Pd e destra insieme per mandare a casa Marino: c'è quota 25, dimissioni di massa. | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Pd e destra cacciano Marino: dimissioni di massa, lasciano 25 consiglieri. A Roma arriva il commissario. Zingaretti: “Momento difficile”

Gli eletti dem hanno deciso di firmare la lettera di addio con il sostegno delle opposizioni. Sel: "Non ci siete riusciti con Alemanno"

Dimissioni di massa firmate. Nella sede dei gruppi consiliari in via del Tritone 25 consiglieri comunali hanno firmato, davanti al notaio, le loro dimissioni. Una volta protocollate in Campidoglio verrà sciolto il consiglio comunale e decadrà il sindaco di Roma Ignazio Marino

Roma - Crisi Campidoglio: pronte le dimissioni di 26 consiglieri, 19 del Pd e altri  7 dell'opposizione

Roma – Crisi Campidoglio: pronte le dimissioni di 26 consiglieri, 19 del Pd e altri 7 dell’opposizione

È stata raggiunta la quota 25, ovvero il numero necessario dei consiglieri dimissionari per fare cadere consiglio e giunta in Campidoglio. Le dimissioni di massa saranno presentate oggi. Le firme si stanno raccogliendo presso la sede dei gruppi consiliari capitolini dove è presente anche un notaio. – «Confermo quanto detto ieri. Io non firmo le mie dimissioni. Non mi risulta essere tra i 26 dimissionari». Così il consigliere comunale del gruppo misto Mino Dinoi arrivando nella sede dei gruppi in via del Tritone. Il suo nome è circolato ieri tra quelli pronti a dire addio al loro incarico insieme ai consiglieri del Pd. – «Noi ovviamente non ci dimettiamo. Questa situazione è incomprensibile, il Partito democratico non è riuscito a mandare a casa Alemanno e invece riesce a mandare a casa Marino. Questo dovranno spiegarlo ai romani e a tutto il Paese». Così il capogruppo di Sel in Assemblea capitolina, Gianluca Peciola, lasciando la sede dei gruppi consiliari di via del Tritone. «Preferiremmo una mozione di sfiducia in Assemblea capitolina, il giusto luogo della democrazia, ma in caso contrario anche noi siamo pronti a dimetterci insieme ai consiglieri del Pd, perchè l’obiettivo numero uno è mandare a casa Marino». Così i consiglieri comunali di Fdi-An, Fabrizio Ghera e Lavinia Mennuni.(Alessandro Cochi, in quota al gruppo misto, e Marco Pomarici di Noi con Salvini hanno presentato le loro dimissioni. «Ovviamente le dimissioni sono volutamente non contestuali alle 25 che si presenteranno. Sono stato il primo a dimettermi e l’ho fatto da solo» ha spiegato Cochi. Pomarici invece ha sottolineato che con queste dimissioni vuole «prendere le distanze dall’assurda raccolta firma del Pd che allo stato dell’arte è dilaniato e sfiducia il proprio sindaco».«Io e Marchini ci siamo già di fatto dimessi a giugno. Se il Pd con due anni mezzo di ritardo viene sulle nostre posizioni non fa altro che chiudere finalmente questa esperienza fallimentare per Roma. Se gli altri si dimettono noi siamo contenti di chiuderla». Così il capogruppo della Lista Marchini Alessandro Onorato arrivando alla sede dei gruppi consiliari di via del Tritone. «Mi sembra che la notizia sia stata data con estrema chiarezza. Io vado a firmare le mie dimissioni». Così la presidente dell’assemblea capitolina Valeria Baglio arrivando nella sede dei gruppi consiliari in via del Tritone.- Ressa di giornalisti e fotografi davanti la sede dei gruppi consiliari in via del Tritone dove stanno arrivando i consiglieri comunali di Roma pronti a dimettersi. A presidiare l’ingresso le forze dell’ordine che hanno chiesto ai cronisti di disporsi su due lati per creare un passaggio per chi deve entrare. E pochi minuti fa, proprio davanti il luogo dove i consiglieri diranno addio ai loro scranni decretando di fatto la fine dell’amministrazione Marino, è passato il sindaco di Roma a bordo della sua auto e accompagnato dalla sua scorta. Probabilmente di ritorno al Campidoglio dopo il suo appuntamento all’Auditorium. («Ci assumiamo la responsabilità positiva di firmare anche noi per lo scioglimento del Consiglio. I nostri consiglieri Cozzoli e Barbato daranno le firme decisive». Lo dice il leader di Conservatori e Riformisti Raffaele Fitto a proposito del comune di Roma. «Dopo le mie dimissioni mi sento avvilito perché dover interrompere un percorso di risanamento amministrativo così imponente come quello avviato in questi mesi, per me è una grande sconfitta». Lo ha detto Alfonso Sabella, ex assessore alla legalità della Giunta Marino, intervenendo ad Agorà (Raitre). «Oggi me ne vado da Roma con una città che – ha aggiunto – ha ancora bisogno di tanto lavoro, per un risanamento della legalità, del corretto affidamento degli appalti e delle commesse pubbliche. Spero che il commissario che subentrerà al sindaco, continui su questa linea». Commentando le ultime dichiarazioni di Raffaele Cantone, presidente dell’Anac, sulle città più virtuose, ha sottolineato: «Purtroppo in Italia gli anticorpi per la corruzione non li ha nessuno, né Roma né Milano».- «Oggi è morta la democrazia». Questi cartelli esposti per qualche minuto da alcuni membri dello staff di Sel davanti l’ingresso dei gruppi consiliari in via del Tritone, dove si stanno raccogliendo le firme dei consiglieri dimissionari per fare cadere consiglio e giunta in Campidoglio. Proprio qui stanno arrivando i consiglieri del Pd per firmare le dimissioni di massa. «È evidente che è una situazione difficilissima, sia dal punto di vista politico che da quello amministrativo. C’è la necessità in una situazione come questa di dover garantire comunque una tenuta in tutto l’aspetto del governo e dei servizi della città». Lo ha detto il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, a margine di una iniziativa a Formia, in merito alla questione Campidoglio. «Quello che possiamo fare noi in un momento come questo – ha aggiunto – è ancora di più fare di tutto per garantire le certezze e le efficienze dell’azione amministrativa, per quanto di nostra competenza, dei servizi e degli interventi che la Regione offre, affinché in questa fase, mi auguro, anzi sicuramente di passaggio verso un’altra prospettiva, si percepisca comunque la presenza di un livello di governo che continua a lavorare in vista del Giubileo e per garantire la presenza delle istituzioni».

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