Spese Marino, la procura si muove: presto l'acquisizione degli atti | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Spese Marino, la procura si muove: presto l’acquisizione degli atti

– La svolta nell’inchiesta sulle spese del sindaco dimissionario Ignazio Marino avviata dalla Procura di Roma arriverà con tutta probabilità nella giornata di lunedì. Dopo aver di fatto «congelato» l’attività istruttoria in attesa degli sviluppi squisitamente politici della vicenda, i pm coordinati dal procuratore Giuseppe Pignatone sono pronti ad avviare una densa attività istruttoria dai primissimi giorni della prossima settimana. Gli atti formali si susseguiranno e non è escluso che come prima iniziativa, oltre all’acquisizione di numerosi documenti in Campidoglio, i pm possano procedere con la formale iscrizione nel registro degli indagati del primo cittadino per il reato di peculato. Ieri nel vertice negli uffici di Pignatone, il procuratore aggiunto Francesco Caporale e il sostituto Roberto Felici hanno messo a punto una sorta di road map sul da farsi. Una scaletta di interventi bloccata in queste ore per evitare che una iniziativa immediata potesse avere effetti anche sul quadro politico e sulle decisioni dello stesso Marino. Lunedì i magistrati affideranno un’ampia delega agli uomini della Guardia di Finanza. Prima tappa sarà il Palazzo Senatorio per portar via materialmente tutte le ricevute e gli atti di spesa firmati dal sindaco. I finanzieri potrebbero anche acquisire presso la filiale della banca che ha emesso la carta di credito del Comune l’intero incartamento relativo ai movimenti effettuati in questi mesi. In contemporanea con l’attività di recupero degli atti potrebbero essere avviate una serie di audizioni delle tante persone tirate in ballo in questa vicenda. Dai titolari dei ristoranti dove il sindaco si è recato, ai ‘commensalì invitati ai pranzi e alle cene. Di questi già alcuni hanno smentito quanto affermato da Marino, come ad esempio i rappresentanti della Comunità di Sant’Egidio e l’ambasciatore del Vietnam, sostenendo di non aver mai mangiato assieme al primo cittadino. Dal punto di vista giudiziario al momento il fascicolo resta ‘modello 45’, ossia senza indagati o ipotesi di reato. Nella cartellina rossa del pm Felici sono stati inseriti i due esposti fino a questo momenti giunti in procura: uno, via fax, da parte di Fratelli d’Italia e l’altro del Movimento Cinque Stelle che nei giorni scorsi si erano recati per depositare analogo esposto anche presso la sede della Corte dei Conti. In base a quanto filtra dagli uffici della cittadella giudiziaria l’ipotesi di lavoro su cui si stanno concentrando gli inquirenti prende in considerazione esclusivamente il reato di peculato. Una ipotesi di reato su cui l’assessore comunale alla Legalità, Alfonso Sabella, si è detto «imbarazzato». «Sono stato in imbarazzo – ha affermato – e lo sarei ancora di più se dovesse arrivare un procedimento penale, anche se si tratta di poche migliaia di euro. Il peculato è un reato grave che avrebbe reso incompatibile la mia presenza in giunta». E anche il Codacons si è recato oggi in Procura per depositare la formale costituzione di parte offesa nell’inchiesta. «Siamo certi che dall’indagine emergerà la totale assenza di illeciti in capo al sindaco, ma la costituzione di parte offesa rappresenta per il Codacons un passo obbligato – spiega il presidente Carlo Rienzi – In una città assillata da problemi, dove mancano i soldi per risolvere la questione delle buche stradali, pulire i quartieri, eventuali usi errati dei soldi pubblici determinerebbero un evidente danno per la collettività».

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