Atac: "La Regione ci deve 680milioni, è problema politico", l'ad Broggi: "Azienda salvata dal fallimento" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Atac: “La Regione ci deve 680milioni, è problema politico”, l’ad Broggi: “Azienda salvata dal fallimento”

– «C’è chi dice che bisognava occuparsi più del servizio. Il mandato con cui mi chiamarono Marino e Improta era salvare dal fallimento Atac. Quando siamo arrivati Atac non aveva i soldi per pagare benzina e ricambi, aveva 450 milioni di debiti con i fornitori che per quasi due anni non erano stati pagati. C’erano 350 milioni di debiti con le banche. Oggi il salvataggio dell’azienda si è realizzato. Possiamo dire che azienda uscita da situazione di pericolo di fallimento». Lo ha detto l’ad dimissionario dell’Atac Danilo Broggi.- «Ho sentito dire che bisognava far fallire Atac. Che ne avremmo fatto dei 13 mila dipendenti e delle loro famiglie, e come avremmo trattato i debiti con fornitori?», ha affermato. Broggi durante l’incontro con i giornalisti ha sottolineato anche che il «piano industriale è frutto di un lavoro che nasce dalle linee guida dell’ex assessore Improta, quindi da Roma Capitale. Se non va più bene – e politicamente ci può stare – si tratta di lavorare ad un altro piano industriale». «I quattro ad prima di me si sono succeduti nell’arco di due anni – ha rincarato -. Quest’azienda è martoriata per definizione: non ha mai avuto una continuità di governance. Escano con idee chiare – il suo appello – su quel che si vuol fare della mobilita di questa città». L’ad dimissionario ha quindi raccontato: «Io a maggio andai da Improta a dire che ritenevo finito il mio mandato. Io non sono un trasportista. Il mio mandato era risanare azienda. Mi trovo ancora qui perchè l’approvazione del bilancio era condizionata da due fattori: il nuovo contratto servizio approvato solo 10 il settembre e la ricapitalizzazione terminata anche a settembre». «È un’analisi corretta». Così l’ad dimissionario di Atac Danilo Broggi, durante una conferenza stampa nella sede aziendale, risponde a chi gli chiede se la politica ha scaricato Roma sul fronte della mobilità. «Chi pensa che l’Atac sia il tema da risolvere per risolvere la mobilità non ha il quadro complessivo – ha affermato -. Serve una conferenza dei servizi con Regione e anche con il Governo». «Ci siamo accorti al nostro arrivo nel luglio 2013 che c’erano crediti in bilancio di Atac verso Roma Capitale, che partivano dal 1997, che ammontavano a 470 milioni di euro». Così l’ad di Atac Danilo Broggi, in conferenza stampa nella sede dell’azienda. «Abbiamo denunciato più volte la necessità non più rimandabile di investimenti per la metro pari a 150 milioni, pena la possibilità di erogare il servizio. Si tratta di 150 milioni, solo per gli interventi non non più rimandabili, per tutta la rete servono investimenti superiori. C’è un deficit sugli investimenti sulla metro di oltre dieci anni che provoca condizioni di estremo disagio nella condizione del l’esercizio». Lo ha detto l’ad dimissionario dell’Atac, azienda di trasporto capitolina, Danilo Broggi. Secondo Broggi per tutta la rete «in una lettera di Roma Metropolitane si parla di 500 milioni sulle due linee».- «L’azienda ha crediti nei confronti della Regione di 680 milioni di euro. La Regione non ci paga gli oneri da contratto collettivo nazionale del lavoro pari a 70 milioni all’anno. Cioè la Regione dice ‘sì te li devo dare ma te li dà il Comunè. Quindi è un problema politico che va risolto, noi oltre a fare causa che possiamo fare?». Lo ha detto l’ad dimissionario dell’Atac Danilo Broggi. «Roma non ha bisogno di polemiche politiche, ha bisogno di personalità capaci. Mi sono permesso di segnalare a Renzi la figura che può dare una mano significativa con competenze, qualità e onestà ai trasporti romani: si chiama Marco Rettighieri». Così durante la trasmissione «Un giorno speciale» su Radio Radio l’assessore capitolino uscente ai Trasporti Stefano Esposito. «Ha fatto molto bene all’Expo è la figura giusta. È un romano, una figura professionalmente capace per fare il commissario straordinario», dice Esposito. «Rettighieri è stato chiamato subito dopo i guai giudiziari che sono avvenuti lì e ha consentito l’apertura dell’Expo stessa – osserva Esposto – si è occupato di appalti delicati, lo ha fatto in modo onesto e trasparente, è molto stimato dal dottor Cantone e dal Presidente del Consiglio. È la figura giusta». «Speranze che io continui il mio lavoro anche dopo la caduta della Giunta? Nessuna – aveva premesso Esposito – io faccio politica e nel momento in cui una amministrazione va a casa e c’è un commissariamento le figure che svolgeranno questo ruolo saranno figure neutre. È la cultura istituzionale che mi hanno insegnato».

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