Il Palazzo di Montecitorio apre le porte al pubblico | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Il Palazzo di Montecitorio apre le porte al pubblico

Palazzo_Montecitorio_Rom_2009Il prossimo 8 novembre si apriranno al pubblico le porte di uno dei palazzi romani più famosi in Italia e all’estero: Montecitorio. Dalle 10,30 fino alle 15,30 i visitatori potranno conoscere così il luogo dove ha sede la Camera dei Deputati. Attraverso la prenotazione si potrà accedere in gruppo per conoscere, grazie alla visita guidata degli Assistenti parlamentari, i luoghi dove i nostri politici sono soliti decidere le sorti della Nazione…almeno in teoria. Non mancherà dunque di vedere con i propri occhi l’Aula dove si riuniscono in seduta plenaria (ossia nella totalità) i 630 deputati, il famoso Corridoio dell’architetto Ernesto Basile, denominato Transatlantico o Corridoio dei passi perduti (così scherzosamente chiamato dai deputati perché si presta all’idea del tempo sprecato in questo palazzo; in realtà questa denominazione affonda le sue origini niente meno che nel mondo massonico!), le grandi sale di rappresentanza come la Sala della Lupa, la Sala della Regina e la Sala di Aldo Moro, raggiungibili attraverso le scalinate concepite dal Bernini. La storia del Palazzo inizia nel 1653, quando l’Architetto su commissione di Papa Innocenzo X, realizzò una residenza per la nobile famiglia Ludovisi. La genialità dell’Artista lo portò a realizzare un edificio che fosse in sintonia con l’assetto urbanistico preesistente e questo tanto nella struttura, quanto nelle decorazioni. La particolare facciata del Complesso risulta curva come a voler seguire la strada antistante. Vi sono inoltre degli elementi di pietra dove è possibile scorgere foglie e rami spezzati a simbolo di un edificio costruito nella roccia. Nell’anno 1654 i lavori subirono un notevole rallentamento per via di forti contrasti tra Papa Innocenzo X ed il Principe Niccolò Ludovisi. Nel 1664, con la morte di quest’ultimo, i lavori si arrestarono definitivamente e solo vent’anni dopo, nel 1684, l’architetto Carlo Fontana riuscì a riprenderli dopo essere riuscito a convincere Innocenzo XII ad installare all’interno del Palazzo due attività di fondamentale importanza: il Dazio e la Curia Pontificia, espressione massima dell’amministrazione della Giustizia dell’epoca. L’Architetto Fontana mantenne la tipica facciata convessa alla quale però aggiunse il Campanile a vela e, a complemento del progetto originario, disegnò due portali al lato dell’ingresso principale. Nel 1696 ebbe luogo l’inaugurazione della Curia. Molto più tardi, con l’Unità d’Italia, Palazzo Montecitorio fu scelto dal Neo Stato Italiano come Sede del Parlamento. Le modifiche necessarie per ospitare la Camera dei Deputati, vennero realizzate con notevole rapidità. L’ingegner Paolo Comotto fu designato per dirigere i lavori e, nel cortile interno al Palazzo, realizzò una sala semicircolare a gradinate, con un’intelaiatura in ferro e completamente rivestita in legno. Nel novembre del 1871 avvenne l’inaugurazione. Ma a breve l’opera di Comotto si rivelò inadeguata per via di una pessima acustica e dei notevoli sbalzi termici che, col cambio delle stagioni, si avvertivano al suo interno. Inoltre non mancarono infiltrazioni d’acqua che portarono, nel 1900, all’inagibilità e quindi alla chiusura. Bisognerà aspettare il 1918 per vedere l’apertura definitiva di Palazzo Montecitorio. L’architetto Ernesto Basile, noto esponente del periodo Liberty, costruì un “corpo” alle spalle dell’edificio originale. Solo la facciata è dunque Berniniana e nel progetto di Basile ci fu la riduzione del cortile e l’innalzamento, sulla piazza del Parlamento, del nuovo complesso, con le caratteristiche quattro torri angolari in mattoni rossi e travertino. Proprio all’interno di questo blocco, l’Architetto volle collocare la celeberrima Aula, illuminata da uno straordinario lucernario a ventaglio, sempre in stile liberty, il famoso Velario di Giovanni Beltrami. Il pannello in bronzo posto alle spalle dello scranno del Presidente della Camera è chiamato: “La glorificazione della dinastia sabauda”, opera del torinese Davide Calandra. Appuntamento dunque domenica 8 novembre per conoscere ed ammirare un’altra Meraviglia dell’ingegno e dell’Arte Italiana. Stefano Boeris

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