Giubileo, Consiglio supremo: "Preoccupa l'allerta". Gabrielli: "La sicurezza preoccupa, ma no allarmi" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Giubileo, Consiglio supremo: “Preoccupa l’allerta”. Gabrielli: “La sicurezza preoccupa, ma no allarmi”

Nessun allarme specifico ma è chiaro che il quadro internazionale, soprattutto in aree molto vicine all’Italia, è in «rapido deterioramento». Ed è ancora più chiaro che il Giubileo attirerà i riflettori del terrorismo fondamentalista sul nostro Paese, per cui l’allerta dell’intero sistema di sicurezza e di difesa da oggi si posiziona sul rosso. Non è stato un Consiglio Supremo di Difesa (CSD) di routine quello che si è svolto oggi al Quirinale sotto la guida del presidente Sergio Mattarella con il premier Matteo Renzi e diversi ministri. Il CSD è un organo di rilevanza costituzionale preposto all’esame dei problemi generali politici e tecnici attinenti alla sicurezza e alla difesa nazionale. Una sede perfetta per fare il punto sulla sicurezza nazionale e sulle priorità di politica estera del Governo. Soprattutto in un momento nel quale gli impegni della Comunità internazionale crescono di settimana in settimana spaziando in un teatro immenso che va dalla Libia all’Afghanistan, passando per Siria ed Iraq. «L’offensiva terroristica nei diversi teatri di crisi si sviluppa e minaccia di investire il nostro stesso Paese», è la premessa che si evince dalle analisi di intelligence portate dal ministro degli Interni Angelino Alfano e dalle relazioni dei ministri Gentiloni e Pinotti. In questo quadro preoccupante «prevenire è meglio che reagire», sottolinea il Consiglio Supremo che da oggi chiede «pragmatismo e realismo» a tutto il sistema di sicurezza e di intelligence italiano. Ma non solo: anche le Forze Armate sono chiamate con decisione da Governo e Quirinale a fare la loro parte per una rapida riorganizzazione attraverso «scelte chiare». La preoccupazione che è emersa oggi al Colle è quella – spiegano fonti ministeriali – di un ritardo nelle misure da prendere soprattutto in vista dell’avvio del Giubileo, evento che non si può e non si deve sottovalutare nelle dimensioni e nei rischi. È in questa chiave che si legge un passaggio della nota finale della riunione quando si sottolinea come sia «necessario che gli sforzi siano concentrati sulle esigenze di più immediato e diretto interesse per la sicurezza nazionale, con realismo». Grande prudenza anche sulle missioni internazionali. La decisione sul rinnovo dell’impegno italiano in Afghanistan, confermano le stesse fonti, è stata rinviata al prossimo vertice della Nato di fine Novembre in Turchia dove si farà il punto con gli alleati. Ma se la premessa è che «l’Italia opera in seno alla Comunità Internazionale, con tutte le capacità di cui dispone», la parola d’ordine è pragmatismo e nessuna fuga in avanti. Il no ad «atti unilaterali» esce confermato da questo Consiglio Supremo di Difesa.«Preoccupati sì ma non allarmati». Il Prefetto di Roma Franco Gabrielli sintetizza così la questione sicurezza che ruota attorno all’anno giubilare. Un appuntamento che, rispetto al 2000, si svolgerà sotto lo spettro Isis che tiene col fiato sospeso gli apparati istituzionali e religiosi. Quindi, oggi, la presentazione del protocollo d’intesa con la Camera di Commercio sulla formazione degli esercenti perchè siano pronti ad accogliere i milioni di pellegrini e dare una mano anche sul fronte della «sicurezza di prossimità», ha riportato di attualità il tema. «Siamo consapevoli che lo scenario è quello che è, però questo non significa che non ci si debba preparare in maniera adeguata al fatto che viviamo in un contesto di minaccia» ha osservato Gabrielli ricordando la sua esperienza in Protezione civile quando era abituato a essere «pre-occupato nel senso che me ne occupo prima» delle questioni così spinose come il Giubileo. E d’altro canto non c’è altro modo per evitare problemi anche perchè l’inquilino di palazzo Valentini sottolinea di non avere «superpoteri» e di limitarsi «a coordinare i vari soggetti istituzionali per presentarci all’8 dicembre al meglio». In quest’ottica si inserisce il protocollo siglato oggi da Gabrielli con il presidente della Camera di Commercio di Roma Lorenzo Tagliavanti. Gli esercenti saranno sentinelle della sicurezza, una sicurezza condivisa e cioè quella che si costruisce con la collaborazione di tutti. Certo, spiega Tagliavanti, «non vogliamo il commerciante poliziotto o spione ma solo un collaboratore che sa cosa fare quando serve» anche perchè il lavoro delle forze dell’ordine è altra cosa. Quello che negozianti e artigiani potranno fare, avendo una zona di osservazione privilegiata e cioè il proprio negozio o laboratorio, è aiutare i pellegrini. Per esempio, «se ci dovesse essere un problema alla metropolitana l’esercente deve sapere cosa fare, oppure indicare dove si trovano i servizi igienici oppure fornire informazioni nella lingua straniera che conoscono e che sarà indicata all’esterno del negozio stesso», ha sottolineato Tagliavanti. Ma il modo principale per creare una sicurezza condivisa è combattere l’illegalità, l’abusivismo e su questo la Camera di Commercio si è impegnata firmando il protocollo. «La scommessa – ha concluso Gabrielli – è quella di aiutare l’economia buona, tutelare chi paga le tasse e rispetta le regole. Sennò i furbi avranno sempre la meglio. Vivere correttamente non è inutile ma è l’unico modo per costruire società migliore».

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