Orfini attacca Marino, le opposizioni vogliono il sindaco in aula | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Orfini attacca Marino, le opposizioni vogliono il sindaco in aula

Un braccio di ferro sempre più teso. E con toni via via più aspri tra il sindaco dimissionario Ignazio Marino e il Partito democratico. Oggi è arrivato via Twitter l’attacco di Matteo Orfini. E mentre il sindaco marziano progetta il suo ultimo colpo di scena le opposizioni in Campidoglio accelerano verso la fine e fanno una richiesta scritta per convocare l’assemblea capitolina. L’Aula Giulio Cesare è così più vicina ad essere il palcoscenico dell’ultimo atto dell’era del chirurgo dem. La capigruppo per procedere alla convocazione si terrà la prossima settimana. Si fa sempre più concreta la possibilità che sia Ignazio Marino a spiegare in Aula i motivi della crisi politica che ha portato alle sue dimissioni, così come chiedono le opposizioni. Ma tra gli scranni ad aspettarlo ci saranno, salvo mediazioni che ancora non si intravedono, i consiglieri del Pd pronti a dimettersi in massa per mettere così la parola fine all’ amministrazione del chirurgo. Stamattina l’ultima bordata sparata dal commissario dei dem a Roma Matteo Orfini: «A giudicare dalle nomine last minute, la grande guerra ai poteri forti si è fermata davanti ai cancelli dell’Auditorium» cinguetta. Proprio ieri il sindaco Marino aveva annunciato la nomina nel Cda di Aurelio Regina e Azzurra Caltagirone. «Penso non si debba arrivare ad uno scontro. Il Pd è il partito del sindaco. La cosa più auspicabile è che ci sia un dialogo» dice oggi l’assessore e braccio destro di Marino Alessandra Cattoi. «Mi auguro più un confronto politico che uno scontro in Aula» aggiunge la fedelissima che proprio ieri aveva sottolineato come, messo alle spalle l«affaire scontrinì, la questione delle dimissioni »ora è tutta politica«. L’intenzione del sindaco sarebbe quindi quella di usare l’Aula come il ring dove combattere il suo match finale con il Pd. A meno che, riferiscono i più stretti collaboratori del sindaco, non si decida con i dem una ‘resa onorevolè: ovvero andare in Aula con il sindaco che spiega le ragioni delle sue dimissioni e un Pd che tessa le lodi degli obiettivi raggiunti durante questi due anni e mezzo di governo, salvo ribadire, tuttavia, che ‘ora non ci sono più le condizioni per proseguire». A portare alla convocazione dell’Aula è la procedura innescata dalle opposizioni. Dodici consiglieri hanno presentato oggi la richiesta al presidente dell’assemblea per convocare la seduta e portare in Aula il sindaco. A firmare sono state tutte le opposizioni da Forza Italia a Lista Marchini e M5s, tranne Altra Destra e Fratelli d’Italia. «Abbiamo superato la soglia di un quinto dei consiglieri necessaria ora la presidente Baglio convochi consiglio lunedì o martedì» dice il vicecapogruppo di Fi Dario Rossin che confessa anche come diversi consiglieri del Pd erano tentati di firmare l’appello per convocare l’Aula. Marino intanto nel suo fortino Campidoglio attende. Oggi ha incontrato l’ex collega senatore Francesco Giro, in quota Forza Italia ed ha ascoltato, scrive il sindaco in una nota, «la sua severa preoccupazione e la sua determinata richiesta di non spiegare le ragioni delle mie dimissioni in stanze chiuse, ma nei luoghi deputati a questo dalle regole democratiche». Il sindaco-marziano continua a studiare la sua exit strategy. E domenica sarà un giorno fondamentale visto che i suoi supporter scenderanno di nuovo in piazza sotto il Campidoglio per chiedergli di ritirare le sue dimissioni. Un appuntamento a cui Marino sta valutando se prendere parte magari facendo lì un comizio per esporre le sue ragioni. E forte del sostegno della piazza e dei romani presentarsi poi in Aula per il giudizio finale. La deadline per ritirare le sue dimissioni è sempre fissata al 1 novembre. E fino a quella data tutto può ancora succedere.

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