Mafia capitale, la relazione della prefettura: "Campidoglio senza difese, Marino sottovalutò" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Mafia capitale, la relazione della prefettura: “Campidoglio senza difese, Marino sottovalutò”

In totale sono 33 i documenti messi a disposizione dei giudici della X sezione e delle parti. Una lista che comprende attività istruttoria svolta anche nelle scorse settimane

Al processo per Mafia Capitale la Procura di Roma cala nuovi tasselli a sostegno delle proprie argomentazioni: si tratta di una messe di documenti depositati ieri al termine della prima udienza. In sostanza, a disposizione del tribunale finisce il lavoro investigativo svolto negli ultimi mesi dagli inquirenti impegnati nell’inchiesta che ha investito i palazzi della politica capitolina. In particolare, spiccano le conclusioni della commissione di accesso della Prefettura di Roma, nominata dall’allora Prefetto Pecoraro: parlando del Campidoglio, nelle 835 pagine di relazione, sottolineano come ci sia stata un’amministrazione fortemente infiltrata da Mafia Capitale, infiltrata al punto tale da avere indebolito gli anticorpi contro l’illegalità: «i gravi fenomeni di condizionamento della vita politico amministrativa dell’ente (da parte del sodalizio criminale, ndr) – scrivono – hanno indebolito i presidi di legalità di Roma Capitale». Ed inoltre aggiungono che l’ex sindaco «Marino dimostra di avere commesso l’errore di sottovalutare la corruzione e non identificarla per quello che è: veicolo di contagio mafioso» e che non sempre riuscì «ad opporsi al condizionamento del sodalizio». In totale sono 33 i documenti messi a disposizione dei giudici della X sezione e delle parti. Una lista che comprende attività istruttoria svolta anche nelle scorse settimane, come ad esempio il verbale dell’ultimo interrogatorio svolto lo scorso 19 ottobre da Luca Odevaine nel carcere di Terni. Proprio ieri l’ex membro del tavolo nazionale sull’immigrazione ha annunciato di avere incominciato a collaborare con i magistrati. Tra i documenti depositati, anche la relazione prefettizia della Commissione di accesso giunta in procura all’inizio della settimana. Un’altra relazione finita agli atti è quella redatta dall’Agenzia nazionale anticorruzione del 7 agosto che è stata inviata ai pm di piazzale Clodio con una nota firma dal presidente Raffaele Cantone e giunta in procura il 14 settembre scorso. Oltre ad una serie di informative del Ros tra cui una del 12 ottobre denominata ‘erogazione fondi Municipì, i magistrati titolari dell’indagine hanno inserito nel fascicolo del dibattimento anche le carte acquisite presso il dipartimento tutela e ambiente del Comune di Roma e presso il X Municipio (Ostia) il 13 e 15 ottobre scorso. Allegata anche documentazione relativa alla gara Cup sequestrata ad Elisabetta Longo, funzionaria della Regione Lazio. A disposizione del tribunale anche documentazione su gare per gli appalti nel settore del verde e dei centri d’accoglienza per minori stranieri non accompagnati tra il 2013 e il 2014. Depositate anche una serie di integrazioni ad intercettazioni che vanno ad unirsi alle centinaia già messe a disposizione dalla pubblica accusa. I documenti saranno presto nella disponibilità dei difensori dei 46 imputati del processo. Il procedimento è stato aggiornato al prossimo 17 novembre. Nell’aula bunker di Rebibbia verranno affrontate le questioni relative alle costituzioni di parte civile. Si annuncia, quindi, una vera e propria battaglia in aula relative alla richieste avanzate da circa 150 soggetti tra cui il Comune di Roma, la Regione, il Codacons e la Confidustria. A chiedere di poter comparire come parti lese, anche un gruppo di 37 nomadi del campo di Castel Romano e alcuni cittadini del Darfur e un cittadino pakistano.

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