Stadio Roma, chiuse le indagini sui terreni di Tor di Valle: in 4 rischiano il processo | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Stadio Roma, chiuse le indagini sui terreni di Tor di Valle: in 4 rischiano il processo

. Tra le attività di distrazione, è detto nel capo di imputazione di circa 2,5 milioni di euro da parte di Gaetano e Umberto Papalia dalla spcietà dell' Ippodromo e l'omesso versamento di tributi per alcuni milioni di euro

– Il contratto di affitto del terreno sul quale dovrebbe sorgere lo stadio della Roma è stato oggetto, quando era di proprietà della società Sais, di una distrazione da parte della società locataria, la «Ippodromo di Tor di Valle», in danno dei creditori delle due società, poi fallite. È quanto accertato dalla procura di Roma che ha concluso l’inchiesta sul sito di Tor di Valle. Quattro indagati rischiano il processo. Conclusioni che non rischiano di pregiudicare l’edificazione dello stadio da parte della società giallorossa. – Nel chiudere le indagini il procuratore aggiunto Nello Rossi ed il sostituto Mario Dovinola hanno notificato il relativo avviso, atto che anticipa la richiesta di rinvio a giudizio, agli imprenditori Gaetano e Umberto Papalia – già presidente e componente del cda della Ippodromo Tor di Valle, costituita nel 2008 per la gestione del galoppatoio e fallita nel giugno 2013 nonchè soci e detentori del capitale della Sais (fallita nel 2014); inoltre a Umberto Ciccozzi, liquidatore della Ippodromo Tor di Valle, e Michele Saggese, ex amministratore unico della Sais. Bancarotta per distrazione e omesso pagamento dell’Iva i reati contestati a seconda delle singole posizioni. In sostanza la procura contesta che l’anticipata rescissione del contratto di locazione del terreno, per canoni non pagati, nel 2013, a fronte di una scadenza nel 2016, avrebbe privato i creditori di Sais e di Ippodromo di Tor di Valle dei proventi che sarebbero derivati dallo sfruttamento del dello stesso, poi acquistato, sempre nel 2013, dall’imprenditore Luca Parnasi e poi ceduto alla società che dovrebbe edificare lo stadio della Roma. Tra le attività di distrazione, è detto nel capo di imputazione di circa 2,5 milioni di euro da parte di Gaetano e Umberto Papalia dalla Ippodromo Tor Di Valle e l’omesso versamento di tributi per alcuni milioni di euro. Sulla vicenda dello stadio è in corso un’inchiesta che verte sul presunto pericolo idrogeologico che deriverebbe dalla realizzazione dell’impianto.

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