Casamonica, al via il comitato con Gabrielli. Sabella difende l'assenza del sindaco Marino | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Casamonica, al via il comitato con Gabrielli. Sabella difende l’assenza del sindaco Marino

Parla la troupe rai aggredita: "Non sai quello che ti aspetta". Per l'ex prefetto Serra inquietante l'elicottero sul cielo di Roma. Dalla parrocchia: "Hanno scelto loro Don Bosco"

È iniziato in prefettura a Roma il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza convocato per discutere le misure da prendere dopo il caso del funerale show di Vittorio Casamonica. Con il prefetto Franco Gabrielli sono presenti il vice questore vicario Luigi De Angelis, il vice sindaco Marco Causi, il delegato alla Sicurezza del Campidoglio Rossella Matarazzo, il comandante provinciale dei carabinieri Salvatore Luongo, il comandante dei vigili urbani Raffaele Clemente e rappresentanti di Gdf e Forestale. – Il prefetto di Roma Franco Gabrielli terrà oggi pomeriggio una conferenza stampa in prefettura al termine del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza convocato alle 15.30 sul caso dei funerali di Vittorio Casamonica. Alle 17.30 verranno illustrati i provvedimenti presi in conseguenza dei fatti accaduti quattro giorni fa nella capitale. Il ministro dell’Interno Angelino Alfano due giorni fa ha auspicato che quanto successo «non si ripeta mai più». In arrivo nuove regole di coordinamento tra le forze dell’ordine e per la circolazione delle informazioni in casi di questo genere. «Il sindaco Marino non lo so, credo tornerà verso la fine del mese». Lo ha detto l’assessore alla Legalità Alfonso Sabella interpellato in merito ad Agorà durante un’edizione dedicata ai Casamonica. A chi gli chiede se quindi Marino non tornerà quando il Consiglio dei ministri affronterà la questione Mafia Capitale (la relazione di Alfano è attesa per giovedì, 27 agosto), Sabella risponde: «Io ci sarò, il vicesindaco pure, il sindaco non so se farà in tempo a rientrare. Il Campidoglio è ben presidiato». «Non trovo affatto incredibile che una persona che lavora ininterrottamente, giorno e notte, dal 23 dicembre, prenda dieci giorni di vacanza. Trovo incredibile che tante persone che adesso parlano sono state fuori per anni da Roma, mentre la mafia prendeva il controllo del territorio». Così, da Belgrado in Serbia dove si trova in questi giorni, l’assessore alla Legalità di Roma Alfonso Sabella ad Agorà su Rai 3 ha replicato all’assessore veneto Elena Donazzan (FI) che parlando del caso dei Casamonica ha criticato l’assenza da Roma del sindaco Ignazio Marino e dello stesso Sabella. «Tornare dalle vacanze sarebbe stato dare un’ulteriore soddisfazione a questi signori che con il loro funerale cafone hanno voluto sfidare la città – ha detto l’assessore, magistrato antimafia in aspettativa -. Noi risponderemo con le regole». «A me non risulta affatto» che i vigili abbiano scortato il carro funebre dei Casamonica quattro giorni fa fino alla chiesa di San Giovanni Bosco. Lo ha detto l’assessore alla Legalità di Roma Alfonso Sabella in collegamento da Belgrado con Agorà su Rai 3. «Mi sono fatto subito fare una relazione dai vigili – spiega – che hanno confermato di essere intervenuti su richiesta di alcuni cittadini che hanno segnalato ingorghi nel traffico. Hanno fatto quello che è il loro dovere, permettere la viabilità a Roma. Se fosse vero che hanno scortato la carrozza, sarebbe un fatto oltremodo grave. Appena tornerò in Italia, tra un paio di giorni, svolgerò i miei accertamenti ma dalla relazione dei vigili non emerge assolutamente questa circostanza». – «Nella vicenda del funerale, di cui troppo si è parlato, individuo due grandi responsabilità: una a priori, del parroco, e una a posteriori, della politica e in parte della stampa»: a dichiararlo a Radio Roma Capitale è Achille Serra, prefetto a Roma tra il 2003 il 2007. «La responsabilità a priori, più grande secondo me, è quella del parroco, che avrebbe dovuto avvisare le autorità competenti della singolarità dell’evento che stava per svolgersi. L’altra responsabilità maggiore, quella a posteriori, è della politica che ha subito speculato su quanto accaduto e che continua a farlo, creando così un rimbalzo mediatico alla vicenda che ora è di rilevanza mondiale» dice l’ex prefetto. «Siamo all’alba di un Giubileo, siamo soprattutto vicini all’assegnazione di un’Olimpiade, e troviamo Roma sui giornali più importanti del mondo, vedi il New York Times che la addita come città mafiosa – prosegue – questo atteggiamento della politica è ignobile, irresponsabile e inaccettabile. Certo, anche i nostri giornali hanno sguazzato da giovedì a oggi. Questo sta creando un danno enorme e incalcolabile alla città di Roma, e da romano questo mi fa male». «Il volo dell’elicottero? Un inquietante episodio che rilancia il tema della sicurezza. Irreale che un elicottero si sia mosso indisturbato e non autorizzato nei cieli della Capitale – ha detto ancora Serra – la sicurezza dell’aeroporto deve essere capillare, soprattutto in vista del Giubileo. Non possiamo accettare che un velivolo viaggi indisturbato nei nostri cieli, potrebbe succedere l’irreparabile se una cosa del genere avvenisse per scopi terroristici».

«Noi eravamo nel quartiere Quadraro, una zona neanche troppo periferica di Roma. La mattina ci avevano detto nella chiesa di San Giovanni Bosco che i Casamonica stavano anche lì, in un insediamento non molto conosciuto. E quindi la nostra curiosità era sapere che cosa fosse». È il racconto, stamani in trasmissione, dell’inviato di Agorà Alfonso Giuliano, aggredito ieri con la sua troupe. «Non c’era nulla che indicasse una strada privata. È una zona che sembra nata del tutto abusivamente e non sappiamo se poi sia stata sanata in qualche modo – ha proseguito il giornalista -. Qualche edificio sembrava anche abbastanza ‘frescò. Non è stato possibile neanche spiegarsi, siamo stati subito coperti più o meno di improperi. Dopodichè è iniziata una fase molto confusa e aggressiva che grazie a una micro-camera siamo riusciti in parte a documentare. Loro si sentivano lesi nella loro privacy, dicevano che noi abbiamo ripreso addirittura donne nude. Ovviamente un’assurdità, oltre che una falsità».«Mi devi dare nome e cognome. Dammi la telecamera. Fammi vedere il cellulare». «Cancella tutto, le chiavi non te le do». «Perchè tu sei un uomo? Tu non sei un uomo. Tu hai ripreso delle minorenni. Tu non sai qui che ti aspetta. Ne paghi le conseguenze. Voi siete giornalisti, noi siamo zingari. Quindi volete essere più furbi di noi?». Così ieri la troupe di Agorà (Rai 3) aggredita ieri è stata accolta mentre effettuava delle riprese nel quartiere Quadraro, dove abitano esponenti dei Casamonica. Lo racconta un video girato ieri dagli stessi aggrediti nelle fasi concitate vissute e trasmesso oggi dal programma. Il resto del materiale è andato perso, cancellato dagli uomini del clan secondo quanto riferito. Due persone sono state poi fermate dalla polizia e stamani processate per direttissima. Le immagini sono confuse – si vedono donne, uomini, di cui uno in costume da bagno, anche un bambino, sullo sfondo alcune villette -, una donna che si avvicina al cameraman e afferma: «Io ti prendo gli occhiali, che fai?» «Prendete il mitra, ammazzateci tutti e fate prima – dice un altro -. Siamo nel lutto, hanno alzato il polverone? Adesso se la vedono i politici». «Vuoi fare la denuncia?», chiede un uomo al giornalista di Agorà all’arrivo della polizia chiamata dalla troupe. «Voi mi avete aggredito», la sua risposta. «Chi ti ha aggredito?», domanda l’uomo. «Mi avete detto che se non davo la scheda mi ammazzavate», replica l’inviato. «Eeeeh…e che ti ammazzo con le mani? Fino adesso i Casamonica non hanno mai ammazzato nessuno».

«A Napoli e nel napoletano fino agli anni settanta, inizio anni ottanta, i funerali erano quasi tutti con carro funebre con cavalli. Successivamente con l’avvento delle vetture la cosa è cambiata. Ancora oggi noi facciamo funerali a persone che non hanno nulla a che vedere con nessun tipo di categoria di delinquenti, tra l’altro anche a Roma». Lo ha detto ad Agorà Luciano Vaccaro, dell’agenzia funebre Cesarano, che ha portato sei cavalli per il funerale di Vittorio Casamonica, affermando che l’uso dei cavalli non appartiene alla cultura rom o sinti. Interpellato sul sottofondo musicale scelto per il funerale (la colonna sonora del film ‘Il Padrinò) Vaccaro ha risposto: «Noi ci occupiamo solo del trasporto della salma». A chi gli ha chiesto dei manifesti del defunto vestito da papa, invece, ha raccontato: «Su quello sono rimasto non dico turbato ma molto perplesso anche io, per un semplice motivo. Perchè per esperienza nostra – ma non voglio essere polemico assolutamente – le chiese solitamente non concedono l’affissione».

«Io non sapevo niente. Mi hanno detto ‘possiamo fare il funerale a Don Bosco?’ e io ho detto ‘certò. Quando uno fa un funerale va nella chiesa che desidera». Non ha negato i funerali a Vittorio Casamonica il parroco della chiesa di San Girolamo Emiliani, a Casal Morena, la zona di Roma dove abitava il defunto boss. Lo ha detto lo stesso padre Francesco Fissore intervistato da Sky Tg 24. Un quotidiano ha pubblicato stamani la notizia che il prete si sarebbe rifiutato di celebrare le esequie del parrocchiano, spingendo i Casamonica a rivolgersi alla basilica di San Giovanni Bosco. «Qui la chiesa è piccola. La carrozza? È normale per gli zingari, pare. Se capitava a me la scritta non potevo permetterla, ma magari il parroco non l’avrà vista, non se ne sarà accorto» ha detto il sacerdote. «Il parroco di Don Bosco dice che lo rifarebbe? Non c’è niente di male, noi siamo tenuti a fare i funerali. Quando vengono a chiedercelo non chiediamo cosa ha fatto o non ha fatto il defunto» ha concluso. «Non ho rifiutato nessun funerale. Loro hanno chiesto se per motivi di spazio potevano andare a farlo da un’altra parte, perchè qui la chiesa è piccola, e io ho detto che non c’era alcun problema. Vittorio Casamonica? Non lo conoscevo di persona, qui venivano i suoi parenti e amici». Così raggiunto al telefono padre Francesco Fissore, parroco di San Girolamo Emiliani, la parrocchia del boss defunto a Casal Morena, periferia di Roma. «Sono qui solo da due anni e ho visitato solo le famiglie che mi hanno chiesto la benedizione – ha detto don Fissore ribadendo di non conoscere molto i Casamonica -. Non posso dire nulla su Vittorio Casamonica, conosco i parenti e gli amici che vengono a messa. Le signore vengono a messa vestite da zingare, ma non hanno mai creato alcun problema. Non ho rapporti con loro».

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