Spese Marino, il Campidoglio passa al contrattacco: "Stop alla campagna offensiva o querele". Ma il caso finisce in procura | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Spese Marino, il Campidoglio passa al contrattacco: “Stop alla campagna offensiva o querele”. Ma il caso finisce in procura

"Le spese di rappresentanza - sottolinea una nota - per il 2014 ammontano a 128.028,10 euro. Il capitolo contiene molte voci non attribuibili al primo cittadino"

«Se questa campagna offensiva dovesse continuare Roma Capitale sporgerà querela». Il Campidoglio passa al contrattacco e sulle spese del sindaco Ignazio Marino non accetta ulteriori ricostruzioni ritenute «offensive, orientate da interessi politici e prive di fondamento». «È tutto online – dicono da Palazzo Senatorio -. Si tratta di un gesto di trasparenza e novità assoluta per un comune italiano. Ogni singola spesa è motivata formalmente dal sindaco nelle modalità previste dalle norme». Un gesto, però, non sufficiente a placare le ire delle opposizioni che oggi hanno presentato esposti alla Corte dei Conti e alla Procura. Lista Marchini, M5S e Fratelli d’Italia vogliono vederci chiaro tra scontrini, fatture e ricevute che compongono il faldone da 492 pagine pubblicate sul sito ufficiale del Comune di Roma. Ma è lo stesso Campidoglio oggi a spiegare che in poco più di due anni – da quando cioè è primo cittadino della Capitale – Marino ha speso 1.789,43 euro al mese, di cui «773 per rappresentanza e 1.016,43 per missione». «Le spese di rappresentanza degli organi di governo del Comune di Roma Capitale – sottolinea una nota – per il 2014 ammontano complessivamente a 128.028,10 euro, una cifra certificata. Tra le spese di rappresentanza degli organi di governo sono contenute molte voci non certo attribuibili alla persona del sindaco: dalla realizzazione delle medaglie, ai doni alle delegazioni internazionali che sono ricevute in Campidoglio. Su queste spese negli anni dell’amministrazione Marino sono stati fatti sostanziosi tagli rispetto al passato e sono, se rapportate alle dimensioni della città, più che in linea quando non spesso inferiori a quelle di tutte le altre grandi realtà italiane». Per il Campidoglio, dunque, non c’è nulla da nascondere, come invece lascia intendere il leader della Destra, Francesco Storace. «Marino deve chiarire questa storia dei pranzi di famiglia – dice -. Non c’è solo l’America a costare quattrini ai romani. Ma anche insopportabili pranzi e cene di sabato e domenica nei dintorni di casa». Il Movimento 5 Stelle, invece, torna a chiedere «la creazione di un sito web ad hoc, un vero e proprio sistema open data dove i cittadini romani potranno controllare in tempo reale l’estratto conto della carta di credito in dotazione al sindaco, nonchè tutte le spese sostenute dagli uffici del Comune di Roma». Sarà ora la magistratura a chiarire se c’è stato o meno un danno erariale, spulciando tra dati e conti dell’amministrazione capitolina. «Sarà la magistratura – afferma il capogruppo in Campidoglio di Fdi-An, Fabrizio Ghera – a dirci se le ‘spese ballerinè di Marino sono state effettuate secondo un uso disinvolto di soldi pubblici a fini privati». «Stiamo approfondendo anche l’esame su tutte le spese, compreso il viaggio della delegazione capitolina a Philadelphia e New York – chiosa il capogruppo della Lista Marchini, Alessandro Onorato -, per cui il Comune di Roma ha impegnato oltre 22 mila euro, di cui 4.866 solo per le spese del sindaco, per verificare eventuali profili di illecito».

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