Marchini: "La città cade a pezzi, siamo barzelletta", Storace: "Berlusconi non si impicchi" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Marchini: “La città cade a pezzi, siamo barzelletta”, Storace: “Berlusconi non si impicchi”

«Siamo noi ad aver messo insieme i numeri per mandare a casa Marino. Senza le nostre firme Marino sarebbe ancora lì». Lo ha detto il candidato sindaco di Roma Alfio Marchini durante la trasmissione radiofonica ‘Te la do io Tokyò su Centro Suono Sport, emittente romana, aggiungendo che «dobbiamo farci tutti un esame di coscienza». «Non do giudizi morali – ha aggiunto Marchini -, io tengo la barra ferma sulle esigenze dei cittadini romani. La città cade a pezzi e siamo la barzelletta del mondo. Questa cosa è inammissibile».- «Vogliamo investire milioni di euro nella riqualificazione di Roma; ci sono investitori con cui sto parlando». Così il candidato sindaco di Roma Alfio Marchini ai microfoni di ‘Te la do io Tokyò.«Berlusconi non si impicci di Roma, che non ne azzecca una. Ogni volta che appoggia un candidato, la Capitale dice di no. E quando dice sì, sarebbe andata meglio se non se ne fosse occupato». Così Francesco Storace, vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio e leader de La Destra. «Berlusconi farebbe bene a controllare i dati elettorali invece di sparare candidati a sindaco: Borghini 1997, Tajani 2001, Alemanno 2006 e Alemanno 2008 (il povero Gianni credo che avrebbe fatto volentieri a meno di imbarcarsi in un’avventura che si è rivelata foriera di guai) autorizzano a pensare che il leader di Forza Italia porti jella». «Non vuole le primarie, ma il candidato a sindaco vuole sceglierlo lui, da solo. La dichiarazione di voto a favore di Marchini mentre brindava al compleanno della De Girolamo se la poteva davvero risparmiare», aggiunge Storace. «Ci vuole rispetto per comunità che hanno lottato, venendo emarginate: Marchini – aggiunge – ha il dovere di dire pubblicamente chi vuole e chi no al suo fianco. La risposta dell’ingegnere sarà doverosa soprattutto se la Meloni dovesse decidere di non candidarsi. E noi faremo di tutto, invece, per convincerla a scendere in campo. Perchè Giorgia può rialzare la bandiera del riscatto di una città e di una comunità. Lo dicono i sondaggi, lo sentiamo dall’umore popolare, lo favorisce l’irripetibile condizione del favore degli alleati, che non potrebbero dirle di no. È ovvio che ci saranno colpi sotto la cintura, ma ci sarà una marea umana a proteggerla. Perchè – conclude Storace – con una donna di carattere in Campidoglio non ci sarà più spazio per i ladri».

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