Mafia capitale, Buzzi ci riprova: chiede di patteggiate 3 anni e 9 mesi | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Mafia capitale, Buzzi ci riprova: chiede di patteggiate 3 anni e 9 mesi

Tre anni e nove mesi di reclusione, oltre ad una multa da mille euro di multa. E la nuova richiesta di patteggiamento che Salvatore Buzzi, dominus delle cooperative romane e figura chiave nell’inchiesta su Mafia Capitale, ha presentato oggi ai pm della Procura di Roma. Un secondo tentativo di accordo sulla pena dopo quello bocciato dai pm nel giugno scorso quando Buzzi propose una condanna a 3 anni e sei mesi. Anche per questo secondo tentativo le speranze di ottenere il via libera dai magistrati appaiano poche. La nuova richiesta di patteggiamento, che arriva dopo la seconda ordinanza di custodia cautelare del 4 giugno scorso, è legata alle imputazioni di associazione per delinquere semplice, corruzione, turbativa d’asta e intestazione fittizia di beni. Resta esclusa, quindi, l’aggravante del metodo mafioso, ipotesi che il suo difensore, l’avvocato Alessandro Diddi, reputa insussistente. Contestualmente al patteggiamento la difesa dell’ex capo della coop ’29 settembrè, ha sollecitato anche la scarcerazione. Buzzi dal dicembre scorso è detenuto nel carcere di Nuoro. Da giugno il presunto braccio destro di Massimo Carminati, ha avviato un percorso di collaborazione con gli inquirenti che lo hanno ascoltato in cinque lunghi interrogatori. Dichiarazioni che però, al momento, non sembrano aver convinto gli inquirenti che giudicano non credibili e omissive le ricostruzioni fornite da Buzzi. Il ras delle coop è tra i 59 imputati che dal 5 novembre prossimo compariranno davanti ai giudici della X sezione penale in quello che si annuncia come un vero e proprio maxiprocesso al clan Carminati. Sfileranno nell’aula bunker di Rebibbia anche esponenti della politica locale come l’ex capogruppo di Fi al consiglio regionale, Luca Gramazio e l’ex presidente del Consiglio comunale di Roma, Mirko Coratti del Pd. Per gli imputati del maxiprocesso le accuse vanno, a vario titolo, dall’associazione per delinquere di stampo mafioso, alla corruzione, turbativa d’asta, estorsione, riciclaggio e usura. Rinviati a giudizio anche i consiglieri comunali Massimo Caprari e Giordano Tredicine, l’ex presidente del Municipio X (Ostia) Andrea Tassone, Guido Magrini, nella qualità di direttore del Dipartimento delle Politiche Sociali della Regione Lazio, l’ex assessore comunale Daniele Ozzimo.

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