Romanina, nel fortino dove comandano i Casamonica | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

Romanina, nel fortino dove comandano i Casamonica

C’è un quartiere, alla periferia est di Roma, dove a comandare sono i Casamonica. Un’area a cavallo del Grande Raccordo Anulare, la Romanina giù fino all’Anagnina, dove l’opulenza delle ville di lusso contrasta con la povertà delle case popolari. Dove alcune strade sono praticamente inaccessibili a sguardi indiscreti, sorvegliate da telecamere 24 ore su 24. Qui, a due passi dalla globalizzazione low cost di Ikea, sorge il quartier generale del clan di zio Vittorio, una vita venuta alla ribalta con i funerali in stile «Il Padrino» che hanno fatto il giro del mondo. Qui risiede la culla del clan numerosissimo e potente dei Casamonica, ancora più potente perchè imparentato spesso con altri temibili clan come quelli degli Spada, plenipotenziari di Ostia, e dei Di Silvio. Nomi che a Roma e ai romani dicono molto e spesso incutono timore. Ogni centimetro quadrato delle ville, tutte con piscina, è un’ostentazione di potere, dalle statue delle divinità greche ai rosoni in marmo che adornano i vialoni. Ogni stile architettonico è buono per impressionare. Nulla però rispetto allo sfarzo degli arredi interni, dalle vasche idromassaggio alle tigri di ceramica, dalle scale in marmo ai baldacchini rinascimentali, tutto rigorosamente in oro. Così come d’oro sono orologi e catene di cui vanno fieri i membri del clan, oggi chiusi nel silenzio. Giornalisti e curiosi non sono i benvenuti, vengono allontanati dalle donne della famiglia, le prime ad avvicinarsi alle cancellate urlando di andare via. «Qui non vi vogliamo, lasciateci in pace», urla un’anziana capelli lunghi raccolti e abito nero. «Siamo in lutto», dice con uno sguardo tagliente e netto. Nel dedalo di strade del quartiere ad est di Roma, molte delle ville portano il nome Casamonica. Tutti conoscono la famiglia, ma tutti – o quasi – evitano di parlarne. «Sì, sappiamo che abitano poco più in là ma niente di più», dicono due giovani genitori al parchetto insieme con il loro bambino. Il «poco più in là» è a qualche centinaio di metri, dove finisce l’asfalto ed inizia la «terra di nessuno». Zio Vittorio, il «Re di Roma» – come continuano a chiamarlo figli e nipoti – abitava a qualche chilometro di distanza. Oggi nel portico della maxi villa è un continuo viavai di parenti e bambini. Chi abita da quelle parti è pronto a giurare di «non aver mai avuto problemi con loro». «Tu non li disturbi e loro non disturbano te», dice un uomo anziano sfoderando saggezza popolare. «Rispetto ad altre zone del quartiere – dice un ragazzo in partenza per il mare con la fidanzata – qui non escono troppo spesso e, soprattutto, non ostentano». Perchè qui i Casamonica abitano da sempre e gli «affari», quelli che hanno fatto collezionare al clan condanne per droga, usura, prostituzione, li fanno in tutta la città. Ma sobri i Casamonica non lo sono affatto. Per cultura e anche per amore del potere. Basta un giro sui social network, usati per diffondere il benchmark di casa, per capire quali siano idoli ed esempi da seguire per i membri del clan. Le foto di Al Pacino in «Scarface» e del protagonista della serie Tv «Gomorra» Genny Savastano campeggiano sui profili dei più giovani. I più anziani preferiscono Totò Riina. I nemici giurati sono «gli infami» e «i traditori». Auto di lusso e sfarzo il minimo comun denominatore della famiglia. Rolex, Porsche e Ferrari, champagne sempre in bella mostra. Vacanze in Costa Smeralda. Griffe e loghi in vista anche per i più piccoli, come Burberry e Louis Vuitton. Per il clan il lusso viene prima di tutto nonostante, nella grande maggioranza, risultano nullatenenti. «La vita è bella ma la bella vita è meglio», si legge sul profilo di uno del clan. E quando si muore da Casamonica allora è sempre meglio un funerale di lusso.

email

Bisogna effettuare il login per inviare un commento Login