Lazio si salva grazie a un rigore e fa ripartire il Palermo | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Lazio si salva grazie a un rigore e fa ripartire il Palermo

Un gol per tempo e un punto a testa che sa di bocciatura per la Lazio, di nuovo inizio per il Palermo, che all’Olimpico (ri)presenta Davide Ballardini in panchina al posto di Beppe Iachini. Al termine di una partita a tratti bruttissima e solo raramente dignitosa, le due squadre hanno più che altro manifestato la paura di non perdere che alla fine ha prevalso sulla voglia di vincere. Buon per il Palermo, che resta ai margini della zona pericolosa della classifica, meno per la Lazio, che non riesce a ritrovare il gioco e i risultati della passata stagione. Con maggiore convinzione, i rosanero (in campo con improbabile completo color verde smorto) avrebbero potuto e dovuto chiudere il confronto e aperto la crisi in casa biancoceleste. Dove si ha l’impressione che la situazione stia sfuggendo di mano a Pioli e che da uno spogliatoio sempre più insofferente possa scaturire un umore tutt’altro che buono. Cattivi presagi, pessimi segnali per l’ambiente, la prestazione nettamente al di sotto delle aspettative di alcune pedine fondamentali nello scacchiere biancoceleste. Biglia su tutti. In uno stadio blindato, ma tristemente semideserto, va in scena un match tutt’altro che entusiasmante. Anzi, per la precisione, il primo tempo è talmente brutto da non sembrare degno del campionato di Serie A. Il Palermo, però, capisce ben presto che l’atteggiamento timido con cui è sceso in campo è perfino uno spreco al cospetto di una Lazio tanto inconcludente. Dopo una manciata di minuti nella propria metà campo, infatti, la squadra di Ballardini comincia ad affacciarsi e a contrapporre qualche ideuzza al nulla biancoceleste. Che, dopo il tiro di Milinkovic al volo deviato da Sorrentino (3′), sparisce dal campo. E allora ecco Laazar che al 13′ impegna in tuffo Marchetti, con una ‘telefonatà senza pretese. Passano altri 3′ e questa volta ci pensa Lulic a innescare Gilardino, che serve Vazquez; la conclusione dell’italo-argentino è debole e per Marchetti non ci sono problemi. Al 21′ il Palermo passa, sugli sviluppi del primo angolo a proprio favore: la parabola dalla destra viene respinta corta dalla difesa di casa, riprende Lazaar e conclude debolmente, il pallone si ferma sui piedi di Goldaniga, che lo ferma, lo controlla e lo deposita nell’angolo basso alla destra di Marchetti. La reazione della Lazio è quasi nulla e si traduce in un tiraccio di Milinkovic (22′) alto di poco. Il Palermo potrebbe approfittare dello stato d’ipnosi collettivo della Lazio, ma non è squadra senza scrupoli e permette ai capitolini di risalire la china. Il forcing laziale si traduce in angoli in serie e in una conclusione di Biglia, da ottima posizione, lontana dalla porta. Un colpo di testa di Djordjevic deviato da Sorrentino chiude il tempo, fra i fischi impietosi e giusti. Nella ripresa, in apertura, viene annullato un gol a Hoedt, per fallo di Djordjevic su Goldaniga, poi è il Palermo a farsi pericoloso in contropiede, con Brugman che conclude su Marchetti in uscita al 9’. Al 16′ Vazquez non riesce a indirizzare in porta da ottima posizione e al 21′ prima Chochev impegna Marchetti, poi Gilardino non riesce a tradurre in gol, fallendo il colpo del ko da pochi metri. Dopo tanto spreco arriva il pari avversario, secondo una vecchia legge del calcio. Al 24′ l’episodio che rimette la Lazio in carreggiata: Lulic sbaglia un dribbling, ma il pallone supera ugualmente Hiljmark, che goffamente finisce sul laziale. Per Celi è rigore, che trasforma Candreva, con un tiro nemmeno tanto forte. Nel finale il Palermo potrebbe tornare in vantaggio, Marchetti però para su Luca Rigoni. Ed è l’epilogo delle occasioni perdute.

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