Omicidio per il bimbo conteso, il procuratore chiede 4 condanne: 2 ergastoli | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Omicidio per il bimbo conteso, il procuratore chiede 4 condanne: 2 ergastoli

– Ribaltare la sentenza di primo grado disponendo quattro condanne, di cui due all’ergastolo. Sono le richieste del Pg Alberto Cozzella al processo d’appello per l’omicidio di Marco Zioni, avvenuto nel febbraio 2012 a Roma, nella zona di Montespaccato, dopo una lite in strada tra due famiglie che si contendevano un bambino. In particolare, il rappresentante della pubblica accusa ha chiesto alla III Corte d’assise d’appello di condannare all’ergastolo Massimiliano e Tiziano Gambacurta, e a 24 anni ciascuno Domenico Gambacurta e Marco Lo Pinto. In primo grado, nel dicembre dello scorso anno, la I Corte d’assise capitolina condannò a 16 anni e 7 mesi di reclusione Massimiliano Gambacurta, assolvendo gli altri tre imputati con la formula «per non aver commesso il fatto». Alla base dell’assassinio compiuto il 21 febbraio 2012, così come contestato, ci sarebbero stati dissidi familiari legati all’affidamento del figlio di dieci mesi che Lo Pinto aveva avuto con la cugina della vittima. Marco Zioni morì in ospedale dopo essere stato raggiunto in strada da un colpo di pistola all’addome. Si era presentato a un appuntamento per chiarire la questione dell’affidamento, quando, secondo l’accusa, trovò a fronteggiarlo alcune persone con le quali ci sarebbe stata la tragica lite. Tra le accuse c’è anche il riferimento al tentato omicidio di uno dei nonni del bambino, nei confronti del quale fu esploso un colpo d’arma da fuoco che andò a vuoto. Per questa stessa vicenda c’è stato anche un altro ‘spaccatò processuale. A finire sul banco degli imputati, infatti, si è nel tempo trovato anche il nonno paterno del bambino, ritenuto dagli inquirenti addirittura mandante dell’omicidio. Condannato a 16 anni di reclusione in primo grado dopo il rito abbreviato, l’uomo, Giuseppe Lo Pinto, in appello è stato però assolto «per non aver commesso il fatto». Nei suoi confronti, la sentenza assolutoria è diventata definitiva e irrevocabile. Oggi, inizio del processo d’appello. Dopo l’intervento del rappresentante dell’accusa e delle parti civili, c’è stato l’inizio delle discussioni difensive; previste altre due udienze prima della sentenza.

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