Mafia capitale, la denuncia dell'Anticorruzione: "Appalti senza controlli, non trasparenti" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Mafia capitale, la denuncia dell’Anticorruzione: “Appalti senza controlli, non trasparenti”

Il giudizio dell' Anac dopo l' esame della gestione del Campidoglio tra il 2011 e il 2014. Il risultato del lavoro degli ispettori sulle due amministrazioni guidate da Giovanni Alemanno e Ignazio Marino è pubblicato dal Corriere della Sera

– Roma «porto franco degli appalti»: è il giudizio dell’ Autorità Nazionale Anticorruzione dopo l’ esame della gestione del Campidoglio tra il 2011 e il 2014. Il risultato del lavoro degli ispettori sulle due amministrazioni guidate da Giovanni Alemanno e Ignazio Marino è pubblicato oggi con grande risalto in prima pagina dal Corriere della Sera. L’analisi – scrive il quotidiano – ‘ha reso di palese evidenza il massiccio e indiscriminato ricorso a procedura non a evidenza pubblica in grado di assorbire di fatto, in termini quantitativi, quasi il 90 per cento delle procedure espletatè. Per un valore complessivo pari al 43 per cento degli appalti affidati: ciò significa che poco meno della metà dei lavori e dei servizi assegnati a Roma e pagati con denaro pubblico sono stati attribuiti attraverso trattative private, scegliendo di fatto i beneficiari«. Gli ispettori osservano che il ‘generalizzato e indiscriminatò utilizzo delle procedure negoziate in alternativa alle gare pubbliche è ‘in palese difformità e contrasto con le regole, rivelando spesso un’applicazione o elusione delle norme disinvolta e in alcuni casi addirittura spregiudicatà. ‘Ciò induce a ritenere – sottolinea la struttura diretta da Raffaele Cantone – che la prassi rilevata abbia una genesi lontana nel tempo e rappresenti in molti casi più un lucido escamotage che ha orientato l’attività contrattuale degli uffici verso un percorso semplificato foriero, come confermato dai recenti fatti di cronaca, di distorsioni anche di carattere corruttivo piuttosto che dalle condizioni di straordinarietà che hanno caratterizzato l’attività politico-amministrativa di Roma Capitale negli ultimi annì. Dietro i circa tre miliardi di euro assegnati in quattro anni a trattativa privata, scrive il Corriere, ‘si nasconde più il malaffare che la soluzione a situazioni d’emergenza, e l’indagine su Mafia Capitale non ha fatto altro che confermare questa ipotesì. Le conclusioni della relazione consegnata lo scorso 7 agosto al presidente Cantone sono state inviate al sindaco Marino e al prefetto Gabrielli, perchè valutino le iniziative di rispettiva competenza, alla Procura della Repubblica (Dda) e alla Procura della Corte dei conti per gli eventuali, ulteriori accertamenti. La denuncia dell’Anac riguarda anche il ‘sospetto di interessi corruttivi o criminali di altro genere dietro agli appalti a trattativa privatà, ‘confermato dalla constatazione di generalizzata carenza e omissione anche della verifica dei requisiti di partecipazione alle procedure negoziate degli operatori economici invitati, offerenti e aggiudicatarì. Questo particolare, si legge nell’articolo, insieme ‘all’improprio e spesso illegittimò utilizzo della procedura negoziale per ‘difetto di motivazionè, alla ‘non trasparente scelta dell’affidatariò e al ‘carente controllo e verifica della prestazionè, rende il sistema di assegnazione dei lavori ‘un ‘porto francò scevro dal rispetto delle regole e funzionale esclusivamente al raggiungimento di obiettivi estranei agli interessi della collettivita».

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