Dimissioni Marino, il chirurgo non ci ripensa e si prepara agli ultimi 20 giorni. Renzi: "Primarie? Decidono i romani" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Dimissioni Marino, il chirurgo non ci ripensa e si prepara agli ultimi 20 giorni in Campidoglio Renzi: “Primarie? Decidono i romani”

Il suo addio potrebbe anche trasformarsi in un arrivederci: bagno di folla tra tanti sostenitori che gli chiedono di restare per convincerlo a una candidatura con una lista civica

«Più che con il Pd si è rotto il rapporto tra il sindaco di Roma Ignazio Marino e la città». Il premier Matteo Renzi affronta il caso del sindaco di Roma dimissionario a «Che tempo che fa» e assicura che non sarà lui a scegliere il nuovo primo cittadino perchè «dovranno decidere i romani». Di nomi per possibili successori o commissari non vuole farne. «Sabella – osserva rispondendo a Fazio – è un ottimo nome, è un magistrato e ha fatto un grosso lavoro sulla legalità», ma il nome del commissario «lo deciderà il prefetto di Roma». «Io – aggiunge – mi auguro che nei prossimi mesi chiunque possa dia una mano, perchè, prima delle discussioni tra correnti, viene Roma». Per Marino intanto è arrivato il «D-Day» e, incontrando i numerosi supporters ieri in piazza per difenderlo, avverte che lui non ci ripenserà. Solo che il suo addio potrebbe anche trasformarsi in un arrivederci. Il bagno di folla tra tanti elettori e iscritti del Pd che lo hanno votato, e gli oltre 40mila che su Change.org gli chiedono di non dimettersi, non lo fanno solo commuovere fino alle lacrime, come confiderà più tardi su facebook. Lo rafforzano in un convincimento radicato: «Voi siete il sale della democrazia e costituite un patrimonio che Roma non può e non deve perdere». E se in tanti oggi gli suggerivano di ricandidarsi, se i consiglieri della sua lista civica si dicevano pronti a sostenerlo anche in una nuova corsa, il sindaco sembra non lasciare chiusa la porta. Un sogno che i ben informati in Campidoglio non escludono possa diventare realtà. Con Ignazio Marino pronto a correre di nuovo nelle elezioni di primavera, questa volta «mai più con il Pd», come gli chiedono i suoi fan, e forte di una sua lista civica. Un’ipotesi che fa tremare un Pd a Roma già logorato. Così la guerra di nervi con il sindaco dimissionario, tentato fino a ieri ad andare alla conta in consiglio comunale, non è finita. Dopo l’ennesimo stop del commissario romano del partito Matteo Orfini che ha ricordato i «troppi errori», e l’arma sempre innescata di una mozione di sfiducia o delle dimissioni in massa dei consiglieri, il sindaco ha abbassato la guardia. E ha fatto anche «un atto di responsabilità, visto il clima di questi giorni, evitando di andare ieri in tv da Fabio Fazio», come ha confidato ai suoi collaboratori. Così ora si getterà in 20 giorni di ultimo lavoro sulle priorità della città, a partire dall’avvio di tutti i cantieri del Giubileo. Anche oggi, dopo aver celebrato in Campidoglio le nozze di un consigliere della sua lista civica, è tornato al lavoro. Ma ad aspettare Marino ci sono anche gli sviluppi dell’ inchiesta aperta dalla Procura dopo «lo scandalo degli scontrini», che ha spinto il Pd a metter la croce sopra il sindaco «marziano». Marino rischia di essere indagato per peculato per una serie di rimborsi spese contestati e già domani scatterà l’attività istruttoria. E su questo la Lega va all’ attacco. «Se uno sbaglia, cade, chiede scusa e va a casa. Ma la parolina magica ‘scusà io ancora non l’ho sentita…», dice Matteo Salvini. Mentre tutto il centrodestra stoppa qualsiasi ipotesi di rinvio delle elezioni di primavera e Berlusconi assicura che la riconquista del Campidoglio è «un obiettivo alla nostra portata e non dobbiamo farcelo sfuggire». Anche la Chiesa torna a farsi sentire, ampliando l’orizzonte. Il cardinale vicario Agostino Vallini annuncia una «Lettera alla città» stilata, in vista del Giubileo, perchè Roma sia «stimolata a rinascere, ad avere una scossa». «Ripartire dalle molte risorse religiose e civili presenti a Roma», esorta Vallini che auspica anche la «formazione di una nuova classe dirigente nella politica». Mentre il segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin, si è detto sereno che le dimissioni di Marino «non metteranno a rischio i lavori per il Giubileo». La Città eterna, insomma, può guardare avanti.

– Gli ultimi 20 giorni del sindaco Ignazio Marino. Alla guida del Campidoglio con la priorità del Giubileo e non solo: anche trasporti, urbanistica, municipi, sociale e finanziamenti europei. Il sindaco-chirurgo disegna la road-map delle ultime settimane del suo governo per evitare rischi di caos e dare risposte a temi urgenti. Intanto dal colle capitolino assicurano: i lavori per il Giubileo partiranno questa settimana. Domani, dopo aver consegnato le dimissioni nelle mani della presidente dell’assemblea capitolina Valeria Baglio, inizieranno ufficialmente i 20 giorni prima dell’addio definitivo al colle capitolino. E il sindaco ha già in mente come passarli: cercando di chiudere tutte le pratiche ancora aperte, con particolare attenzione alle gare per far trovare pronta la Capitale all’Anno Santo della Misericordia. Obiettivo è tentare di fare un ‘lifting’ alla Città Eterna. Una missione anche facilitata dai 30 milioni di euro ‘sbloccatì l’altro ieri da Palazzo Chigi. Risorse che verranno subite investite nell’illuminazione pubblica – proprio ieri Marino ha avuto un incontro con la presidente di Acea per accertarsi che sia portato a termine il progetto luci led – per riparare le buche, ma anche per la manutenzione di metro, tram e bus. Al trasporto pubblico locale saranno destinate la maggior parte delle risorse, circa 15 milioni di euro. I lavori sulla rete underground di Roma partiranno domenica 18 ottobre. E i cantieri di manutenzione in vista del Giubileo saranno solo di notte però. Tutti i giorni infatti i cancelli delle metro A e B chiuderanno alle 22. Orario normale, fino all’1.30 di notte, il sabato. A inizio della settimana, probabilmente martedì, sarà convocata una riunione della Giunta per «dare la massima continuità a ciò che è stato cominciato». Insomma in questi ultimi 20 giorni si cercherà di dare uno sprint a tutto, in particolare per ciò che riguarda il Giubileo. Anche perchè ad oggi delle circa 31 gare del Campidoglio, per un totale di 50 milioni di euro, ne sono state assegnate solo cinque. Bandite invece quasi tutte, ne mancano quattro all’appello. Dopo l’addio di Marino sembrerebbe non esserci nessun rischio sul destino di questi appalti. Nessun rallentamento, assicurano dal Palazzo Senatorio sottolineando come i lavori «saranno già tutti iniziati» all’arrivo del commissario. A inizio di questa settimana dovrebbe aprire il primo cantiere del Giubileo a piazzale Ostiense che verrà riqualificato – domani sarà bandita invece la gara per la riqualificazione del Lungotevere. Poi work in progress in tutta la città a macchia di leopardo per chiudere tutti i cantieri attorno l’8 dicembre. Ma il Giubileo non è la sola priorità. Il sindaco dimissionario ha chiesto pochi giorni fa ai membri dell’ esecutivo capitolino di portare a Palazzo Senatorio tutti i provvedimenti avviati da chiudere in 20 giorni. Tra i temi sul tavolo anche urbanistica – 61 delibere sono in attesa di essere discusse in assemblea – e finanziamenti europei che devono essere intercettati. Sarà anche una corsa contro il tempo per mettere nero su bianco tutti gli interventi urgenti da fare per i Municipi. Proprio ieri Marino ha chiesto ai minisindaci di indicare atti, provvedimenti ed opere che dovranno essere sbloccati dall’amministrazione. Una delle priorità sarà sicuramente il sociale. L’altro giorno dal Pd capitolino avevano lanciato l’allarme: «C’è poco tempo a disposizione per salvare il welfare dei Municipi, i cui servizi essenziali rischiano di chiudere se non si interviene entro la fine del mese».

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