Mafia, locali ai prestanome: nuove condanne per il clan Fasciani | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Mafia, locali ai prestanome: nuove condanne per il clan Fasciani

Un giro di locali e stabilimenti intestati fittiziamente a prestanome, ma in realtà riconducibili al clan Fasciani, con l’aggravante del metodo mafioso: per questo oggi il tribunale di Roma, dopo il maxiprocesso dello scorso gennaio, ha sferrato un nuovo colpo alla ‘mala di Ostià emettendo dodici sentenze di condanna che coinvolgono anche i vertici della famiglia considerata tra le più influenti del litorale romano. Dieci gli anni di reclusione per il patriarca Carmine, otto per la moglie Silvia Bartoli e sette per la figlia Azzurra. Minori le condanne per Mirko Mazziotti, Fabio e Davide Talamoni e Daniele Mazzini (4 anni e sei mesi). Tre anni a Francesco Palazzi, Gabriella Romani e Marzia Salvi, mentre per Marco D’Agostino i giudici hanno deciso una pena di 3 anni e 3 mesi; 2 gli anni per Fabio Sinceri. I giudici di Roma, oltre all’interdizione dai pubblici uffici per gli imputati principali, hanno inoltre deciso di confiscare alcune società su cui stanno indagando il procuratore capo Giuseppe Pignatone, l’aggiunto Michele Prestipino e il pm Ilaria Calò. Per quanto riguarda le posizioni di due commercialisti, invece, i giudici hanno rinviato gli atti alla Procura per valutare il reato di falsa testimonianza, e hanno disposto il risarcimento delle parti civili: un milione di euro per Roma Capitale, 100 mila euro ciascuna per tre associazioni e 500 mila euro per la Regione Lazio. Denaro, quest’ultimo, di cui già si conosce la destinazione: «Serviranno – ha affermato il governatore Nicola Zingaretti – per promuovere progetti a sostegno della legalità che si rivolgeranno in particolare ai giovani di Ostia. La Regione Lazio, così come ha già fatto in passato, e soprattutto in occasione di altri processi, continuerà a sostenere la battaglia contro ogni forma di criminalità e di infiltrazione a Ostia e su tutto il territorio regionale», ha aggiunto. A gennaio scorso il tribunale di Roma aveva emesso una storica sentenza – associazione a delinquere con l’aggravante della mafiosità – contro i Fasciani: 14 condanne e 200 anni di carcere, di cui 28 al boss Carmine, 16 anni e 9 mesi alla moglie, mentre per la figlia Azzurra la pena era stata di 11 anni.

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