Bambino Gesù, dopo la Vatileaks 2 amarezza fra dipendenti e donatori | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

Bambino Gesù, dopo la Vatileaks 2 amarezza fra dipendenti e donatori

– Dopo lo scandalo, ora l’ospedale Bambino Gesù cerca di rialzare la testa facendo leva sull’orgoglio. La presidente dell’Ospedale Pediatrico e della Fondazione incaricata della raccolta fondi, Mariella Enoc, ha affidato un appello ad un video rivolto a tutti i dipendenti. Fra i medici, così come fra tutti i dipendenti, non si nasconde l’amarezza per il coinvolgimento nella vicenda Vatileaks 2 per quei 200 mila euro della sua Fondazione utilizzati, invece che per le cure dei bambini malati, per ristrutturare, secondo quanto riferisce il libro ‘Avarizià di Emiliano Fittipaldi, l’attico dove vive il cardinal Bertone. Il sentimento di delusione è palpabile anche attraverso le mail dei donatori, soprattutto quelli piccoli, indignati per quanto accaduto. A questi, la presidente risponde di persona: «Papa Francesco, affidandomi l’incarico di Presidente, mi ha chiesto di far sì che l’Ospedale, già centro di eccellenza per le cure erogate ai piccoli pazienti, divenisse anche una grande opera di carità, una mano tesa della Chiesa verso le persone che soffrono. È quello per cui mi sto impegnando personalmente dal primo giorno del mio mandato». Appena finita la prima riunione della nuova Fondazione Bambino Gesù Onlus, con i nuovi consiglieri nominati dal cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin, la presidente Enoc tramite Intranet si è rivolta così ai dipendenti: «Tutti siamo amareggiati dalle notizie che la stampa ci ha dato. Non posso chiedervi di non sentire dolore e preoccupazione. Ma credetemi: questo è il momento dell’orgoglio. Questo è il momento di sapere che voi state lavorando e state facendo il meglio per una grande opera. Guardiamo al futuro, perchè abbiamo davanti delle grandi sfide. Nel pieno della bufera abbiamo fatto partire la nuova fondazione Bambino Onlus. Questo è un segnale che non bastano ombre, non bastano insinuazioni, noi dobbiamo avere il coraggio e l’orgoglio di andare avanti. Noi non ci dobbiamo vergognare di niente. Ognuno è responsabile delle proprie azioni. Siate sempre orgogliosi dell’istituzione cui appartenete». Amarezza e orgoglio sono anche i sentimenti diffusi tra il personale del Bambino Gesù. Amarezza per quanto emerso. Dispiacere per il timore che venisse compromesso tutto il lavoro e il patrimonio di fiducia conquistato faticosamente giorno dopo giorno nel contatto con la gente, le famiglie dei pazienti, le associazioni, i donatori. Mortificazione, spiegano dalla struttura, per il danno all’immagine dell’Ospedale «con oltre 100 mila notti in alloggi e case famiglia offerte gratuitamente ogni anno ai familiari dei bambini ricoverati; i pasti preparati ogni giorno dalle suore per le mamme bisognose».

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