Mafia capitale, la rivincita di Marino: il 20 ottobre in aula per il processo contro l'ex dg Ama | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Mafia capitale, la rivincita di Marino: il 20 ottobre in aula per il processo contro l’ex dg Ama

Il sindaco dimissionario, Ignazio Marino, sarà in aula il prossimo 20 ottobre all’udienza del giudizio abbreviato a carico dell’ex dg di Ama, Giovanni Fiscon, accusato di corruzione nell’inchiesta di Mondo di mezzo. Questo è il primo processo di Mafia Capitale e probabilmente sarà l’ultimo atto da sindaco di Marino prima della sua decadenza, il prossimo 2 novembre. Un chiaro segno non solo contro la mafia romana ma contro quel mondo politico che Marino a più riprse rivendica di avere «cacciato» o quanto meno «combattuto». Il bubbone dell’Ama scoppiò nei primissimi giorni dell’inchiesta, nel dicembre scorso. Le «attenzioni» sulla municipalizzata dell’immondizia da parte del clan di Carminati e Buzzi, rappresentano, infatti, uno dei filoni più corposi dell’inchiesta. Pressioni e corruzione dei funzionari pubblici per poter aggiudicarsi ricchissimi appalti in tema di smaltimento dei rifiuti. Una situazione di illiceità che il prefetto Franco Gabrielli sintetizza così nella relazione inviata al ministro Alfano: «La conduzione di Ama era subappaltata a Mafia Capitale». Parlando della partecipata capitolina il prefetto aggiunge che «con la giunta Alemanno l’impresa è oggetto di una gestione per così dire proprietaria da parte del suo amministratore delegato Franco Panzironi». E nella relazione si sottolinea «il buon esito delle pressioni esercitate da Carminati per far nominare ai vertici di Ama soggetti del suo ‘demi mondè (Berti e Fiscon) capaci di garantire la prosecuzione dei suoi lucrosi affari». Sulla gestione di Ama, il sindaco ha dichiarato di essere stato il primo, «due anni prima» dell’arrivo della magistratura, ad iniziare una campagna di rinnovamento all’interno dell’azienda. «Poco dopo il mio insediamento convocai qui una delle figure che ritenevo incompatibili con il nostro modo di amministrare, Panzironi, e gli chiesi le dimissioni; e per quanto riguarda l’ingegner Fiscon ritenevo che anche lui non fosse adatto», disse Marino. Ma il sindaco trovò molte resistenze e Fiscon fu riconfermato nel luglio 2014 salvo poi venire arrestato nel dicembre successivo. Agli atti dell’inchiesta resta l’esplicito sms di Salvatore BUzzi: «Marino 0 Fiscon 2»: il ras delle coop infatti si era mosso «per costruire il consenso politico tra consiglieri di maggioranza e assessori, al fine di respingere l’offensiva del sindaco». E ci riuscì.

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