Dimissioni Marino, il popolo di Ignazio: "Siamo con te, mai più con il Pd" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Dimissioni Marino, il popolo di Ignazio: “Siamo con te, mai più con il Pd”

Ha il sapore di una frattura definitiva con il Pd l’affollatissimo «sit-in» di oggi organizzato in una splendida giornata di sole in piazza del Campidoglio per convincere il sindaco Marino a ripensarci. Il popolo di Ignazio lo dice a chiare note: «Marino resisti, i cittadini onesti sono con te», ma soprattutto, «non voteremo mai più il Pd, ricandidati». Quello che si è consumato oggi a Roma, ma anche sui profili twitter e facebook di tanti militanti e non, è il divorzio tra una parte degli elettori di Marino e il Pd. Un partito «responsabile di averlo ostacolato in ogni modo pur di non farlo continuare nella sua opera di distruzione dei vecchi meccanismi della politica. Si attaccano alle ricevute di qualche cena, è penoso», dicono gli elettori del sindaco ‘marzianò, alcuni arrivati in bici, sul colle capitolino. Tra di loro c’è anche un gruppo di radicali. È tutto un «non mollare» e cori contro il premier Renzi: «Ci sono troppi Mattei in giro, bisogna sfoltire…», dice Carlo, alludendo anche al commissario del Pd Roma, Matteo Orfini. Proprio lui sulla sua pagina fb è vittima di insulti da parte del popolo della rete che lo accusa di aver scaricato Marino. I supporter del sindaco se la prendono pure coi giornalisti, colpevoli di dire «dal primo giorno del suo mandato che è inadeguato. A chi giova?», dice Stefano. E se non bastasse, anche il deputato del Pd Marco Miccoli, in piazza tra i supporter di Marino, riflette: «Avremmo dovuto discutere meglio prima di togliere la fiducia a Marino, il danno prodotto è questo: una frattura all’interno del Pd e nel nostro elettorato. C’è stato un errore di chi ha diretto questa operazione, dal rimpasto di giunta agli ultimi eventi». Gli fa eco Sara: «Anche il ruolo della Chiesa in questa faccenda è stato vergognoso. Ma lo sappiamo, Marino con le unioni civili era inviso ai porporati». Il deputato Pd Michele Anzaldi, da sempre in prima linea contro Marino, non risparmia critiche nemmeno oggi: «Marino ora in piazza, tra insulti a suo partito e giornalisti. Dov’era a luglio? 25 giorni di pesanti disagi per treno Roma-Lido. Opportunismo». Ma lui, il protagonista di tanto clamore, fa sapere che non intende ripensarci. A sorpresa, e contro il parere delle sue guardie del corpo, esce dal Palazzo Senatorio per un bagno di folla: lo abbracciano, gli gridano di tenere duro, gli chiedono di ricandidarsi, ma senza il Pd. Lui ringrazia tutti e poi ammette: «Ho pianto, mi sono scese le lacrime a vedere le migliaia di cittadini romani che in queste ore si stanno mobilitando con ogni mezzo, anche presentandosi qui in Campidoglio di domenica». Intanto su change.org alle 17, dopo circa 48 ore, sono 40mila i firmatari della petizione che chiede a Marino di rimanere. Alcuni supporter invitano tutti i romani domani alle 12 sotto la sede del Pd nazionale per protestare contro un partito «miope e mosso solo da interessi personalistici».(

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