San Carlo ai catinari, restaurati la cupola e il lanternino | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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San Carlo ai catinari, restaurati la cupola e il lanternino

Tornano a nuova vita la cupola e il lanternino della chiesa romana dei santi Biagio e Carlo ai Catinari, di proprietà del Fondo edifici di culto (Fec) del ministero dell’Interno. La cupola è di Rosato Rosati, la quarta di Roma per grandezza tra le chiese costruite prima dell’epoca contemporanea, dopo quelle del Pantheon, di San Pietro in Vaticano e di Sant’Andrea della Valle. Mentre il lanternino è affrescato da un «Padreterno con Puttini» di Giacomo Semenza. Le due strutture restaurate grazie al finanziamento di 1 milione di euro da parte di Arcus Società per lo sviluppo dell’arte, della cultura e dello spettacolo, saranno presentate domani, alle 11, in presenza del sottosegretario all’Interno Domenico Manzione, del capo dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione del ministero Mario Morcone, dell’amministratore delegato di ARCUS Spa Ludovico Ortona, del direttore centrale per l’Amministrazione del Fec Angelo Carbone. L’iniziativa riassume in sè quella che è la mission del Fec: tutelare, restaurare e valorizzare il suo vastissimo patrimonio artistico, naturalistico e culturale. La grande chiesa barocca sorge sul luogo di una piccola chiesa risalente al XII secolo, San Biagio, che ebbe diversi appellativi, dell’Anello, degli Arcari, al Monte della Farina. Nel 1617, per dare spazio al convento dei Teatini di Sant’Andrea della Valle, la chiesa fu demolita ed i padri furono trasferiti nella chiesa attuale di San Carlo, in costruzione già dal 1611, e che prese in memoria di quella distrutta il titolo dei «Santi Biagio e Carlo ai Catinari»; l’appellativo «ai Catinari» deriva dal fatto che nei pressi sorgevano botteghe di fabbricanti di catini. Edificata su progetto di Rosato Rosati, fu costruita per volontà dell’ordine barnabita e completata intorno al 1620. Fu dedicata a Carlo Borromeo, benefattore dello stesso ordine religioso. La facciata invece fu portata a termine tra il 1635 ed il 1638 su disegno di Giovanni Battista Soria, mentre l’abside fu prolungata nel 1642 su progetto dell’architetto Paolo Marrucelli. Negli anni e seguire furono costruite e decorate le varie cappelle laterali e la chiesa fu consacrata soltanto nel 1722, sotto papa Clemente XII. A causa di alcuni problemi strutturali, nel 1860 Pio IX ordinò dei restauri all’intero edificio perchè era stato più volte colpito (in particolar modo la cupola) da agenti atmosferici e da colpi di artiglieria. Domani, oltre a illustrare il grande lavoro di restauro della cupola e del lanternino, il Fed nella stessa occasione, presenterà anche il secondo volume di «Tesori di arte e di fede», edito da l’Erma di Bretschneider, che descrive e illustra le 70 chiese romane del Fondo.

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