Festa Roma, Bellucci: "La bellezza passa, conta l'anima" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Festa Roma, Bellucci: “La bellezza passa, conta l’anima”

Un melò sui sensi di colpa, su verità non rivelate, dove tutti i personaggi hanno qualcosa da dimenticare, ma anche voglia di redimersi. In Ville-Marie di Guy Edoin, passato oggi alla Festa di Roma, una Monica Bellucci, coraggiosa in molte scene nel mostrare il tempo che passa, è una famosa attrice, Sophie Bernard, che si trova a Montreal per girare un film di serie b. «La bellezza è un dono che ci è stato dato – dice la Bellucci, un dono di cui non possiamo essere fieri. Quello che conta è l’anima». E ancora: «il fatto di perdere la bellezza della gioventù mi fa acquistare un altro tipo di bellezza, quella che posso mettere nella vita». La Sophie Bernard di Ville-Marie è a Montreal anche perchè lì ha un figlio, Thomas (Aliocha Schneider), con cui ha un conto aperto. Ma in questa stessa città, in un film corale dove tutte le storie si intrecciano, c’è anche un paramedico, Pierre (Patrick Hivon), che soffre per un evento di guerra di cui si sente colpevole e Marie (Pascale Bussières), infermiera che gestisce il pronto soccorso con un dramma alla spalle. Le vite di questi quattro personaggi avranno una sorta di redenzione. E questo in una sola notte. «Interpreto, allo stesso tempo, il ruolo di una madre, di una donna e di un attrice – dice la Bellucci -. Una donna che in qualche modo usa il fatto di essere attrice per proteggersi. Una madre lontana, non certo perfetta. Per creare un rapporto con Thomas devo togliere la mia armatura, struccarmi. Non puoi avere una faccia da copertina se c’è dolore». Per me – ci tiene a dire la Bellucci che ha appena compiuto 51 anni – «essere un’attrice non è affatto una protezione, casomai un’esposizione. La protezione la vivo quando sono nell’ombra è li che mi ricarico». Del suo essere madre nella vita vera dice:«ho due figlie femmine, ma so che è molto diverso rispetto all’avere un maschio. Le mie amiche che hanno figli maschi non fanno altro che dirmi: nessun uomo mi ha fatto soffrire come mio figlio. Però l’amore per i figli lo conosco». Monica Bellucci, che sta ancora girando un film con Kusturica, ‘On the Milky Road’ («lo so sono tre anni, ma il fatto è che lo giriamo solo l’estate») è anche nel cast dell’atteso ultimo 007, Spectre di Sam Mendes, in uscita il 5 novembre in Italia. «Non è vero – dice – che ho rifiutato trenta anni fa di fare uno 007, ma allora sarebbe stato più ovvio. Non posso dire nulla sul film, solo il fatto che interpreto Lucia Sciarra, una vedova con tanti segreti». Alla domanda di come si identifica oggi in quanto attrice internazionale, replica con sicurezza: «Mi definisco italiana, anzi italianissima». Infine a chi le chiede se farebbe un ruolo da bruttissima, replica con sincerità:«già in Ville-Marie ci sono andata giù di brutto. Certo il corpo invecchia, si sa, ma l’anima no».

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