Colosseo, ancora un'assemblea. La sopraintendenza trova 70 addetti per garantire l'apertura | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Colosseo, ancora un’assemblea. La sopraintendenza trova 70 addetti: tutti i siti aperti

«Tutti i siti della soprintendenza compreso il Colosseo sono e resteranno aperti senza riduzione dei percorsi». È quanto si apprende dalla soprintendenza archeologica di Roma. Si temevano disagi a causa di un’assemblea sindacale, ma applicando il decreto Franceschini sui luoghi di cultura come servizi essenziali sono stati reperiti 70 addetti per garantire le aperture dei sit archeologici. «Oggi il merito» di esser riusciti a tenere aperti tutti i siti di Roma, compreso il Colosseo, «lo condividiamo con tutti i protagonisti. L’escamotage è stato quello di considerare il personale turnista per quello che è e farlo tornare, permettendo a coloro che volevano prender parte all’assemblea dell’Flp di farlo. Merito anche del decreto Franceschini: aver definito i beni culturali come servizi pubblici essenziali ha fatto capire a tutti la rilevanza del nostro servizio, inorgogliendo anche i lavoratori». Lo dice il soprintendente di Roma Francesco Prosperetti.«Siamo ridotti in tutta Italia a 17.500 dipendenti, l’età media attuale è 58 anni, stiamo cercando di mantenere l’attuale livello di offerta culturale, cioè 11 ore al giorno e in alcuni siti sette giorni su sette, ma il sotto-organico è gravissimo e ogni giorno rischiamo la chiusura si siti o musei». Questo l’allarme lanciato dal segretario della Flp Rinaldo Satolli in occasione dell’assemblea a Palazzo Massimo.

Nuova assemblea sindacale al Colosseo. A settembre sollevò un polverone per la chiusura dell’Anfiteatro Flavio, che lasciò fuori migliaia di turisti scatenando polemiche politiche, tanto da indurre il governo a inserire con un decreto legge siti culturali e musei tra i servizi essenziali. Per evitare il caos, oggi, la Soprintendenza è corsa ai ripari, reperendo 70 addetti per garantire l’apertura del monumento simbolo di Roma e di tutti i siti archeologici. Anche se non è escluso il rischio della riduzione di alcuni percorsi per due ore per via dell’incontro convocato dalla Flp.”L’assemblea cittadina è prevista dalle 11 alle 13 a Palazzo Massimo – dice il segretario nazionale Rinaldo Satolli – La soprintendenza ha avvisato in tempo dell’assemblea e dei possibili disagi. Per quanto ci riguarda, anche se sappiamo che sarà molto partecipata, abbiamo dato precise istruzioni di far arrivare dai singoli siti delle rappresentanze per farli continuare a funzionare, cioè per farli rimanere aperti”. L’assemblea, che coinvolgerà oltre che il personale del Colosseo anche quello del Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica, diventa così un banco di prova della nuova normativa. “Alla luce del decreto legge 146, del 21 settembre 2015, che dichiara la fruizione dei luoghi della cultura servizio essenziale, stiamo adottando tutte le misure per garantire l’apertura dei suoi musei e siti archeologici”, ha fatto sapere già ieri la soprintendenza. Le misure “dovrebbero consentire il recupero di circa 70 unità tra il personale di accoglienza al fine di garantire l’accesso dei visitatori. Nelle due ore della assemblea potrebbero tuttavia verificarsi riduzioni nei percorsi di visita di alcune sedi”. Satolli usa parole distensive: “In un momento di contrattazione come questo – spiega – in cui si attende la conversione del decreto Franceschini, non vogliamo creare disagi all’utenza e credo proprio che non ci saranno problemi al Colosseo, né nelle altre sedi della soprintendenza archeologica. Dato il nostro seguito sappiamo che potenzialmente avremmo potuto provocare la chiusura di siti importantissimi, ma non è questo il momento, né la nostra volontà”.

Restano sul piede di guerra Cgil, Cisl e Uil, che però non sono coinvolte nell’assemblea di domani. Enzo Feliciani, coordinatore nazionale della Uil Fpl,

riferisce che “circa 3 giorni fa è arrivata dall’amministrazione una bozza di regolamento delle assemblee secondo cui dovremmo garantire comunque i servizi di apertura anche durante le assemblee. Abbiamo già risposto che è irricevibile. Con Cgil e Cisl nelle varie audizioni parlamentari, fatte dopo il decreto Franceschini, abbiamo sottolineato la sua incostituzionalità. E intendiamo anche procedere al ricorso giuridico, fino alla Corte Costituzionale”.

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