Bufera sull'assessore Esposito: "Ero ultras e gridavo Roma M.". Poi tentenna su linee bus, Sel: "Si dimetta" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Bufera sull’assessore Esposito: “Ero ultras e gridavo Roma M.”. Poi tentenna su linee bus, Sel: “Si dimetta”

Lo scivolone del titolare della Mobilità capitolina arriva durante un'intervista alla trasmissione radiofonica la Zanzara, in cui il membro della giunta Marino rivela la sua fede per la Juve e il suo passato non proprio edificante

Dopo avere digerito un sindaco laziale (Rutelli) e uno juventino (Veltroni) ora i cittadini romani di fede giallorossa devono mandar giù l’onta di un assessore ai trasporti già ultrà bianconero e che urlava «Roma merda». E un’altra polemica investe il tanto martoriato Campidoglio. E così oggi è accaduto che l’assessore ai Trasporti, nonchè senatore Pd, Stefano Esposito ha candidamente dichiarato agli abili conduttori de La Zanzara Giuseppe Cruciani e David Parenzo di essere tifosissimo della Juventus, che già a Roma pare una iattura, e di aver gridato persino «non so quante volte in trasferta ‘Roma merdà». Un’ammissione che potrebbe costargli molto in termini di popolarità. E, secondo Sel, sufficiente per chiedere le dimissioni. «Andavo in trasferta a vedere la Juve – racconta l’assessore innescando la miccia – tante volte ho gridato ‘Roma merdà. Non ricordo più nemmeno quante. Ho fatto anche qualche trasferta a Roma da ultrà». Come faceva il coro, chiedono i conduttori? «E Roma merda, Roma Roma merda?», intona l’assessore a Radio 24. «Ho fatto anche delle risse, ho dato delle botte ma soprattutto le prendevo?», dice ancora Esposito. E ancora: «Se la Roma non vince lo scudetto godo ma sarebbe peggio se lo vincesse la Fiorentina o il Torino. Romanisti rosiconi? Sì, sono anni che si lamentano di partite, linee, palle uscite o non uscite, siamo ancora a Turone. Basta!». Roba da far drizzare i capelli al più mite tifoso giallorosso, figuriamoci a un ultrà. Le reazioni, per ora politiche, non si sono fatte attendere, il capogruppo di Sel Gianluca Peciola ne chiede le dimissioni: «Siamo sbalorditi. La Giunta capitolina è composta da troppe persone distanti da Roma. E ora scopriamo anche da chi odia Roma e la sua squadra. È evidente che le uscite dell’assessore Esposito sono incompatibili col suo ruolo. Roma merita di più. Caro Ignazio e caro Renzi ma in mano a chi c’avete messo?». Sui social non va meglio: «Può dire quello che vuole – scrive Maria Grazia – ma ha una carica istituzionale che gli impone rispetto verso la città e i suoi abitanti che, in questo caso, sono i romanisti». Poi c’è chi mette in dubbio la storia delle risse e romanamente commenta «a cazzaro….». Tifo a parte l’assessore ai trasporti, interrogato sempre dal duo de La Zanzara, non ha saputo descrivere l’itinerario della linea 64, la Termini-San Pietro, a Roma tristemente famosa perchè infestata da borseggiatori e molestatori. Ma, c’è da dire, che finita la performance radiofonica Esposito, che le idee sul suo assessorato le ha ben chiare, ha scritto all’amministratore delegato di Atac Danilo Broggi lamentando che i dirigenti guadagnano ancora troppo: «bisogna tagliar lo stipendio del 15-20%».- «L’assessore Esposito chieda scusa a quella larga parte della città che ha offeso. E se non lo fa lui, in suo conto lo faccia il sindaco Marino». Nella polemica scatenata dalla radiofonica dichiarazione di fede juventina dell’assessore capitolino ai trasporti (con tanto di coro «Roma m…») interviene un big della politica e della tifoseria romanista: Massimo D’Alema. Al telefono con l’Ansa contesta la forma «offensiva davvero» e il merito («Uno show del genere da uno juventino, dopo la partita di domenica..quel termine non mi pare proprio appropriato per definire la Roma, diciamo»). Per poi concludere con una valutazione politica: «Con tutti i problemi che ha la giunta capitolina, non mi sembra proprio il momento per andare a cercarsi altri guai». E se gli si ricorda che Esposito era di estrazione ‘Dalemianà nelle correnti del Pd, l’ex presidente del Consiglio ribatte: «Attenzione: sedicente Dalemiano. Gliel’ho proibito da molto di definirsi tale…».

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