DIMISSIONI DIETROFRONT MARINO | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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DIETROFRONT MARINO

Ignazio Marino ha ritirato le dimissioni e lancia la sfida al Partito democratico

Ignazio Marino ha ritirato le dimissioni e lancia la sfida al Partito democratico

Campidoglio-caos, Roma paralizzata. A due giorni dalla scadenza parte la sfida disperata al Pd. Il partito costretto a scegliere a decidere in fretta. Il commissario Orfini precetta i suoi 19 consiglieri, a loro si aggiungono quattro dell’opposizione e due della maggioranza. Raggiunta quota 25, sufficiente a bloccare tutto. Sette assessori si dimettono, resta il “cerchio magico dei fedelissimi. E quel che resta della Giunta vara una serie di delibere. Anche quella famosa della chiusura dei Fori alle auto. Ma solo nei week end

Stefania Pascucci

Alla fine Marino ha ritirato le dimissioni rassegnate 18 giorni fa. A due giorni dalla fine della transizione, prevista per legge (venti giorni per ripensarci, per qualsiasi carica istituzionale), il sindaco –chirurgo ha detto che vuole continuare a fare il sindaco di Roma. E vuole spiegarlo in Aula Giulio Cesare. La sua ambizione politica – dicono in molti del suo partito- sta danneggiando il Pd ma soprattutto la città. Ignazio, il marziano, sta remando contro gli interessi della Capitale. E se si convocasse davvero l’Assemblea si perderebbero altri 20 giorni e addio commissariamento. Un collasso per l’amministrazione della città, che vive ormai da oltre un anno fuori controllo a causa dell’inchiesta di Mafia capitale nell’ambito della quale sono stati arrestati molti esponenti della giunta Marino del Pd, citiamo Ozzimo, ex assessore alla Casa e al patrimonio, Coratti, ex presidente del consiglio capitolino, Pierpaolo Pedetti, ex presidente della commissione Patrimonio, Andrea Tassone ex presidente di Ostia, il X Municipio sciolto per mafia, Angelo Scozzafava, ex capo dipartimento delle Politiche Sociali del Comune di Roma, tanto per fare qualche nome appartenente alla sua cerchia. Senza dimenticare la storia più recente degli scontrini senza giustificativi, cene e frequentazioni in lussuosi roof garden con parenti e amici, una carta di credito pagata dai contribuenti con un plafond di 50mila euro al mese, spese di rappresentanza per lo staff portato negli Usa, viaggi senza riscontri di utilità istituzionale. Marino ha trascorso tutta l’estate fuori Italia mentre a Roma si celebrava il funerale show, con tanto di elicottero sprovvisto di autorizzazione, del patriarca del clan dei Casamonica e la città Eterna diventava sempre più sporca e insicura.

Il “marziano” ha convocato d’urgenza quel che rimane della sua Giunta per decidere gli ultimi atti di governo sulla Capitale: il superamento dell’emergenza abitativa con i residence, una delibera (un po’ confusa) sull’impianto di trattamento dei rifiuti dell’Ama, Tmb Salaria, con la chiusura prevista entro la fine di dicembre ma se necessario anche oltre; poi la famosa delibera sulla pedonalizzazione integrale dei Fori, con il divieto di percorso al servizio pubblico bus e taxi, h 24 per un anno. Infine la ciliegina sulla torta: una bella variazione di bilancio (ma dove sono i soldi?) per i municipi ai quali andranno 4,5 milioni di euro, mentre 30 milioni di euro, nella fase corrente, finiranno a favore di tre dipartimenti: cultura, ambiente e politiche sociali; un milione per il Giubileo. La copertura? Secondo gli assessori «gli interventi sono coperti attraverso maggiori entrate per oltre 21 milioni e minori spese per circa 10 milioni». Insomma, i soldi entreranno se si avvererà la profezia.

Una giunta in notturna, in extremis, perché domani sarebbe stato troppo tardi: sarebbe già in dirittura d’arrivo l’accordo per il reclutamento dei consiglieri, la fatidica quota dei 25, pronti a dimettersi per far cadere sindaco e Giunta. Ai 19 del Pd, precettati dal commissario Orfini nel pomeriggio, avrebbero dato il loro appoggio quattro dell’opposizione e due della maggioranza. Ai consiglieri del Pd si unirebbero dunque Daniele Parrucci di Centro democratico e Svetlana Celli della Lista civica Marino, entrambi in maggioranza. Per l’opposizione a dimettersi Alfio Marchini e Alessandro Onorato della Lista Marchini, Mino Dinoi del gruppo misto e Roberto Cantiani del Pdl. Tra gli assessori dimissionari della giunta Marino-quater: Sabella, Pucci, Rossi Doria, Esposito, Causi, Marinelli e Di Liegro. Quelli di Sel giocano la loro partita e non si dimettono, i quattro grillini restano alla finestra. Alla fine sette assessori se ne sono andati, complessivamente, cinque sono rimasti. I fedelissimi, come la Cattoi. Ma l’avventura non è finita, altri colpi di scena sono possibili.

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