Storace: "Dal 21 settembre vietato ammalarsi" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Storace: “Dal 21 settembre vietato ammalarsi”

«Vietato ammalarsi intorno al 21 settembre. La cecità di Zingaretti impedirà di accedere ai servizi sanitari nella regione. Al Governatore non frega nulla del destino di migliaia di lavoratori dei servizi Cup, centinaia dei quali, disabili inclusi, a rischio di licenziamento a seguito della nuova gara, dopo la prima fallita per le mani lunghe di Mafia capitale». Lo afferma, in una nota, il vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio e segretario nazionale de La Destra Francesco Storace. «Persino la triplice sindacale ha dovuto proclamare lo sciopero generale. Niente referti, prenotazioni di prestazioni, ticket ambulatoriali. Un disastro – aggiunge Storace – che va imputato interamente al Presidente della Regione. La sinistra fa pagare ai cittadini il costo delle proprie scorrerie nelle gare d’appalto pizzicate dalla magistratura. Buzzi aveva messo occhi e mani sul mega appalto da 60/90 milioni di euro per il Cup, storia per cui è indagato l’ex capo di gabinetto di Zingaretti, Venafro. Il 21 settembre – ricorda Storace su Il Giornale d’Italia – scadrà il termine per la presentazione delle offerte per la nuova gara Cup. Se continua a restare in piedi il nuovo bando, che pure è stato picconato da 45 osservazioni dell’autorità anticorruzione di cui Zingaretti ha finto in Consiglio di non saperne nulla, saranno altre le ditte che vinceranno i lotti. Per una semplice e pratica ragione di concorrenza sleale: non sarà in vigore quella cosiddetta ‘clausola socialè che fa obbligo ad un’azienda che vince un appalto di farsi carico del personale operante. Zingaretti ieri non ha voluto nemmeno incontrare i rappresentanti dei lavoratori, affidandoli alle cure di un assessore, la Valente, del ‘registà senza pellicola della sanità, D’Amato e del segretario generale senza educazione, Tardiola. Risultato: zero. Il Presidente non si illuda: a differenza sua non lasceremo soli questi lavoratori e – conclude- questa storia rappresenterà il capitombolo della sua Amministrazione».

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