Uccise immigrato, 16 anni in secondo grado all'ex datore di lavoro | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Uccise immigrato, 16 anni in secondo grado all’ex datore di lavoro

Condanna confermata in appello per Giovanbattista Cricelli, il 45enne calabrese di Tropea, sotto processo perchè accusato dell’omicidio di Mohamed Abdel Halim Maarouf Elraghi, l’egiziano che nell’ottobre 2012 fu trovato con un colpo di pistola al torace, nel Parco degli Acquedotti, a Roma. La I Corte d’assise d’appello, presieduta da Mario Lucio D’Andria con Giancarlo De Cataldo, ha inflitto all’uomo 16 anni di reclusione, confermando la sentenza emessa in primo grado dal Gup Anna Maria Gavoni, a conclusione del processo che nel luglio dello scorso anno si svolse col rito abbreviato. Era il 28 ottobre 2012 quando fu trovato il corpo senza vita dell’egiziano. Le complesse indagini portarono presto all’individuazione di Cricelli quale autore di un omicidio che si svolse sotto gli occhi di alcuni testimoni. Alcune persone, infatti, stavano facendo jogging nel parco e appuntarono il numero di targa dell’auto con la quale il killer si era allontanato dalla zona. Cricelli era l’ex datore di lavoro di Elraghi; fu arrestato il giorno dopo all’Aquila, dove si costituì mentre era braccato dalla squadra mobile di Roma. L’omicidio fu ricondotto proprio a controversie connesse a quel rapporto di lavoro. L’egiziano, infatti, secondo l’accusa aveva lavorato in nero come factotum in uno stabilimento balneare calabrese di proprietà di Cricelli, e per questo minacciava una vertenza di lavoro e una denuncia se non avesse avuto un risarcimento. Le sue richieste si erano fatte sempre più insistenti, soprattutto dopo aver ottenuto, grazie a un altro lavoro, il certificato della sanatoria per la regolarizzazione degli immigrati. Di qui, la decisione di avere un incontro, al quale Cricelli sarebbe arrivato dalla Calabria portando con sè una pistola; poi, la discussione e l’esplosione dei colpi.

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