Campidoglio, parla Gabrielli: "Nessuna diarchia né superprefetto. Ma posso ancora sciogliere il Comune" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Campidoglio, parla Gabrielli: “Nessuna diarchia né super poteri. Ma posso ancora sciogliere il Comune”

Nelle sue mani, dopo l'esplosione dello scandalo di mafia capitale e la relazione di Alfano, ci sono i casi più scottanti. Ma il prefetto rifiuta il ruolo di supplente di Marino. E per il Giubileo scatta l'allarme terrorismo

«Questa città, Roma Capitale, ha un solo sindaco che è stato eletto dal popolo. Che ha ricevuto il mandato dal popolo e tale è finchè questo sindaco rimarrà in carica. Non possono esistere giuridicamente diarchie o consolati». Così il prefetto Franco Gabrielli sulle polemiche seguite alle decisioni del governo su Roma. «Io credo che questa sia la stagione nella quale tutte le istituzioni debbano fare quadrato insieme – anche perché abbiamo degli appuntamenti importanti, su tutti il Giubileo – però ognuno nell’ambito dell’assunzione delle proprie responsabilità. Quindi, non c’è un super prefetto, diciamo che c’è un prefetto a cui vengono chiesti gli straordinari, ma nell’ambito delle sue prerogative. Non ci sono super poteri, super Pippo o Mandrake, ma un compito di indirizzo in uno spirito di leale collaborazione che non è mai venuta meno». Così il prefetto di Roma, Franco Gabrielli, a margine del sopralluogo nei locali del NUE 112.«Questo è il Giubileo ai tempi dell’Isis, di una radicalizzazione quasi epocale, e quindi dobbiamo affinare quanto più possibile i nostri strumenti». Così il prefetto di Roma, Franco Gabrielli, a margine del sopralluogo nei locali del NUE 112. «Se voi pensate che lo diciamo per scaramanzia vi sbagliate – ha sottolineato – noi pensiamo che quella del terrorismo internazionale sia una minaccia assolutamente concreta e reale, ma come tutte le minacce non vuol dire che dobbiamo chiuderci in casa o aspettare in modo fatalistico che avvengano le cose. Dobbiamo attrezzarci in modo che la minaccia non si concretizzi in modo negativo», ha concluso.

«Non vorrei che come al solito in questo paese passasse la logica del tarallucci e vino. Come non esistono diarchie, consolati o condomini, esiste però una forte assunzione di responsabilità all’esito della quale il prefetto di Roma qualora le sue indicazioni e le sue proposte rimanessero lettera morta, può ricorrere a un articolo del Tuel che prescrive che vi possa essere lo scioglimento del Comune qualora vi siano gravi e reiterate violazioni di legge». Così il prefetto Franco Gabrielli sul caso Roma. – «Il ministro dell’Interno, all’esito di tutta quella che è stata la vicenda, la Commissione d’accesso, la relazione del prefetto di Roma, non ha potuto non constatare che, evidentemente, dalla fotografia che gli era stata rappresentata, certamente non ne usciva un quadro molto rassicurante della condizione della città e della sua amministrazione». Lo ha detto il prefetto di Roma, Franco Gabrielli, a margine del sopralluogo nei locali del NUE 112, la nuova Centrale Unica per le Emergenze di Roma e provincia. «Questa vicenda – ha sottolineato Gabrielli – forse interroga soprattutto il potere legislativo, e cioè quella che oggi è una assoluta inadeguatezza della norma dell’articolo 143 del Tuel (sullo scioglimento dei Consigli Comunali ndr) a prendere in considerazione situazioni complesse come possono essere quelle di una metropoli, di una città dove ci sono 15 municipi e 50 mila operatori, tra partecipate e dipendenti, quindi forse, come per altro acutamente ha rilevato la presidente Bindi, lo strumento del 143 va un pò rivisto. Solo che noi operiamo a legislazione vigente – ha precisato – e il ministro, ovviamente, non ha potuto non tenere conto di questa fotografia e, quindi, ha chiesto al prefetto di porre in essere una serie di iniziative volte a fare proposte e a dare indicazioni rispetto ai settori che sono emersi dalla relazione, settori nei quali c’è stata questa criticità». Compito del prefetto adesso sarà quindi quello di «fare una verifica dell’esistente, nell’ambito di un rapporto di leale collaborazione, perché la fotografia che ha avuto il ministro era riferita ad un tempo che non c’è più. Oggi il prefetto è chiamato a fare la fotografia di quella che è oggi la macchina amministrativa di questo Comune – ha concluso Gabrielli – e, all’esito di questo, poi farà delle indicazioni e delle proposte».

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