Degrado, Marino ordina lo sgombero di via Assisi. 21luglio: "Interventi triplicati dall'annuncio del Giubileo" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

Degrado, Marino ordina lo sgombero di via Assisi. 21luglio: “Interventi triplicati dall’annuncio del Giubileo”

– Sarà sgomberato «a tutela della salute e dell’incolumità pubblica» il complesso immobiliare di via Assisi 157, l’ex immobile dell’Ente cellulosa che si trova vicino alla stazione Tuscolana, nel quale trovano rifugio numerose persone, bambini compresi che vivono in condizioni di degrado. A ordinare lo sgombero è il sindaco Ignazio Marino, con un provvedimento specifico approvato lo scorso 28 settembre. Pochi giorni prima, il 9 settembre, sulla scrivania del sindaco è arrivato il rapporto della Commissione per la sicurezza statica degli edifici privati, nel quale si sottolineano le «gravi carenze strutturali» e le condizioni igienico sanitarie del complesso che viene descritto come «una discarica a cielo aperto». Lo sgombero dovrà essere eseguito dai vigili urbani del VII Gruppo Appio, mentre il dipartimento politiche abitative del Campidoglio dovrà provvedere alle iniziative necessarie a garantire un’adeguata assistenza alloggiativa alle persone che trovano rifugio nel complesso. Il proprietario dell’immobile – stabilisce l’ordinanza – dovrà mantenere lo stato di inagibilità del complesso. Il palazzo di via Assisi occupato da numerose persone era stato già sgomberato nel gennaio 2013. «Dal 13 marzo scorso, giorno in cui Papa Francesco ha annunciato il Giubileo straordinario della Misericordia, gli sgomberi forzati ai danni delle comunità rom a Roma, che violano il diritto internazionale e i diritti umani delle famiglie coinvolte, sono più che triplicati. Le autorità capitoline hanno realizzato infatti 64 sgomberi forzati, passando da una media di 2,8 operazioni al mese (nel periodo 1 gennaio-13 marzo 2015) a una media mensile di 9,9 (13 marzo-30 settembre scorso). Nello stesso periodo dell’anno precedente la media mensile si attestava su poco più di 3 operazioni di sgombero». È l’allarme lanciato dall’Associazione 21 luglio che questa mattina, in concomitanza con la Giornata mondiale del diritto all’alloggio, ha presentato un appello internazionale dal titolo #PeccatoCapitale per chiedere al Comune di Roma una moratoria sugli sgomberi forzati durante il Giubileo. Sono intervenuti alla conferenza stampa il presidente della 21 luglio, Carlo Stasolla; monsignor Paolo Lojudice, vescovo ausiliare della diocesi di Roma sud e il missionario comboniano, padre Alex Zanotelli. Secondo i dati diffusi oggi dall’Associazione 21 luglio, nell’anno in corso sono stati già 71 gli sgomberi forzati nella Capitale ai danni delle comunità rom, che hanno riguardato circa 1.100 persone e sono costati al Comune una cifra stimata in 1.342.850 euro. In tutto il 2014, invece, l’Amministrazione guidata dal sindaco Marino si era limitata a 34 operazioni di sgombero in totale. Attraverso pochi clic sulla pagina web dedicata, www.21luglio.org/peccato-capitale, tradotta anche in lingua inglese, gli utenti potranno firmare l’appello e chiedere al sindaco di Roma Ignazio Marino, al prefetto Franco Gabrielli e all’assessore capitolino alle Politiche sociali, Francesca Danese, una moratoria sugli sgomberi forzati durante il Giubileo e l’attivazione urgente di un tavolo di concertazione «per individuare soluzioni alternative agli sgomberi e rispettose dei diritti umani». L’appello, lanciato oggi per «sensibilizzare l’opinione pubblica italiana, nonché i visitatori e i pellegrini che giungeranno in questi mesi nella Capitale», ha già ricevuto l’adesione di numerose organizzazioni impegnate nella tutela dei diritti umani: Popica Onlus, Antigone, Cild, ATD Quarto Mondo, Assiciazione Chico Mendes, Scosse, Lunaria, OsservAzione, PRIME Italia, Associazione Radicali Roma, Chi rom…e chi no, Compare, Unione inquilini, ASGU, Associazione Sucar Drom, Associaizone Sarda contro l’Emarginazione, FCEI, Cooperativa Snimazione Valdocco, Romanipè Palermo. ). Il timore espresso dall’associazione 21 luglio è quello di assistere al «ripetersi di situazioni in cui, nella Capitale, all’organizzazione di grandi eventi corrisponde un aumento significativo delle azioni di sgombero». Ad esempio, «in occasione del Giubileo del 2000 – ha ricordato la Onlus – gli sgomberi forzati realizzati portarono alcuni a parlare di ‘Giubileo nero degli zingarì». Negli ultimi cinque anni a Roma si è registrata una presenza costante di circa 2200-2500 rom di origine prevalentemente rumena, si legge nel dossier divulgato dalla 21 luglio, che abitano in insediamenti spontanei precari, i cosiddetti insediamenti «abusivi». In una città che conta 2.872.021 abitanti, queste persone rappresentano quindi lo 0,09% della popolazione. Buona parte di essi vive a Roma da anni, spesso sono famiglie con minori al seguito che migrano per motivi economici. «Nessuna delle famiglie incontrate dall’Associazione nel corso degli anni persegue uno stile di vita nomade – si legge ancora – tuttavia la maggior parte di loro è stata ripetutamente costretta a trovare rifugio in diverse parti della città, a seguito di operazioni di sgombero forzato, in un perverso ‘gioco dell’ocà che viola sistematicamente i diritti umani». «Siamo molto preoccupati dalla netta impennata di sgomberi forzati a cui, ogni giorno, stiamo assistendo dell’annuncio del Giubileo – ha detto Carlo Stasolla, presidente dell’Associazione – Gli sgomberi forzati che si realizzano nella Capitale sono illegali, perché non rispettano le garanzie procedurali previste dal diritto internazionale e rappresentano un’evidente violazione dei diritti umani di uomini, donne e, soprattutto, bambini. In più, rappresentano un inefficace sperpero di risorse pubbliche, si limitano a spostare le persone da una parte all’altra della città, senza risolvere il problema dell’inadeguatezza dell’alloggio. rendendole ancora più vulnerabili, e denotano più che mai il perpetuarsi di un approccio emergenziale da parte dell’Amministrazione – ha concluso – in luogo di una lungimirante visione di stampo sociale».

email

Bisogna effettuare il login per inviare un commento Login