Giubileo, apre il nuovo pronto soccorso del Santo Spirito: il punto sulla macchina in caso di allarme
Giubileo, missione compiuta: «Tutti gli obiettivi in campo sanitario li abbiamo raggiunti». Per il governatore del Lazio Nicola Zingaretti l’inaugurazione stamattina del nuovo pronto soccorso del Santo Spirito, uno dei 12 Dea ristrutturati dalla Regione apposta per l’Anno Santo, era un appuntamento decisivo. E non solo perchè a tagliare il nastro con lui c’era il premier Matteo Renzi, non solo perchè il Santo Spirito – a ridosso del Vaticano, letteralmente secoli di accoglienza ai pellegrini – è «il più significativo» dei cantieri conclusi. Ma anche perchè è stata l’occasione per mettere un punto sulla macchina dell’emergenza, un meccanismo del quale Zingaretti è il primo referente, e che nelle ultime ore è diventato cruciale ben più del preventivato. L’ipotesi peggiore, nessuno lo nasconde, è uno scenario francese, quello in cui secondo la Uil Lazio la sanità romana collasserebbe. In caso di attentato, l’affondo del sindacato, non ci sarebbe posto per i feriti. Stamattina però Zingaretti ha convocato in Regione tutti i direttori generali della sanità per sollecitarli alla massima efficienza dei protocolli d’emergenza: «C’è una fase A – ha spiegato – che riguarda in particolare il 118. Poi, nel caso di eventi traumatici, ci sono protocolli di gestione del flusso di feriti e casi gravi che devono portare non solo ad avere ps efficienti, ma anche una rete ospedaliera che cominci a svuotare le degenze per accogliere i pazienti». Protocolli sos «che sono stati riportati all’attenzione di chi eventualmente dovrà gestire le emergenze. La macchina organizzativa deve essere tirata al massimo». Sottinteso: sbagliare non è una possibilità, e i direttori «ne hanno consapevolezza». Con queste carte in mano Zingaretti – di fatto, caduto Marino, l’unica autorità politica romana sulla scena giubilare – ha potuto accogliere alle 11 sulla rampa del Santo Spirito il capo del Governo e i suoi due prefetti di fiducia Franco Gabrielli e Francesco Paolo Tronca, i ‘consolì che Renzi stesso ha voluto a custodia della Capitale. «La presenza del presidente Renzi – ha affermato difatti il governatore – la interpreto come una sottolineatura a sostegno dell’immenso lavoro che ha visto protagonisti tutti gli operatori della sanità della Regione». E Renzi ha ricambiato, ringraziando «chi non si arrende alla logica dello sfascio: in Italia abbiamo mille problemi e limiti, ma abbiamo una qualità del lavoro nella sanità che pochi hanno al mondo». Le caratteristiche del nuovo Santo Spirito sembrano confermarlo: 1,5 milioni dalla Regione e «solo 160 giorni di lavori» per avere spazi triplicati da 300 a 800 metri quadri, una nuova camera calda, percorsi separati per codice di gravità, una sala d’attesa per gli accompagnatori più confortevole con la possibilità, via smartphone, di seguire l’iter del paziente, macchinari all’avanguardia. Non finisce qui, ha ricordato Zingaretti: «i ps saranno tutti pronti prima dell’inizio del Giubileo, il primo dicembre arrivano 50 nuove ambulanze, i bandi per il nuovo personale sono operativi e porteranno 850 operatori in più». Martedì prossimo il governatore riferirà anche su questo in Consiglio. Non troverà però un’opposizione benevola: «La ristrutturazione di un ospedale con Renzi: si accontentano di poco. Zingaretti ha ben poco da esibire» ha affermato il capogruppo de La Destra Francesco Storace, mentre il capogruppo FI Antonello Aurigemma è drastico: «Mentre lui taglia l’ennesimo nastro, la sanità laziale è totalmente allo sbando».
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