Rifiuti, ok alla gestione Ama per 15 anni. Ma sull'ingresso in borsa è scontro vicesindaco-presidente | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Rifiuti, ok alla gestione Ama per 15 anni. “Ingresso in borsa?”: scontro vicesindaco-presidente

Apertura ai privati con l'esternalizzazione, in via sperimentale e per la durata di due anni, del servizio di spazzamento in alcune aree della città: è quanto prevede la delibera su igiene urbana, approvata venerdì dall'assemblea capitolina

– Roma affida per 15 anni il servizio di gestione rifiuti ad Ama. E apre le porte ai privati per la pulizia di alcune aree della Capitale. Una scelta, quest’ultima, mal digerita da Sinistra Ecologia e Libertà, tanto che i vendoliani votano contro in Aula. E la maggioranza in Campidoglio sembra essere sempre più in crisi. Un contratto ad Ama di 15 anni, un monitoraggio sulla qualità del servizio con tanto di ‘sondaggiò ai romani ogni 3 mesi. E infine l’apertura ai privati con l’esternalizzazione, in via sperimentale, per la durata di due anni, del servizio di spazzamento in alcune aree della città. È quanto prevede la delibera sull’affidamento del servizio di gestione dei rifiuti urbani e di igiene urbana ad Ama. La votazione del provvedimento è stato ‘spacchettatò in due parti. La prima ha riguardato l’affidamento del servizio per 15 anni ad Ama: la maggioranza ha votato compatta a favore, compresi i quattro consiglieri di Sel. Unico no quello di Magi. La seconda parte ha riguardato l’esternalizzazione del servizio di spazzamento: qui invece i vendoliani hanno consegnato il loro voto contrario. «Si vuole regalare ai privati la ricchezza potenziale del ciclo dei rifiuti – commenta il capogruppo di Sel in Campidoglio Gianluca Peciola – Io credo che anche base del Pd sia in sofferenza perchè hanno votato un sindaco e una maggioranza che doveva fare altro. È evidente che c’è un tema di alleanze». In piazza sotto il Campidoglio, invece, hanno protestato i lavoratori Ama facendo un ‘assedio sonorò con fischietti e slogan contro il sindaco. Per il 2 ottobre l’Usb ha già proclamato uno sciopero. E oggi non è mancato neanche uno scontro tra il vicesindaco di Roma e il presidente di Ama Daniele Fortini. La sua idea di quotare l’azienda dei rifiuti in borsa ha fatto andare su tutte le furie il numero due del Campidoglio. «Semmai questa giunta volesse quotare Ama in borsa lo farebbe senza Causi vicesindaco» minaccia il vicesindaco Marco Causi. «Non è all’ordine del giorno di questa giunta – spiega ancora -, o perlomeno con questo vicesindaco, proporre una cosa del genere. Quindi non vedo possibile l’arrivo di Ama in borsa. Se poi qualcuno lo farà questo qualcuno non sarò io. Io un pò di senso della misura ce l’ho». La delibera votata oggi in assemblea prevede «di affidare ad Ama il servizio di gestione dei rifiuti urbani ed i servizi di igiene urbana della città di Roma, per la durata di quindici anni»; «di formulare indirizzo alle competenti strutture di Roma Capitale affinchè sia assicurato, sulla base degli obiettivi individuati nel Contratto di Servizio, un costante monitoraggio con metodologia scientifica e con report da una parte della qualità erogata e dall’altra della qualità percepita del servizio, avvalendosi di soggetti indipendenti e per quanto riguarda il secondo tipo di monitoraggio, coinvolgendo direttamente gli utenti»; «di impegnare Ama ad esternalizzare, in via sperimentale, per la durata di due anni, il servizio di spazzamento, limitatamente ad alcune aree del territorio della città di Roma, garantendo, comunque, la salvaguardia dei livelli occupazionali». In pratica se dopo tre trimestri due ‘monitoraggì sono negativi l’Ama procede a esternalizzare il servizio di spazzamento. Inoltre se l’esito del ‘sondaggiò è fortemente negativo e reiterato il Campidoglio ha la facoltà di revocare ad Ama l’affidamento dello spazzamento in determinate aree. Infine nella delibera si prevede, per migliorare l’efficacia e l’efficienza del servizio integrato di gestione dei rifiuti urbani, di valutare «il ricorso a formule di parterariato industriale», mantenendo la base giuridica dell’affidamento. Cioè Ama deve restare pubblica. Ama ancora una volta nel ciclone della polemica. Ieri il via libera ai licenziamenti di 60 ‘raccomandatì e assunti durante Parentopoli, oggi l’ipotesi di quotare l’azienda in borsa lanciata dal presidente Daniele Fortini. Un’idea che però ha fatto andare su tutte le furie il numero due del Campidoglio. «Semmai questa giunta volesse quotare Ama in borsa lo farebbe senza Causi vicesindaco» minaccia il vicesindaco Marco Causi. È lite a Palazzo Senatorio sul possibile futuro della municipalizzata che si occupa di rifiuti nella Capitale. Un futuro, secondo i vertici dell’Ama, simile a quello della multiutility Acea, quotata in borsa. Ma su cui il vicesindaco ha dato immediatamente il suo altolà. «Oggi non è in discussione la struttura societaria. La giunta capitolina non ha nessuna intenzione di produrre delibere sull’assetto societario della società Ama – dice Causi intervenendo in assemblea capitolina per rispondere alle richieste di chiarimento avanzate dal consigliere radicale Riccardo Magi – Non è nel programma della giunta». E aggiunge: «Non è all’ordine del giorno di questa giunta, o perlomeno con questo vicesindaco, proporre una cosa del genere. Quindi non vedo possibile l’arrivo di Ama in borsa. Se poi qualcuno lo farà questo qualcuno non sarò io. Io un pò di senso della misura ce l’ho». Il vicesindaco, quindi, boccia in pieno e senza se e senza ma il ‘sognò di Fortini che, dopo essere uscito sui giornali di oggi con la proposta di sbarcare sul mercato, è costretto a fare subito dietrofront: «Nessuno studio, progetto o iniziativa di quotazione in Borsa è in corso nè lo sarà se non per esplicito mandato dell’Amministrazione Capitolina» chiosa in un comunicato stampa. Il numero due del Campidoglio è molto chiaro nel spiegare il suo niet: «Non c’è nessuna monoutility italiana del settore rifiuti quotata in borsa eppure in Italia ce ne sono di molto più efficienti rispetto Ama, penso a quella di Torino e Genova. Evidentemente ci sarà un motivo». Le parole di Daniele Fortini? «È legittimo e comprensibile che un amministratore per fedeltà aziendale, per valorizzare la propria azienda, possa sperare che la natura societaria di quest’azienda possa cambiare ma non è lui a decidere». Intanto in assemblea capitolina, sempre su Ama, si sta per consumare un altro strappo nella maggioranza in Campidoglio con Sinistra Ecologia e Libertà pronta a votare contro la delibera sull’affidamento del servizio ad Ama. «È una posizione di destra, mentre la giunta va a sinistra» tuona Causi commentando il comportamento di Sel mentre il capogruppo dei vendoliani subito replica: «È di destra indebolire il servizio pubblico per darlo poi ai privati». Insomma in casa del sindaco-chirurgo non c’è proprio un bel clima. Da giorni tira un vento di crisi. Tanto che sempre Sel lancia un appello ad Ignazio Marino e al Partito democratico: fare un ‘referendum’ della coalizione del centrosinistra per capire se i romani sono ancora soddisfatti del voto dato due anni fa per la corsa in Campidoglio.

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