La Roma teme solo se stessa: "Siamo pronti a vincere" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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La Roma teme solo se stessa: “Siamo pronti a vincere”

– In testa, ma con i piedi per terra. La vetta della classifica non sembra mutare più di tanto i piani della Roma. A Trigoria vige sempre la logica del basso profilo, perfettamente descritta da Rudi Garcia dopo il successo sulla Fiorentina: «Non molto tempo fa eravamo tutti scarsi, ora non possiamo diventare favoriti solo perchè siamo primi». Insomma, meglio gustarsi l’attimo piuttosto che guastarlo pensando al futuro. «È presto per fare valutazioni – ribadisce il dg Baldissoni -. Ci godiamo il frutto del nostro lavoro che ci ha riportato al primo posto in solitudine dopo quasi due anni». Il timore di uscire allo scoperto sarebbe giustificato più che altro dalla cronica mancanza di continuità della squadra giallorossa. Un limite strutturale che porta Baldissoni ad ammettere che l’avversario più temibile per la Roma è la Roma stessa. «Non è retorica. Sappiamo di essere attrezzati per vincere, non ci nascondiamo – spiega -. Ma fra essere attrezzati e vincere c’è una grande differenza, soprattutto per chi da tanti anni non ci riesce. Pensiamo prima a costruire questa mentalità vincente, questa consapevolezza e convinzione, poi ci preoccuperemo delle altre». Di chi? «C’è il Napoli, la Juventus che in questo momento è un pò attardata, l’Inter che si è rinforzata molto, e la Fiorentina per quanto fatto vedere finora» l’elenco del dg romanista, che lascia fuori (volutamente?) la Lazio seconda in classifica e ultima avversaria prima della sosta in una sfida che si annuncia priva del sostegno delle due curve dell’Olimpico («sarebbe triste un derby senza tifosi»). Prima della stracittadina, tuttavia, ci sarà da affrontare Udinese e Inter in campionato e di nuovo il Bayer Leverkusen con l’obiettivo di dimostrare che il palcoscenico continentale «non è troppo grande» per la Roma. «Abbiamo ancora chance di passare il turno, e non demorderemo certo» le parole di Baldissoni, che però parlando di un possibile intervento sul mercato a gennaio svela un retroscena: «Noi siamo amministratori prudenti e nel budget annuale abbiamo previsto l’uscita dal gruppo di Champions e l’entrata in Europa League. Non contiamo quindi su quelle risorse che speriamo però di ottenere». Così come se lo augura Garcia, sempre eliminato nella fase a gironi, e voglioso di prendersi una rivincita dopo le critiche dell’ambiente. «Rudi è stato molto sul banco degli imputati, ma siamo tutti in discussione quando facciamo questo lavoro – ricorda il dg -. E ora che siamo attrezzati per vincere è aumentata la pressione. Ma non è vero che il rapporto con Garcia fosse agli sgoccioli. Alcune dichiarazioni a fine stagione non sono state fortunate, e il presidente glielo ha detto in modo chiaro, ma ciò non ha minimamente intaccato il rapporto di fiducia e collaborazione. Siamo molto contenti di quello che ha fatto da quando è arrivato. Ricordiamoci che ha fatto il record di punti e sono due anni che porta la Roma al secondo posto». Non resta che salire l’ultimo gradino, quello più difficile. Magari regalando a Totti un’uscita di scena simile a quella di Rivera col Milan, con scudetto in campo e poltrona da dirigente: «Se devo sottoscrivere, sottoscrivo tutto il pacchetto – ammette sorridendo Baldissoni -. Francesco è arrivato a un punto della sua carriera in cui è naturale per ragioni anagrafiche non essere impiegabile al 100% in tutte le partite. Sta a lui decidere cosa fare, ha il diritto di scegliere dove intende esprimere la parte successiva della sua carriera, se in un settore tecnico, dirigenziale o di rappresentanza».

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