Rissa in Campidoglio, sospesi i capigruppo Peciola e Onorato
– Finisce con una seduta di sospensione ciascuno la rissa di qualche mese fa durante la riunione dei capigruppo in Campidoglio tra Gianluca Peciola (Sel) e Alessandro Onorato (Lista Marchini). Una decisione, quella dell’ufficio di presidenza, che ha mandato su tutte le furie il capogruppo della Lista Marchini, il quale si è detto «disgustato» per il provvedimento pubblicando sul profilo Facebook la foto del dito fasciato proprio in seguito alla rissa della scorsa primavera. «Aggressore e aggredito sullo stesso piano: ecco la doppia morale della sinistra in Campidoglio – afferma -. Ho appena ricevuto una comunicazione da parte dell’Ufficio di Presidenza, composto solo da consiglieri della maggioranza (Pd, Sel e Lista Civica Marino), che ha deciso di sospendere me e il consigliere Peciola per una seduta di Consiglio comunale. Eppure sono stato io ad essere aggredito e ad aver subito un danno». «Lo scorso giugno, infatti, durante una riunione dei capigruppo mentre mi battevo per i lavoratori della RomaMultiservizi che protestavano per difendere il loro posto di lavoro – racconta – il consigliere di Sel Peciola mi ha aggredito e mi ha minacciato tirandomi una poltrona e rompendomi un dito -spiega Onorato- Se fosse successo il contrario, la maggioranza a reti unificate avrebbe invocato la ghigliottina. Sono comunque sicuro che otterrò in tribunale quella giustizia che non mi è stata garantita in in Aula Giulio Cesare: ho infatti denunciato alla Procura della Repubblica il consigliere Peciola per lesioni e minacce». La rissa della discordia risale allo scorso 28 maggio, quando – durante la riunione dei capigruppo sulla questione dei lavoratori della Multiservizi – Onorato e Peciola vennero alle mani. Il giorno dopo il capogruppo Sel si scusò riconoscendo la «gravità» dell’accaduto, ma negando di aver aggredito Onorato. «Il fatto mi ha visto comunque come persona aggredita», ribadì. Di tutt’altro avviso il capogruppo della Lista Marchini che pubblicò anche il referto medico e le foto del dito rotto. Sulla decisione di oggi è intervenuto anche il consigliere di «Noi con Salvini», Marco Pomarici, accusando l’ufficio di presidenza di usare «due pesi e due misure». «Io per l’accusa (da me sempre rifiutata) di aver mandato a quel paese la presidente – spiega – presi due giornate di squalifica. Complimenti al trio Pd, Sel e Lista Marino che decide in base all’appartenenza politica dei consiglieri. Alla faccia della democrazia».
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