è subito attivata) di convocare quanto prima il prefetto Gabrielli. Mentre Renato Brunetta ha sollecitato una seduta straordinaria del Copasir denunciando la «totale impotenza dei servizi di sicurezza interni».

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