In fila a Montecitorio per l'ultimo saluto a Pietro Ingrao | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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In fila a Montecitorio per l’ultimo saluto a Pietro Ingrao

– Una lunga fila di cittadini e vecchi ‘compagnì, ha atteso oggi l’apertura dei portoni di Montecitorio per andare a dare l’ultimo saluto a Pietro Ingrao. Una fila paziente che si è ripetuta davanti la sala ‘giallà del Palazzo dove è stata allestita la camera ardente dello storico dirigente del Pci che è stato anche Presidente della Camera dei deputati, dal 1976 al 1979, tra Sandro Pertini e Nilde Iotti. Centinaia di testimoni, amici, militanti hanno sfilato accanto ad autorità, uomini di partito e di governo e delle istituzioni per omaggiare il ‘comunista del dubbiò e fare le condoglianze alla sua famiglia: il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, fuori Roma per impegni istituzionali, è atteso per domani; il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che tornerà dagli Usa solo domani notte, quando la camera ardente sarà ormai chiusa, potrebbe arrivare in tempo solo per i funerali. I quali si terranno mercoledì alle 11 in piazza Montecitorio, come avvenne per Nilde Iotti nel dicembre del 1999. Subito dopo, si svolgeranno altre esequie a Lenola, in provincia di Latina, dove Ingrao nacque. Oggi ha invece reso omaggio allo statista il presidente del Senato, Pietro Grasso mentre a fare gli onori di casa per la Presidente della Camera, Laura Boldrini (anche lei all’estero per impegni istituzionali) c’erano i vice presidenti Marina Sereni e Simone Baldelli. Circondata da Corazzieri inviati dal Quirinale assieme ad una corona di fiori, dai figli e parenti, la salma di Ingrao è stata omaggiata anche dal ministro Maria Elena Boschi e dal sottosegretario Claudio De Vincenti. Tra i primi ad arrivare l’ex presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Ma c’erano anche Achille Occhetto e tanti altri storici dirigenti ed esponenti del Pci. C’erano Walter Tocci, Luigi Berlinguer, Cesare Salvi, Gianni Cuperlo, Luigi Zanda, Anna Finocchiaro e poi Mario Segni, Maurizio Landini, Fausto Bertinotti. In molti si sono alternati in picchetti d’onore come la folta delegazione di Sel con Nichi Vendola. Il vignettista Vauro ha portato con sè una sciarpa rossa e l’ha deposta sul feretro: era quella, storica, del prete di strada Don Gallo. Altri hanno deposto un fiore e non è mancato chi ha pregato e fatto il segno della croce. E tanti gli attestati di stima e le parole commosse lasciate nel registro dove scorrono nomi, omaggi e ringraziamenti e allusioni al titolo del libro di memorie scritte da Ingrao: «Anch’io ‘volevo la lunà e non smetterò mai di crederci. Grazie per quello che hai fatto compagno».

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