Befana, la festa di piazza Navona finisce in procura. "Molte irregolarità": la denuncia di Cantone | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Befana, la festa di piazza Navona finisce in procura. “Molte irregolarità”: la denuncia di Cantone

Nella relazione ai pm romani l'Anac rileva profili di irregolarità amministrativa e scelte «non pienamente in linea con il quadro normativo»

»Macroscopiche irregolarità« nell’assegnazione dei banchi vendita, che mettono a rischio la pittoresca Festa della Befana a piazza Navona, a Roma. L’espressione è di Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac), che dopo una rapida verifica ha spinto il commissario straordinario della capitale Franco Tronca a chiedere al Municipio I del centro storico di annullare tutto. E l’Anac ha inviato alla procura di Roma la relazione sulla procedura per l’assegnazione dei posti. La festa si farà? »Non dipende da noi – ha risposto Cantone – «Abbiamo fatto una verifica velocissima sulla gara e sulle macroscopiche irregolarità e mandato in tempo reale il rapporto al commissario Tronca e in tre giorni la gara è stata azzerata, senza ricorrere al giudice e senza attivare nessun appalto, poi da revocare o risarcire». Per Cantone è la «dimostrazione che se si interviene anche con una soft regulation per le Pubbliche amministrazioni, i risultati si possono ottenere». Nella relazione ai pm romani l’Anac rileva profili di irregolarità amministrativa e scelte «non pienamente in linea con il quadro normativo». La metà dei banchi erano stati assegnati a venditori legati ai Tredicine – come avviene da anni -, famiglia semimonopolista del commercio ambulante a Roma. Un suo esponente Giordano, ex Fi, è imputato nel processo per Mafia Capitale. L’Anac individua nei vincoli di parentela e nelle assegnazioni reiterate alcune delle criticità per piazza Navona. Intanto altri provvedimenti del commissario Tronca stanno provocando proteste. Alcuni dei ‘centurionì banditi dal centro storico hanno manifestato sotto il Campidoglio. I figuranti che si fanno pagare dai turisti per foto in costume da legionario sono al secondo giorno di agitazione. Più eclatante l’iniziativa dei venditori di strada di tour turistici, anch’essi messi fuori gioco dall’ordinanza (come i risciò). Un loro rappresentante, Franco Magni, è salito per due ore sul Colosseo in mattinata. «Paghiamo le tasse, siamo italiani e vogliamo lavorare – ha detto -. Con questa ordinanza anticostituzionale siamo tutti a spasso e andranno fallite 45 agenzie turistiche che danno lavoro a circa 250 persone tra tempi indeterminati e determinati. Abbiamo licenze regolari». Nel pomeriggio sit-in di decine di ‘procacciatorì di turisti davanti a Palazzo Senatorio in Campidoglio: una delegazione è stata ricevuta dal vicecapo di gabinetto Rossella Matarazzo. «Da domani possiamo lavorare in maniera non ufficiale con un massimo di cinque ‘promoter’ per agenzia – ha detto Magni ai suoi dopo l’incontro -. Non superate questo numero. E solo ragazzi con contratto a tempo indeterminato. Tra quattro giorni abbiamo il tavolo di trattativa con Tronca». «Ci lasciano lavorare in via ufficiosa, quindi potreste trovare il vigile che vi ferma – ha aggiunto -. Se ci fermano manifestiamo di nuovo». Dal Comune si fa sapere che l’ordinanza è pienamente vigente e che verrà solo aperto un tavolo per regolamentare l’attività.

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