Shabalayeva: "Fiducia nella giustizia italiana, lavoro serio" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Shabalayeva: “Fiducia nella giustizia italiana, lavoro serio”

– «Oggi ho fiducia nel sistema giudiziario italiano che sta cercando i responsabili e ringrazio la procura di Perugia che è stata molto autonoma e diligente nelle sue indagini: è stato fatto un lavoro molto serio per la ricerca della verità dietro il rapimento mio e della mia bambina». Così Alma Shabalayeva commenta – parlando con l’ANSA – gli sviluppi dell’inchiesta di Perugia. – «Certamente – ha rilevato Shalabayeva – le investigazioni hanno chiarito che le principali responsabilità per quello che è accaduto sono dei diplomatici kazaki che si trovavano in Italia». «Voglio ancora – ha aggiunto la donna – ringraziare pubblicamente Emma Bonino per i suoi sforzi cruciali fatti per ottenere il rilascio mio e di mia figlia dal regime kazako». «L’iniziativa della Procura di Perugia conferma quanto affermammo e denunciammo inascoltati due anni fa. Il caso Shalabayeva è uno scandalo grave ed enorme, che macchia il nome dell’Italia e coinvolge per colpa di Alfano e di pochi felloni anche le forze dell’ordine che non meritano questa onta». Lo dichiara il capogruppo M5S Senato Mario Giarrusso che all’epoca dei fatti, nel giugno 2013 fu il primo a denunciare il ‘caso Shalabayevà a livello parlamentare con interventi, interrogazioni e una mozione di sfiducia al ministro dell’ Interno dell’allora governo Letta. «Mozione di sfiducia che solo M5S e Sel sostennero, Forza Italia votò a sostegno di Alfano con il Pd e la Lega si astenne» ricorda il capogruppo M5S. «Auspichiamo che la magistratura possa fare giustizia in maniera celere ed equa, nell’interesse del nostro Paese – continua Giarrusso – è inaccettabile e inconcepibile che l’Italia possa essere trasformata in un luogo in cui una mamma ed una bambina debbano avere paura di essere rapite e consegnate ad una dittatura ignobile da elementi delle forze dell’ordine coperti da un ministro degli Interni nel migliore dei casi incapace finanche di comprendere la gravità dei propri atti».

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