Marino si sfoga: "Pur di cacciarmi mi avrebbero messo la cocaina in tasca. Ma io sto bene" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

Dimissioni, il day after di Marino: “Pur di cacciarmi avrebbero messo cocaina in tasca. Io sto bene”

«Mi sembra che Marino abbia fatto un buon lavoro intraprendendo il percorso contro Mafia Capitale ma dall'inizio contro di lui si è scatenata una caccia incredibile», commenta un vicino di casa dell'ex primo cittadino

Alle 10 in punto, giacca chiara e cravatta a strisce blu e rosse, Ignazio Marino, che ieri sera si è dimesso da sindaco di Roma, è uscito dalla sua abitazione situata al centro di Roma. Ai cronisti che gli facevano domande ha risposto, entrando in macchina, «buon lavoro». – Ignazio Marino, è appena arrivato in Campidoglio entrando da una porta secondaria, la cosiddetta ‘Porta delle Lancè eludendo così i numerosi giornalisti e fotografi che attendevano il suo arrivo . – Ad attendere Marino sulla piazza del Campidoglio una ressa di fotografi e giornalisti. Il sindaco ha salutato tutto, «buongiorno e buon lavoro». Poi ha assicurato: «sto molto bene, vado a celebrare un matrimonio». Un impegno preventivato da tempo al quale non ha voluto rinunciare. «Mi sembra che Marino abbia fatto un buon lavoro intraprendendo il percorso contro Mafia Capitale ma dall’inizio contro di lui si è scatenata una caccia incredibile». Lo ha detto un vicino di casa di Ignazio Marino commentando le dimissioni del sindaco. «Sono tedesco e mi trovo a Roma per lavoro – ha aggiunto – e la storia dei ventimila euro non mi sembra un caso importante. Oggi sono triste perchè so che lui ha a cuore questa città. Adesso c’è il vuoto, è possibile che tornino a vincere i ‘vecchì o i cinque stelle, ma che sappiamo di loro?». – L’Assemblea capitolina, convocata per oggi, per la discussione sui bus turistici, si è chiusa dopo il primo appello per mancanza del numero legale. La presidente dell’Aula Valeria Baglio usando la dicitura ‘apprezzate le circostanzè, ha ritenuto non fosse il caso di procedere con altri appelli e ha dichiarato chiusa la seduta.«Ci avevano provato con la Panda rossa, i funerali di Casamonica, la polemica sul viaggio del Papa. Se non fossero arrivati questi scontrini, prima o poi avrebbero detto che avevo i calzini bucati o mi avrebbero messo della cocaina in tasca». È lo sfogo del sindaco dimissionario di Roma, Ignazio Marino, in un’intervista a La Stampa. Sulle note spese contestate, Marino si difende: «Io non so cosa ci hanno scritto sopra. Ho consegnato gli scontrini agli uffici, come si fa in questi casi. Non escludo che possa esserci stata qualche imprecisione da parte di chi compila i giustificativi», e ribadisce di essere «disposto a pagare di persona le mie spese di rappresentanza di questi due anni: 19.704,36 euro. Li regalo al Campidoglio». Marino rivendica di aver «rotto le uova nel paniere del consociativismo politico», ricorda che «Roma sarà parte civile nel processo di Mafia Capitale. Noi abbiamo tagliato le unghie a chi voleva mettere le mani sugli affari» e ora si augura che «chi verrà dopo di me non riporti Roma indietro». Afferma poi che in questa vicenda nel Pd «mi hanno espresso vicinanza in due. Il ministro Graziano Delrio e Giovanni Legnini, entrambi molto avviliti per quanto accaduto». E in Comune «dieci consiglieri del Pd su diciannove» piangevano. Su Renzi dice: «Non avendo avuto l’opportunità di parlare col presidente del consiglio, non ho potuto conoscere qual è il suo giudizio». Nessuna minaccia – aggiunge – dietro la puntualizzazione di avere 20 giorni per ritirare le dimissioni: «Prendo atto che Pd e Sel, due partiti della maggioranza, hanno chiesto le mie dimissioni. E un chirurgo non può restare in sala operatoria senza il suo team». Ora «la decisione non è più nelle mie mani. E io sono l’ultima persona al mondo che vuole occupare una poltrona».

email

Bisogna effettuare il login per inviare un commento Login