Mafia capitale, Buzzi contrattacca: "Io vittima di linciaggio" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Mafia capitale, Buzzi contrattacca: “Io vittima di linciaggio”

– Buzzi va al contrattacco. Il ras delle cooperative, figura centrale nell’inchiesta su Mafia Capitale, si prende il palcoscenico del processo, giunto alla sua quinta udienza, e attacca la procura, i mass media e si dice pronto a dare un contributo per la lotta alla corruzione. Venti minuti di dichiarazioni spontanee dal carcere di Tolmezzo. In videoconferenza da una saletta del penitenziario, l’ex numero uno della coop ’29 giugnò ha affermato di essere vittima di «un linciaggio mediatico». «Dal giorno del mio arresto – afferma – ho assistito inerme al linciaggio mediatico della mia persona con palesi violazioni delle norme che regolano la diffusione delle immagini». L’obiettivo principale delle dichiarazioni di Buzzi resta, comunque, la Procura di Roma che solo pochi giorni fa ha ribadito il suo ‘nò alla richiesta di patteggiamento avanzata dai suoi difensori. «Nell’udienza del 19 novembre e in quella odierna, nel motivare il parere negativo alla mia richiesta di patteggiamento, i pm hanno affermato che nelle mie deposizioni ho solo tenuto a difendere i miei amici, a lanciare strali verso altri senza dare alcun contributo alle indagini: questo non è assolutamente vero». Il presunto braccio destro di Massimo Carminati ha spiegato che «in cinque interrogatori» ha «ricostruito con precisione i vari fenomeni corruttivi svelando cose non conosciute dalla Procura, dichiarazioni confermate poi negli interrogatori di Odevaine e Cerrito e perfettamente aderenti alle intercettazioni telefoniche ambientali». Buzzi si spinge, quindi, a definire affermazioni «delegittimanti» agli occhi del tribunale quanto sostenuto in aula dai pm. L’uomo delle cooperative ha infine auspicato che inizi presto «l’istruttoria dibattimentale con l’acquisizione dei miei interrogatori per dare un contributo all’accertamento della verità e alla lotta alla corruzione. Il mio più grande auspico è essere giudicato con serenità senza essere pregiudicato nei diritti difensivi prima ancora che inizi il processo» e anche «per questo motivo, per dare sostanza alle mie dichiarazioni, il mio legale ha chiesto l’esame di molti testi, politici, giornalisti, ex detenuti utili a ricostruire le gravi ipotesi di reato». Il nome di Buzzi compare anche nelle motivazioni della sentenza della Cassazione di conferma della custodia in carcere per Franco Panzironi, l’ex amministratore delegato di Ama. I giudici della Seconda sezione penale scrivono che «è da escludere» che il ras delle cooperative «abbia dato 125mila euro alla fondazione ‘Nuova Italià di Gianni Alemanno per puro spirito di »liberalità«, in nome dei vecchi tempi passati insieme in carcere, a Rebibbia, nel 1982». «L’intera vicenda processuale» di Mafia Capitale – scrive la Cassazione citando l’ordinanza del riesame del 9 settembre che ha confermato il carcere per Panzironi – «dimostra in maniera inequivocabile» che Buzzi, «presidente della cooperativa 29 giugno, non ha mai corrisposto denaro se non in adempimento di patti corruttivi ovvero per acquisire vantaggi per le proprie aziende». È poi attesa per domani la decisione dei giudici sull’ammissione dei testimoni al processo a Mafia Capitale. Il tribunale deve decidere su un migliaio di persone inserite nelle liste dei difensori dei 46 imputati. Corposa la lista presentata dai difensori di Salvatore Buzzi che ha inserito 282 testimoni. Tra questi i nomi di politici come Nicola Zingaretti, Gianni Alemanno, Gianni Letta, Ignazio Marino e il ministro Giuliano Poletti. Nelle liste presentate dagli altri avvocati anche i nomi del magistrato Raffaele Cantone, del prefetto Franco Gabrielli e dell’ex assessore del Comune di Roma, Alfonso Sabella. Domani si saprà chi testimonierà in Aula.

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