Mafia capitale, sì a 23 parti civili: tra gli esclusi anche il M5s | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Mafia capitale, sì a 23 parti civili: tra gli esclusi anche il M5s

Scoppia la polemica dopo la decisione della X sezione del tribunale di Roma che ha escluso, nel processo a Mafia Capitale, alcune parti civili tra cui il Codacons. L’ordinanza è arrivata nella tarda serata di ieri dopo che i giudici si erano chiusi in camera di consiglio per oltre cinque ore. Il Codacons, e non solo, incassa la decisione ma torna ad attaccare annunciando ricorso in Cassazione. «Una decisione abnorme e sconcertante» la definisce l’associazione dei consumatori. «Per il giudice le spiagge sporche – tuona l’associazione – la spazzatura non raccolta e le buche stradali non hanno costituito un danno diretto e immediato per chi, come gli utenti romani, paga tasse sui rifiuti e su tutti i servizi a prezzi gonfiati a causa del sovrapprezzo prodotto dalla corruzione». Duro anche il Codici. «Da anni – dice Ivano Giacomelli – difendiamo la società civile da soprusi, ingiustizie e illegalità. Non essere ammessi parte civile nel processo di Mafia Capitale è gravissimo, soprattutto nei confronti di tutti gli onesti cittadini che hanno subito un danno o gravi conseguenze dalle azioni perpetrate dal famoso mondo ‘terra di mezzò». In totale sono 23 le istanze di parte civile ammesse ieri. Il tribunale ha, invece, respinto 42 richieste di costituzione di parte lesa nel procedimento. Via libera oltre al Comune di Roma, Regione Lazio e ministero degli Interni anche, tra gli altri che avevano presentato istanza, le amministrazioni giudiziarie delle società sequestrate, Ama Spa, Pd Unione regionale Lazio e Eur Spa. Nel provvedimento di oltre venti pagine il tribunale spiega che «sono stati accolti gli enti o associazioni che, in base agli statuti e agli costitutivi, sono specificamente preposti alla lotta e alla prevenzione dei fenomeni mafiosi, alla realizzazione di alternative al fenomeno mafioso stesso, alla solidarietà ed assistenza nei confronti delle vittime della mafia, nonchè al contrasto dei fenomeni di corruttela, estorsione e usura che arrecano pregiudizio all’ordinato e pacifico svolgimento della convivenza sociale». I giudici hanno escluso quegli enti «dediti per statuto ad attività anche finalizzate a migliorare genericamente il rapporto tra cittadino e pa, essenzialmente di studio e di ricerca e dunque non specificamente danneggiati dai reati contestati». Altri, enti specie quelli che tutelano i consumatori in particolare sono stati esclusi dalle parti civili «perchè si limitano soltanto ad ipotizzare un danno di tipo generico e privo di concreta connotazione». Per quanto riguarda la posizione dei cittadini e in particolare quella dei M5S sottolinea il tribunale che «per i singoli che hanno avanzato richiesta come membri del parlamento (Roberta Lombardi di M5S, ndr) va ricordato che la legittimazione processuale spetterebbe all’ente». Quanto ai singoli «che hanno avanzato richiesta quali membri di consigli comunali o municipali o di commissione comunali, la richiesta di costituzione del Comune di Roma deve ritenersi assorbente. E infatti suddetti consiglieri sono membri di articolazioni interne del comune privi di interesse autonomo e differenziato rispetto a quello del Comune». Respinta anche l’istanza per alcuni rifugiati del centro di accoglienza che avevano presentato istanza e per i 37 nomadi di Castel Romano.

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