Ponte Milvio, stop ai marciapiedi fai da te: il Tar respinge i ricorsi | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Ponte Milvio, stop ai marciapiedi fai da te: il Tar respinge i ricorsi

Stop ai marciapiedi fai da te a Ponte Milvio, ovvero un modo, concesso dall’ex presidente del municipio ad alcuni esercenti, per avere più spazio per la loro attività e ampliare l’area dedicata alla movida ma sottraendo spazio ai parcheggi. Il Tar del Lazio ha respinto infatti i ricorsi di due esercenti che si erano visti bocciare la concessioni di occupazione di suolo pubblico sulla Via Flaminia dall’attuale presidente del Municipio. Le concessioni – chiamate dalle atante associazioni di residenti che le contestano «marciapiedi fai da te» – sono state rilasciate dall’allora presidente del XX Municipio (attuale Municipio XV), Gianni Giacomini, dopo aver emanato una specifica Direttiva che in deroga alla normativa comunale (Delibera 75/2010) ha consentito ad alcuni esercenti la realizzazione di un allargamento del marciapiede di circa due metri mediante «basi cementizie a filo del marciapiede», a scapito dei preesistenti posti auto e con conseguente restringimento della carreggiata stradale. Il nuovo Presidente del XV Municipio, Daniele Torquati (PD) aveva negato il rinnovo delle suddette concessioni alla loro scadenza del 31 dicembre 2014, e pertanto i due esercenti interessati avevano inoltrato ricorso al TAR. Entrambi i ricorsi sono stati respinti, con sentenza pubblicata l’8 agosto 2015. La sentenza sottolinea che il mancato rinnovo delle concessioni è sopravvenuto per il rilascio dei pareri contrari (prescritti dall’apposita Delibera Comunale) della Polizia municipale e del Dipartimento Mobilità, che hanno evidenziato «la necessità di evitare la diminuzione dei posti auto, derivanti dall’eventuale ampliamento del marciapiede, in quanto l’intera area risulta comunque carente di posti auto». Inoltre hanno rilevato anche un rischio allagamento sottolineando che «nell’area in questione sussiste un problema relativo al riordino per la raccolta delle acque piovane e la costruzione dell’opera richiesta costituirebbe un ostacolo al deflusso delle acque meteoriche».

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