Casamonica, caccia alla responsabilità per il funerale del boss: convocato il comitato per la sicurezza, paura per il Giubileo | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Casamonica, caccia alle responsabilità per il funerale del boss: convocato il comitato per la sicurezza, paura per il Giubileo. L’avvocato: “Tutti sapevano”

Mentre non si placano le polemiche per lo spettacolo di giovedì scorso, si cercano le falle nel sistema della sicurezza. I carabinieri: "Avvisati uffici competenti", Alfano: "Mai più". Mentre il viceparroco di Don Bosco si giustifica dicendo di non sapere chi fosse il defunto

– Forze dell’ordine e polizia giudiziaria sapevano del funerale di Vittorio Casamonica: lo sottolinea l’avvocato Mario Giraldi, storico difensore della famiglia dei Casamonica, spiegando che il giorno del decesso era stata informata la Corte di appello di Roma. «Il giorno della morte di Vittorio – spiega il penalista – ho presentato istanza alla Corte d’appello per ottenere che il figlio agli arresti potesse partecipare ai funerali. Lo stesso giorno le forze dell’ordine hanno effettuato il sopralluogo nella casa».

«Bene il Comitato provinciale convocato dal prefetto Gabrielli. Il Comitato provinciale assuma pertanto tutte le decisioni necessarie per governare al meglio situazioni di questo genere, potenziando la circolarità dei flussi di comunicazione a livello locale, perchè quanto avvenuto non accada mai più». Lo dice il ministro dell’Interno Angelino Alfano sulla vicenda Casamonica.- Da una parte la preghiera per i defunti, dall’altra «lo spettacolo mediatico, l’ostentazione di potere, la strumentalizzazione chiassosa e volgare di un gesto di elementare pietà umana e cristiana come il funerale». Così l’Osservatore Romano interviene sul funerale di Casamonica parlando di «scandalo».- «Sono state rispettate le procedure come da prassi» e, sull’autorizzazione al figlio di Vittorio Casamonica e ad altri due parenti a presenziare ai funerali dell’esponente del clan capitolino, «sono stati avvisati gli uffici competenti», compreso il commissariato di Tor Vergata. È quanto riferiscono fonti qualificate dei carabinieri in merito alla notifica effettuata al figlio di Vittorio Casamonica, ristretto agli arresti domiciliari, del permesso di poter partecipare ai funerali del padre che si sono celebrati il 20 agosto a Roma. Secondo quanto si è appreso, i militari che avevano il compito di notificare l’atto «hanno comunicato tempestivamente l’avvenuta notifica all’autorità giudiziaria e agli uffici competenti». In merito all’autorizzazione data ad altri due parenti di Vittorio Casamonica di partecipare alle esequie, le stesse fonti dei carabinieri riferiscono che è arrivata la mattina dei funerali «alla stazione di Tor Vergata che non essendo competente l’ha trasmessa al commissariato di zona».

– «Se il parroco c’è, il parroco officia la messa funebre che non si può negare. Non sapevamo che era il boss». A parlare è don Franco, che oggi sostituisce don Giancarlo Manieri nella chiesa di San Giovanni Bosco dove l’altro ieri si sono tenuti i funerali show di Vittorio Casamonica. E anche lui conferma, come il suo collega, che avrebbe celebrato le esequie. «Non è venuta una delegazione di mafiosi a chiederlo – racconta – Due parenti del defunto ci hanno chiesto di fare il funerale. Non ci hanno detto che era il capo di un clan, e poi ci siamo ritrovati che era un boss…». Oggi don Giancarlo Manieri, il parroco che ha celebrato il contestato funerale, non si è presentato in chiesa. «Non lo abbiamo visto, non era in camera sua oggi» racconta il personale della sagrestia. E don Franco conferma: «Non c’è, si è scocciato. Ha parlato per due giorni. Non deve aggiungere niente perchè ha solo celebrato un funerale». – «Sono rimasto disgustato nel vedere il video e le foto di un funerale trasformato in una sceneggiata napoletana che aveva come scopo non tanto quello d’invocare la misericordia di Dio su un uomo che aveva tanti peccati da farsi perdonare ma quello di esaltare un capo di un clan di stampo mafioso». È quanto dichiara monsignor Michele Pennisi, arcivescovo di Monreale, commentando per «Famiglia Cristiana» i funerali del boss Vittorio Casamonica. Per anni sotto scorta a causa delle minacce, come vescovo di Piazza Armerina, Pennisi aveva proibito il funerale pubblico di un boss di Gela. Dopo essere stato nominato alla guida della diocesi di Monreale invece ha stabilito, con decreto, che le Confraternite della sua diocesi non possono accogliere nei loro organigrammi, tra gli altri, gli autori di «reati disonorevoli» e «gli appartenenti ad associazioni mafiose». «Sono rimasto negativamente colpito dagli striscioni appesi alla facciata della Chiesa in cui il defunto veniva rappresentato come un papa con tanto di croce pettorale e come un re che dopo aver spadroneggiato nella capitale doveva regnare in cielo. Erano necessari più vigilanza e coordinamento tra pubblici poteri e parrocchia», afferma l’arcivescovo.

«È stato istituito con la Prefettura un tavolo sull’ordine e la sicurezza nel Municipio ma non abbiamo mai affrontato la questione dei Casamonica. Non siamo mai entrati nel merito ma a Roma tutti sanno chi sono i Casamonica». A parlare è Susi Fantino, presidente del Municipio VII a Roma dove l’altro ieri si sono svolti i funerali show di Vittorio Casamonica. «Non abbiamo una percezione diretta dei Casamonica se non dalle notizie dei giornali o dai racconti dei residenti – spiega – Non abbiamo una conoscenza diretta ma sappiamo che nel nostro Municipio sono di casa. Non è che scopriamo oggi i Casamonica. E poi non esiste a Roma qualcuno che non sappia chi siano».

«Il governo deve spiegare al Parlamento e agli italiani perchè tutti sapevano e nessuno è intervenuto per impedire l’ostentazione del potere malavitoso». Lo afferma il vicepresidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, intervenendo sulle polemiche per il funerale a Roma di Vittorio Casamonica.«Roma – aggiunge Tajani da Fiuggi, dove si trova in vacanza – non ha bisogno di interventi dell’ultima ora, ma di una vera rivoluzione culturale». Per Tajani, «non basta cambiare facce e partiti, serve molto di più. Nessuno si può tirare indietro se vogliamo salvare la Capitale d’Italia, che ha imboccato la via del precipizio. Agiamo, prima che sia troppo tardi».

Un cronista del sito web Fanpage.it, Alessio Viscardi, è stato minacciato di morte e aggredito mentre stava registrando un servizio giornalistico nell’eliporto di Terzigno (Napoli) dal quale è partito l’elicottero usato per lanciare petali di rosa durante il funerale del boss Vittorio Casamonica, a Roma. Lo rende noto la stessa redazione di Fanpage.it riferendo, con un comunicato, che il giornalista, dopo aver ripreso la superficie vuota dell’eliporto da cui era partito l’elicottero monomotore R-22, stava cercando i titolari della struttura per chiedere come mai i Casamonica si fossero rivolti proprio a un’elipista distante 200 km da Roma e perchè il pilota – a cui l’Enac ha sospeso la licenza – abbia deviato dal piano di volo raggiungendo la zona dove si celebrava il funerale. Mentre era in attesa, però, sono arrivate quattro persone in auto che lo hanno aggredito. Le immagini, pubblicate sul web, sono mosse a causa della colluttazione. Ad un certo punto la telecamera si spegne. Dall’audio si sente una persona dire: «Io ti uccido proprio, devi posare la telecamera, io ti atterro», minacce – si afferma nel comunicato – rivolte all’indirizzo del giornalista.

«Orfini in qualità di piddino romano organizza una manifestazione contro »Mafia Capitale« che è un fenomeno che ha proliferato grazie al coinvolgimento degli esponenti del Pd stesso. Insomma manifestano contro se stessi. Siamo alla sublimazione dell’ipocrisia». Lo scrive Carlo Sibilia, membro del direttorio M5S, su facebook. «Credo che Don Bosco si sia rivoltato due volte nella tomba. Una quando hanno celebrato il funerale e l’altra quando Orfini ha annunciato una manifestazione Pd sulla legalità», aggiunge. «Ora la domanda è: il 27 agosto Alfano e Renzi dovranno esprimersi per dire se il Comune di Roma vada sciolto o meno per infiltrazione mafiosa. Secondo voi cosa faranno? Cosa fareste il 27 agosto se doveste decidere di sciogliere il Comune di Roma per infiltrazione mafiosa?», scrive Sibilia. «Per aiutarvi – prosegue il deputato M5S – elenchiamo alcuni fatti accaduti in questi giorni. – Un boss mafioso muore. – La famiglia organizza un funerale al quale partecipano persone scarcerate per l’occasione con il permesso della Questura (permesso »urgentissimo« si legge) – Le effigi del boss vestito da Papa con la scritta »Re di Roma« campeggiano in lungo e il largo sulle mura della Chiesa di Don Bosco – L’uscita del feretro dalla Chiesa viene accompagnata dalla musica del film »Il Padrino« e pezzi di Frank Sinatra (…roba che nemmeno nei migliori sogni di Lucky Luciano) – Gran finale, elicottero parte da Terzigno (NA) e arriva a Roma lanciando petali di rosa sulla chiesa senza avere uno straccio di permesso o autorizzazione al volo. Roba che se buttava un paio di bombe andava bene lo stesso. – I Vigili urbani sul posto per assicurare il normale scorrimento del traffico durante la cerimonia», conclude Sibilia.

«Le prime indiscrezioni sulle indagini amministrative condotte dal ministro Alfano sulle modalità di svolgimento dei funerali di Casamonica, nonchè sulle autorizzazioni accordate, fanno emergere un quadro sconcertante di connivenze e superficialità alle quali non si può assistere da meri commentatori». Lo afferma il deputato del Pd Dario Ginefra. «La capitale d’Italia non può essere oggetto di così tante lacune nei sistemi di sicurezza e di controllo del territorio reiterate nel tempo, nè tantomeno la si può trasformare nell’immaginario collettivo da »caput a cupola mundi«. Nessuna parte del Paese può essere occupata da bande o da ‘mammasantissimà tanto più la capitale. La politica deve assumersi le proprie responsabilità e a tal fine auspico e chiedo che siano applicate misure esemplari. Nessun capro espiatorio, ma neanche nessuna remissività o omissione».

– «Da quando governa il pd a Roma nessuno sa mai nulla ed è sempre colpa di qualcun altro. Doppia morale»: così ha scritto sul suo profilo twitter il presidente della Lombardia ed ex ministro dell’Interno Roberto Maroni, commentando il funerale di Vittorio Casamonica. – «Ricapitoliamo. Qualche mese fa, sono bastati poche decine di tifosi ubriachi del Feyenoord per »conquistare« il centro di Roma e trasformare Piazza di Spagna in un bivacco. Due giorni fa, un intero quartiere di Roma è stato »militarmente« bloccato (senza che nessuno »vedesse«) per un funerale-kolossal, con tanto di elicottero e con tutto quello che stiamo tristemente rivedendo sui giornali e le tv di mezzo mondo. E »questa« Roma sarebbe in grado di reggere all’urto del Giubileo, o ai rischi di terrorismo?». Lo afferma il leader di Conservatori e Riformisti Raffaele Fitto.- Blitz di Gioventù Nazionale, movimento giovanile di Fratelli d’Italia, la scorsa notte davanti alla sede della Prefettura di Roma dopo il caso dei funerali-show di Vittorio Casamonica. I militanti e i simpatizzanti del movimento hanno esposto vicino all’ingresso di Palazzo Valentini lo striscione: «A Roma di Re solo i romani». «La coppia Marino-Gabrielli regala a Roma l’ennesima umiliazione internazionale. Tutti i giornali esteri – affermano, in una nota, i dirigenti del movimento giovanile di FdI – stanno parlando in queste ore del funerale di Vittorio Casamonica, al quale sono stati concessi e garantiti tutti gli onori possibili per un ultimo saluto degno di un vero e proprio Re. Rimaniamo senza parole davanti all’inadeguatezza del sindaco e del prefetto, sempre assenti o incolpevolmente non a conoscenza di quanto accade a Roma». «È sconvolgente come in questi anni la potente rete criminale organizzata da questi signori – aggiungono – sia arrivata totalmente indisturbata a controllare la Capitale. Per questo motivo, Gioventù Nazionale ha esposto davanti agli uffici della Prefettura uno striscione per dimostrare al mondo intero che i romani, noi giovani in prima fila, sdegnano oggi più che mai ogni tipo di mafia e che le bellezze, la storia e la cultura di questa città non sono in vendita, meno che mai a loro».

– «Troppo facile fare dei vigili urbani o del questore il capro espiatorio dell’indegno spettacolo che è andato in scena a Roma con i funerali del capoclan dei Casamonica. Tra l’altro nè sul tavolo del questore nè su quello del prefetto, come ha affermato Gabrielli, è arrivata una segnalazione in tempi utili. È evidente che le responsabilità risiedono altrove e cioè in chi doveva avere e poi dare le informazioni ed evidentemente non le possedeva o non le ha date». Lo afferma la deputata di Fi Daniela Santanchè. «È stato compiuto un errore enorme di sottovalutazione da parte della nostra intelligence: chi la coordina è stato incapace di prevenire i fatti e ciò apre a uno scenario preoccupante in relazione alla sicurezza interna. Milioni di pellegrini arriveranno a Roma per il Giubileo: ad oggi potrebbe succedere qualsiasi cosa. Alla faccia della lotta al terrorismo: ci fosse stato un pazzo a guidare l’elicottero, altro che petali di rose», conclude

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