Monte Compatri, il Pd perde pezzi: si dimette il consigliere Lavagnini | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Monte Compatri, il Pd perde pezzi: si dimette il consigliere Lavagnini

Uno strano silenzio prima, poi uno sperticarsi di lodi ed elogi. Due atteggiamenti diametralmente opposti che il Pd di Monte Compatri vive all’annuncio delle dimissioni del consigliere Silvio Lavagnini. Il suo esponente più conosciuto, figlio del senatore Severino (ras locale della Dc fino agli anni Novanta). Sono passate più di 24 ore, infatti, dalla lettera protocollata all’annuncio. E solo dopo un giorno intero arriva il ringraziamento pubblico del suo partito. Che fa dubitare il sindaco Marco De Carolis.

Il primo cittadino chiede di conoscere le motivazioni, al di là di quelle ufficiale. Punta a conoscere la verità e infila la sua stilettata: “Forse i dem consiliari, a trazione Ds, guardano al nuovo soggetto Sinistra italiana dell’ex viceministro Stefano Fassina”, scrive sulla sua pagina facebook.

Tra i democratici è tutto un coro di grazie. Ma la forza monticiana, che prova a crearsi un suo spazio sui social network, va in ordine sparso. In primis Serena Gara. Che evita accuratamente di postare sulla sua pagina facebook il comunicato ufficiale del Pd, che arriva solo tramite un tag. Cosa che non manca mai di fare. Così come hanno evitato di fare l’ex segretario, Lucio Bassani, e l’attuale guida democrat, Fausto Bassani. Ma all’appello mancano molti militanti locali.

“Se i social network potessero parlare”, si lascia sfuggire un autorevole democratico locale. Che fa intendere come alla base di tutto ci sia propria una diversa idea di vedute sull’azione politica. Lavagnini non sarebbe soddisfatto dall’opposizione messa in campo, strategicamente affidata alla denuncia e al manifesto puntualmente smentito.

Ma, soprattutto, il suo addio apre le porte di Tinello Borghese per Francesco Ferri. Una mossa che potrebbe garantirgli l’appoggio del neo consigliere, in caso di primarie Pd. Contro proprio Serena Gara, che dai bene informati viene data in pole per una candidatura diretta, senza consultazione interna. Così, a sentire l’iscritto Pd, ci sarebbe la voglia di sparigliare le carte nel centrosinistra. Anche se la nota ufficiale parla di sopraggiunti impegni.

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