Femminicidio, nel Lazio 152 episodi in 10 anni: il movente passionale è il più ricorrente | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Femminicidio, nel Lazio 152 episodi in 10 anni: il movente passionale è il più ricorrente

Relazione di coppia e rapporto madre-figlio tra gli ambiti più a rischio di femminicidio. A quanto si legge nel Rapporto su caratteristiche e dinamiche del femminicidio nel Lazio, realizzato dall’Eures, infatti, negli episodi familiari avvenuti nella regione (115 tra il 2004 e il 2014 e 16 nel solo 2014) è nella relazione di coppia che «si consuma la larga maggioranza di questi delitti, con 69 vittime censite nell’ultimo decennio, pari al 60% dei femminicidi familiari totali». Una quota in cui «il 47% delle vittime sono state uccise dal coniuge, convivente o partner e il 13% da un ex coniuge/ex partner». Mentre nel 2014 «risulta preponderante il peso della coppia nei femminicidi familiari (con il 68,8% delle vittime in ambito domestico censite nell’anno)». Le madri rappresentano invece «il 15,7% delle vittime dei femminicidi familiari», con «17 donne nel Lazio uccise dal proprio figlio nell’ultimo decennio e 3 nel solo 2014». Le figlie «rappresentano il 12% delle vittime dei femminicidi familiari del Lazio», con «13 in valori assoluti, con un solo caso nel corso del 2014». Sono invece «isolati i casi di donne uccise da fratelli/sorelle», pari a «3,5% nell’intero periodo considerato, pari a 4 in valori assoluti», mentre «tutte le altre figure familiari coinvolte (nonne, zie, suocere, nuore, nipoti, cugine) rappresentano complessivamente l’11,3% delle vittime nel periodo 2004-2014 (13 vittime in valori assoluti, di cui una sola nel 2014)». «Il 20% delle vittime» di femminicidio ‘di coppià nel Lazio subisce maltrattamenti, e nel «16,7% dei casi» sono note a terze persone le violenze subite dalle vittime, mentre è pari «all’8,3%» la percentuale di vittime che ha sporto denuncia per le violenze subite. È quanto emerge dal Rapporto su caratteristiche e dinamiche del femminicidio nel Lazio, realizzato dall’Eures. Nel dettaglio, a livello di tipologia delle violenze subite dalle donne vittime di femminicidio di coppia, «il 15% ha subito pregresse violenze fisiche» e «il 10% violenze psicologiche», mentre «il 5% altre vessazioni e il 3,3% stalking». Sembra essere il movente «passionale» o «del possesso» il più ricorrente nei femminicidi familiari del Lazio negli ultimi 15 anni. A quanto si legge nel Rapporto su caratteristiche e dinamiche del femminicidio nel Lazio, realizzato dall’Eures, infatti, «il 28,7% del totale» di quelli avvenuti tra il 2000 e il 2014 in ambito familiare è da ricondurre a tale motivazione. Di poco inferiore «l’incidenza dei femminicidi familiari scaturiti da situazioni di litigiosità/conflittualità duratura, pari al 23,5%)», mentre «quella legata alla presenza di situazioni di disagio» si attesta complessivamente al «21,8% dei casi», in primo luogo «declinata come problema psicologico/psichiatrico dell’autore (13%) e secondariamente come disagio grave/malattia della vittima (7,8%)». Tra le altre motivazioni si segnalano «i motivi di interesse (7%), un ‘raptus’ dell’autore (7%) e i futili motivi (4,3%)». ). Per quanto riguarda i contesti di maturazione dei femminicidi, si legge ancora nel rapporto, è «l’ambito familiare a ‘spiegarè oltre 3 femminicidi su 4 (il 75,7% dei casi tra il 2004 e il 2014 e l’84% soltanto nell’ultimo anno): tra le 152 donne vittime di omicidio nel Lazio tra il 2000 e il 2014 ben 115 sono state uccise per mano di un familiare o di un partner (16 nel solo 2014), mentre 20 vittime (il 13,2%) sono da attribuire alla criminalità comune e 11 (il 7,2%) agli altri contesti ‘di prossimità’ (lavoro, vicinato e contesto amicale)». Una distribuzione per ambito che trova riscontro anche nel corso del 2014, quando «l’84% dei femminicidi è stato consumato nel contesto familiare, il 10,5% per mano della criminalità comune (2 vittime) e un altro 10,5% in un contesto di prossimità».

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