Campidoglio, la difesa di Marino: "Sono io il sindaco, con Gabrielli collaborazione". L'opposizione all'attacco: "Dimettiti" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Campidoglio, Marino: “Sono il sindaco, con Gabrielli collaborazione”. L’opposizione all’attacco: “Dimettiti”

Anche Forza Italia, per bocca di Osvaldo Napoli, pensa che la diarchia ci sia: "Alfano ha ammesso il commissariamento. Cos'altro significa l'invito a 'collaborare' col prefetto?"

Ignazio Marino si difende e respinge l’idea che a Roma ci sia una diarchia. Ribadisce che il sindaco è lui e che con Gabrielli ci sarà una collaborazione, secondo le indiscrezioni riportate oggi dalla Stampa. «Il prefetto non ha poteri nuovi o doversi – pare, come riportato dal quotidiano, abbia detto il sindaco ai suoi – E invece spero che Gabrielli mi aiuti a superare le lentezze che finora hanno connotato l’avvicinamento al Giubileo». Ma le opposizioni attaccano e ne chiedono nuovamente le dimissioni, perchè leggono il provvedimento del ministro Angelino Alfano come un commissariamento di fatto. O meglio, spiega Marcello De Vito, capogruppo capitolino del M5s, «è un commissariamento mascherato, ipotesi probabilmente illegittima e non conforme alla legge, cosa sulla quale stiamo studiando. Il sindaco, nel non prendere atto del fatto che gli hanno messo accanto un tutore, dimostra di avere poca dignità. Dovrebbe invece fare un passo indietro». Sulla stessa linea il presidente nazionale de La Destra Francesco Storace: «L’annuncio di Alfano aveva scatenato in me dubbi sulla costituzionalità della manovra che stavano mettendo in campo: non c’è traccia da nessuna parte di cosa sia scritto sui provvedimenti assunti dal governo o sui poteri del prefetto. Se gli 8 punti fossero tradotti in norme sarebbero suscettibili di dubbi di costituzionalità e ricorsi, ma se non ci sono norme sembra un ‘cercate di mettervi d’accordò. La realtà – si dice convinto – è che nella sostanza Gabrielli comanderà». Anche Forza Italia, per bocca di Osvaldo Napoli, pensa che la diarchia Marino-Gabrielli ci sia eccome: «Alfano ha ammesso che il sindaco Marino è stato commissariato. Cos’altro significano le parole del ministro quando si rivolge al sindaco invitandolo a ‘collaborarè col prefetto Gabrielli? Generalmente è il prefetto che si presta, all’occorrenza, a collaborare col sindaco. Nel pasticciaccio brutto del Campidoglio, si ordina al sindaco, con tono perentorio, di collaborare col prefetto, cioè di assecondare le decisioni che Gabrielli riterrà di assumere su 8 capitoli del governo cittadino. Il prefetto è stato nominato plenipotenziario del governo in Campidoglio: insomma un commissario che riferirà al governo di quello che deciderà su questioni come il Giubileo o la riorganizzazione del personale. Marino può continuare a fare immersioni subacquee nei Caraibi o dove più gli piace. Roma ha un commissario-sindaco e non un consolato, come si vorrebbe sostenere». Ma le critiche non provengono solo dal centrodestra: «Temiamo – dice il capogruppo capitolino di Sel Gianluca Peciola – che Marino si stia consegnando a questo clima di restaurazione imposto dal Pd nazionale e da Renzi a cui noi non renderemo vita facile. A Roma, se non si fosse capito, si stanno creando le premesse per un nuovo modello per gli enti locali, con sottrazione di poteri. Una sorta di presa della città di cui siamo preoccupati. La Capitale rappresenterà un laboratorio di questo meccanismo. Per noi – assicura comunque – il Giubileo sarà un momento di tregua, perchè la città ha bisogno di stabilità e perchè chiediamo che si svolga sui temi sociali».

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