Olimpiadi 2024, domina l'Europa: quattro sfidanti per l'Europa. "Sfida affascinante" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Olimpiadi 2024, domina l’Europa: quattro avversari per la Capitale. “Sfida affascinante”

una sola vincitrice. Il Cio ha ufficializzato la lista delle candidate ad ospitare i Giochi Olimpici del 2024 e, assieme a Roma, si presentano ai blocchi di partenza quattro rivali: Amburgo, Budapest, Parigi e Los Angeles. Da qui al settembre 2017 – quando a Lima, in Perù, sarà votata la vincitrice – sarà una sfida nella sfida: Europa contro America; capitali contro capitali; Paesi membri del G7 e no. La grande rivale di Roma sembra essere Parigi (che i bookmaker mettono in prima fila) che spera così di festeggiare il centenario dei Giochi del 1924: i secondi francesi dopo quelli dell’edizione che aprì il secolo scorso. La Capitale transalpina mette in gioco tutto il suo patrimonio artistico e culturale. Una cartolina: dalla Tour Eiffel all’Arco di Trionfo e, per quanto riguarda gli impianti, lo Stade de France, il Parco dei Principi e il Roland Garros. Ma su Parigi aleggia il fantasma delle bocciature del 2008 e del 2012. E un’incognita: nel 2017 si terranno le elezioni politiche. Al momento, quasi tutti i partiti sono a favore dei Giochi, ma una nuova elezione di Nicolas Sarkozy potrebbe portare l’ex presidente a concentrarsi più su Expo 2025. Seguendo il borsino dei bookmaker, c’è Amburgo, che l’ha spuntata su Berlino. Punterà su acqua ed ecologia e, al momento, è l’unica ad aver indetto un referendum per sapere se la popolazione è favorevole. L’ultimo sondaggio direbbe di sì, anche se la maggior parte dei cittadini non crede nella vittoria. Non gode dei favori del pronostico nemmeno Los Angeles. Forse per il fatto che la città californiana è subentrata in corsa a Boston, protagonista di un forfait che ha creato un certo imbarazzo all’Usoc, il comitato olimpico statunitense. La città, che in un promo diffuso nei giorni scorsi si definisce «la capitale dell’Ovest degli Stati Uniti, la capitale settentrionale dell’America Latina e la capitale orientale del Pacifico», è al suo decimo tentativo e spera di centrare il tris dopo le edizioni del 1932 e del 1984 (entrambe vinte quando era l’unica a concorrere). L’85% degli impianti è realizzato, e Hollywood e Santa Monica sono pronte a rendere suggestiva la location. Ultima, almeno secondo i quotisti, è Budapest (sconfitta da Roma nel ’60). L’edizione magiara si prospetta all’insegna del low cost, ma la candidatura potrebbe essere ‘azzoppatà dalle politiche del governo ultraconservatore di Viktor Orban, alla ribalta per il muro anti-migranti costruito al confine con la Serbia e per il trattamento riservato ai rifugiati siriani. In merito, il presidente del Cio Thomas Bach ha risposto diplomaticamente, «auspicando una soluzione comune per questa sfida umanitaria». La corsa dei magiari però si potrebbe impigliare sul filo spinato. Non bastasse c’è anche una disputa con il Tribunale di Budapest che la ritiene illegittima assieme a tutte le decisioni adottate dall’assemblea generale del comitato olimpico ungherese dal 2012, anno in cui ne è stato approvato l’aumento del numero dei suoi membri.

Cinque, come i cerchi olimpici. Non ha riservato sorprese l’annuncio del presidente del Cio, Thomas Bach, che stamane ha ufficializzato le città candidate ad ospitare i Giochi Olimpici del 2024. Ai blocchi di partenza, infatti, si presentano tutte e cinque le città attese alla vigilia: Amburgo, Budapest, Los Angeles, Parigi e Roma. «Diamo il benvenuto alle cinque città candidate che sono notevoli e altamente qualificate – rileva il presidente in teleconferenza da Losanna -. Non me ne aspettavo di più perchè questa competizione è sulla qualità e non sulla quantità. Le vedremo competere in una sfida che sarà molto dura e affascinante». Eppure soltanto ieri Toronto ha rinunciato alla corsa; mentre era più remota la possibilità di vedere in gara Baku, che ha ospitato quest’anno i primi Giochi Europei, e che sembra orientata ad attendere l’edizione del 2028. Una corsa che si concluderà a Lima, in Perù, dove, in occasione della 130/a Sessione del Cio prevista per il settembre 2017, sarà votata la vincitrice. Toccherà alle singole candidate arrivare lì (non ci saranno scremature prima) con il dossier più appetibile, in linea con l’Agenda 2020 che, tra i vari obiettivi, punta sulla «sostenibilità», sulla «trasparenza» e sulla «legacy» delle infrastrutture. «L’Agenda 2020 – spiega il n.1 dello sport mondiale – ha fatto divenire il processo di candidatura più come un invito e le città hanno risposto impegnandosi con il comitato olimpico attraverso il dialogo e la cooperazione. La sostenibilità e l’eredità sono i cardini di ogni candidatura. Vogliamo che le città candidate mostrino come i Giochi si possano adattare alle loro strategie a lungo termine». Inoltre il Cio «darà un contributo di 1,7 miliardi di dollari in cash e servizi per il successo di questi Giochi». Le candidate dovranno rispettare i principi della Carta Olimpica e quelli riportati nel contratto siglato, che impegna le concorrenti a battersi contro la discriminazione sessuale e per favorire il rispetto della libertà dei media e del diritto del lavoro in termini di salute, sicurezza, protezione dell’ambiente e ad adottare leggi contro la corruzione. Perchè «i Giochi possono essere un esempio per una società pacifica, senza discriminazioni». Tra le contendenti, Amburgo è al momento l’unica che ha indetto un referendum per capire se la sua popolazione è favorevole ad ospitare la manifestazione. E a chi gli chiede se tutte le candidate dovrebbero indirne uno, Bach risponde: «Il Cio vuole mandare gli atleti in città dove sono i benvenuti e dove la popolazione sostiene chiaramente i Giochi. Come le candidate dimostrano questa cultura dell’accoglienza è una cosa loro. Ci sono molti mezzi e sistemi giuridici nel mondo». E ancora: «il Cio farà dei propri sondaggi su tutte le candidate e nessuna saprà quando accadrà, in modo da ottenere un risultato oggettivo che possiamo confrontare». Nella scelta non influirà la turnazione informale tra continenti. «Non credo che svolga un ruolo importante – sottolinea -. Adesso abbiamo tre Giochi di fila in Asia (Pyeongchang 2018, Tokyo 2020 e Pechino 2022, ndr). Questo dimostra che la rotazione informale, che abbiamo visto in passato, sta perdendo importanza». La Germania potrebbe ospitare nello stesso anno anche gli Europei di calcio, ma nemmeno questo inciderà nella scelta («nessuno ha dei dubbi sulle sue capacità nell’organizzare eventi»). Conterà piuttosto la stesura di un dossier credibile, realizzato passo passo assieme al Cio. «Se hai questo dialogo e se tutte le questioni vengono indicate prima – spiega Bach -, l’organizzazione dovrebbe essere meno turbolenta. Crediamo che a Lima i membri Cio saranno in grado di scegliere quale città eleggere per avere dei Giochi eccellenti». «Orgogliosi di esserci, onorati di avere accanto avversari così importanti come Parigi, Los Angeles, Amburgo, Budapest. Roma c’è, per questo ringraziamo il Cio, ed è fantastico» è stato il commento del comitato Roma 2024. «Adesso comincia la vera sfida, dura, leale, anche complicata, ma noi siamo pronti ad andare fino in fondo – è scritto in una nota – e siamo assolutamente fiduciosi di potercela fare, con l’aiuto di istituzioni mai così compatte come su questo bellissimo sogno che vogliamo regalare ai nostri bambini».

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